domenica 24 novembre 2013

LA BRAMA DEL BENESSERE UCCIDE LA PASSIONE


LA BRAMA DEL BENESSERE UCCIDE LA PASSIONE

L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, morte, dolore, distruzione e sozzura. Tutto questo, ha innescato un processo di necrosi che, dal tessuto sociale, si è esteso all’ambiente tutto, compromettendo irrimediabilmente, ogni auspicabile e radicale riconversione e più remota speranza.
Nelle nostre società “moderne”, ci sono sempre più individui che pur di scansare ogni fatica fisica, morale e psicologica, si adattano al peggio, tradendo così ogni vero sentimento umano, di amore, di valori e di bellezza. In questo modo, imparano a mentire e a fingere (sia con gli altri che a se stessi) in una sorta di commedia dell’assurdo che si
propone di contrastare e placare un pungente disagio psichico somatizzante, prodotto da una paura esistenziale paranoide, e dall’intima vergogna relativa a un’auto stima ai minimi termini – fino a confondere, in seguito, la realtà con la commedia. Le attenuanti, in seguito, intervengono come elementi dopanti di deresponsabilizzazione e sistematica maldicenza, accusando gli altri di essere la vera causa dei nostri problemi e fallimenti!
Un tempo, era una lacerante passione, un bisogno vitale e ineludibile che, fuori da ogni interesse di natura pratica, ambizione, ed effimera vanità, portava alcuni eletti fra gli uomini ad avventurarsi nel mistero delle arti (pittori, scultori, filosofi, architetti o scrittori). Le sole armi delle quali disponevano erano: la rinuncia, il sacrificio e la perseveranza – consapevoli della necessità del dolore e dell’ineluttabilità della morte.
In quest’epoca malata di relativismo, dove la tecnologia e il messaggio mediatico si sono sostituiti alla passione e all’ispirazione, sono altri i fattori stimolanti: “opportunismo, indolenza, protagonismo, vanità, e il diniego verso ogni tipo di sofferenza e ostacolo – retaggio infantile di un perverso sentimento di immortalità.
Diversamente, da un tempo, la conoscenza ha assunto le caratteristiche della violazione, dell’invasione e della profanazione. La causa di una tale degenerazione, è relativa all’introduzione dell’elemento meccanico e tecnologico che si è sovrapposto ad ogni principio etico e regola deontologica, e in grado di eludere (mercificandola), ogni oggettiva responsabilità individuale e ragionevolezza.
Oggi, tutto ciò che é definito, scienza, conoscenza e ricerca, non è che un progetto di mistificazione, pianificato dal Sistema Relativista, finalizzato (attraverso quelle che definisce conquiste del progresso) al consolidamento del suo perverso potere (economico e mediatico) e alla logica del profitto.
Il mondo insensato della nostra epoca, che al più presto, la storia dell’uomo si appresterà a rimuovere e occultare (perché incapace di accettare e affrontare la vergogna prodotta dal mercimonio della sua anima, con il maligno), esula da ogni concetto di evoluzione e involuzione, per attestarsi come elemento di stagnazione degenerativa: modernità.
Gli individui di questo secolo, sono stati accecati dalla luce rovente della “modernità”, lasciati soli, e svuotati da ogni vera passione. Ed é nel sentimento della passione, che attingiamo le risposte ai nostri interrogativi e, senza la quale, non può esistere alcuna forma di vita e forma d’arte essendo, la nostra esistenza, una sua estensione.
Il frenetico adoperarsi di api e formiche, nel loro instancabile e incessante andirivieni strutturato da regole ferree e codici etici, è l’espressione di una volontà e di un’intelligenza superiore che attinge la sua energia nel sentimento della passione. Oggi non siamo che termiti!
Gli stessi “schiavi” d’Egitto, innalzarono le piramidi sotto la spinta propulsiva di una smisurata passione. E non era il denaro, il potere e la vanità, lo spartiacque fra la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra la bellezza e l’orrore, ma quella capacità di amare e di sperare, che da sempre aveva contraddistinto gli individui delle civiltà del passato – un mondo perfetto, messo a tacere per sempre, dalla stupidità dell’uomo moderno.

“In verità, la brama del benessere uccide la passione dell’anima e ride dietro il suo funerale” -Gibran


GJTirelli

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