giovedì 28 novembre 2013

LA CIVILTA’ DEL DOLORE


LA CIVILTA’ DEL DOLORE

“Il cancro si combatte, semplicemente evitando di creare le condizioni perché si sviluppi”.
Oggi, che tutto è ribaltato e brancoliamo dentro il buio di un mondo al contrario fatto di contraddizioni, illusioni, debolezze e becere dipendenze, anche il famoso motto di Giovenale “mens sana in corpore sano” (Satire, X, 356), si scontra in maniere stridente con la realtà di una società di individui squilibrati e smarriti, tale da capovolgerne il senso e il suo significato ultimo. Per tanto, la salute mentale, non è più la risultante di un corpo sano, ma l’esatto contrario: “un corpo sano in una mente sana”.
Gli individui, delle “moderne” società occidentali consumiste, sono afflitti da una infinita serie di disturbi, malesseri e patologie di natura organica e psicologica che ne compromettono ogni più remoto barlume di benessere e di autentica felicità. Ed è sulla base di un tale parametro che si misura il
grado di civiltà e di progresso di un popolo, venendo a mancare il quale, tutto si riduce a mera illusione, isteria e dipendenza. Mal di testa, emicranie, bruciori di stomaco, dolori articolari, insonnia, eiaculazione precoce, sterilità, emorroidi, obesità, stanchezza cronica, stitichezza, calvizie, psoriasi, disfunzioni tiroidee, celiachia, allergie, spasmi muscolari e coliti, non sono che il prodotto di uno stile di vita in totale contrasto e contraddizione con i reali bisogni dell’organismo umano che, per millenni, aveva tratto le sue risorse dai frutti di una natura incontaminata e prodiga, dispensatrice di sostanze dopanti, rigeneranti e curative.
Lo stress, una delle patologie più invalidanti dell’individuo moderno era, un tempo, completamente sconosciuto. Poi, con Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e compagnia bella, che attraverso la psicoanalisi e l’introspezione forzata, si propone di individuare le cause dei disturbi neurologici (e conseguenti somatizzazioni) dell’uomo tecnologico partorito dalla rivoluzione industriale, si apre la strada all’industria dello psicofarmaco che ha fronte di profitti stellari, ha ulteriormente, debilitato lo stato di salute dei soggetti in cura, acuendone il disagio e innescando un processo di decadimento e di dipendenza – fino al suicidio.
Tutto ciò che, in realtà, acquistiamo e consumiamo meccanicamente al mercato del Grande Malfattore, non è, che la contraffazione sistematica di qualcosa che assomiglia vagamente alla sua forma originaria, ma che, nella sostanza, è un concentrato di estrogeni, ormoni, fertilizzanti, antiparassitari, antibiotici, “migliorativi”, pesticidi, aromi sintetici, coloranti, conservanti e tossine concentrate.
Così un pollo non è un vero pollo, ma una mina vagante pronta a fare saltare il nostro sistema nervoso e destabilizzare quello immunitario, perché incapaci di decifrare e codificare la reale natura dei nuovi intrusi e di reagire di conseguenza. Ma l’esempio del pollo, è estendibile a qualsiasi prodotto, che sia animale e vegetale. Tutti noi, in verità, siamo quel pollo: tristi e apatici, indolenti e flaccidi, frustrati e repressi, costretti dentro un limbo gelatinoso, brulicante di paranoie, ansie e ipocondrie. Una vita apparente scandita ad ogni ora del giorno da acciacchi e  malesseri di ogni tipo e genere. Per tanto, tutta questa montagna di sterco industriale, che con inaudita crudeltà, il liberismo relativista (in sfregio ad ogni principio etico e deontologico), spaccia per  buone, e fatte con “l’amore della nonna”, finiscono per accanirsi sulla nostra esistenza e quotidianità, acuendo il nostro disagio fisico, morale e psicologico. E’ a questo punto che il Sistema Bestia, estrae il suo ennesimo coniglio, dal cilindro delle illusioni, indicandoci il nuovo miracoloso farmaco a cui ricorrere, peggiorando ulteriormente,  la nostra condizione patologica e inducendoci alla assuefazione.
Potrà mai sentirsi appagata e in salute, un società che si alimenta di cose morte e infelici per definizione? Un’alimentazione alla quale, negli ultimi trent’anni (passo dopo passo), è stato sottratto ogni principio nutritivo e tonificante: una vera pacchia per l’industria della chimica che, con la televisione e la tecnologia, sono in assoluto le più grandi tragedie della storia del mondo, prima ancora dell’evento apocalittico che ha causato la scomparsa dei dinosauri, del biblico diluvio universale, e delle epidemie di peste bubbonica.
E’ la salute, dunque, ciò a cui dobbiamo aspirare! Lei, il dono dei doni! Una condizione di totale appagamento fisico, spirituale e sensoriale, che prescinde da ogni status, cultura e spazio temporale. Si, la salute - dispensatrice di gioia e creatività, fonte di solidarietà e di pace, forza generatrice di un progresso compatibile con i bisogni della comunità, sinonimo di libertà e di tolleranza, di volontà e di speranza – intrinsecamente moderna nel suo significato più corretto, rivoluzionaria, liberatoria, ascetica e divinatoria. L’esatto contrario, delle nostre “moderne” società, malate e in cancrena, oppresse e frustrate da quella persistente sofferenza esistenziale e corporale che ci preclude ogni barlume  di vera felicità, alimentando l’odio, il rancore negli uomini e la loro sete di vendetta.
Oggi, il dolore fisico e psichico, è in vertiginoso aumento fra gli individui delle democrazie occidentali consumiste, prodotto da un’alimentazione contaminata e geneticamente modificata, dall'inquinamento Eco/ambientale e da quel persistente stato di angoscia, di panico e depressivo, risultato ultimo di quel piano di relativizzazione della verità e di omologazione, messo in atto dal Sistema attraverso la propaganda medianica. Ergo, si renderà necessario e inalienabile il diritto all'EUTANASIA, per porre fine ad una sofferenza generalizzata non più sopportabile.
Questo è l'ultimo atto di un progetto satanico, in virtù del quale il Sistema Bestia ha trasfigurato un passato biofilo, in un presente necrofilo.
A breve comprenderete nel merito, il significato profondo di questa mia ultima e inquietante considerazione.


GJTirelli

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