IL RAZZISMO
- UN PROLUNGAMENTO DELL’INFELICITA’
Il razzismo
e la xenofobia sono l’espressione di una profonda infelicità di base repressa,
camuffata da arroganza, protervia e supponenza. Individui che sulla
demonizzazione del diverso hanno improntato la loro esistenza fomentando l’odio
e il dispresso.
Oscuri
figuri avulsi da ogni significativo impulso di carità cristiana e di
comprensione delle circostanze - schiavi del proprio ego e vittime di mostruosi
complessi di inferiorità e perennemente riversi alla soddisfazione di
debolezze, dipendenze psicologiche e irrefrenabili perversioni. Insomma, DEI
VERI SFIGATI!!
L’odio
razziale è la risultante di una particolare/speciale forma di invidia infantile
(retaggio adolescenziale e immaturità), nei confronti di individui diversi da
noi, per dignità, forza, capacità di adattamento e coraggio; quel rifiuto
arbitrario, derivante dall’incapacità di accettare ciò che non comprendiamo e
che reputiamo in totale antitesi con le nostre abitudini; l’ignoranza che si fa
ideologia. Un branco di cialtroni, rozzi e incolti, che sulla demonizzazione
del diverso hanno improntato le loro bieche campagne politiche/elettorali, e di
simpatizzanti che fomentano l’odio inneggiando all’eugenetica nazista.
Questo
soggetto non è semplicemente un ignorante, ma un minorato mentale, causa di una
frustrazione cronica paralizzante, che lo porta ad avere una visione della
realtà massimalista, dove esiste un capo al quale obbedire indiscriminatamente
al quale delegare ogni responsabilità personale e scelta. In questo modo si
sente vivo, realizzato e apparentemente in pace, a tal punto da sentirsi in
diritto di reguardire chiunque dissenta e violi le regole prestabilite, di
accusarlo e condannarlo per tradimento.
Sarebbe
troppo, aspettarsi un giudizio imparziale e disincantato da chi fa del
pregiudizio, il suo stile di vita. Diversamente, nonostante l’ambiguità di
fondo e l’ipocrisia attraverso la quale si intendono motivare le ragioni di
certe pulsioni xenofobe, si può apprezzare in tutta la sua magnificenza, quel
profondo disprezzo razziale che abita e che nutre la loro squallida esistenza, e attraverso il quale intendono (senza
risultati alcuni) placare i morsi del vostro fallimento umano e spirituale!!
Aggiungerei
che il razzista teme il nero che è in lui stesso, così come chi odia i gays
teme il gay che è in lui. La figura esterna è soltanto lo specchio del mostro
interiore che ci contraddistingue.
Gianni
Tirelli
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