lunedì 25 novembre 2013

LE RADICI DELLA VIOLENZA


LE RADICI DELLA VIOLENZA 
Nel mondo occidentale, dove si magnifica la cultura, l’istruzione, il progresso tecnologico, l’informazione interattiva, l’emancipazione e le conquiste sociali (tanto decantate e sbandierate dal Sistema come il livello più alto di civilizzazione mai raggiunto nella storia dell’uomo), ci troviamo amaramente a celebrare la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, contro la barbarie del femminicidio - sono 113 in Italia, le donne uccise da inizio anno, di cui 73 dal proprio partner. Più che una società progredita, sembra un inferno!
In verità, non esiste alcuna illuminate cultura ma omologazione e arido apprendimento - nessuna autentica libertà ma licenza – nessuna emancipazione ma degenerazione – nessuna conquista sociale, ma meri esacamotages!
La prova del nove, la si ricava dall’immagine desolante di questo mondo alla deriva, dove in nome del progresso e di un fasullo benessere, abbiamo contaminato e fatto scempio dell’ambiente, di ogni principio etico e risorsa, che la prodiga natura, dall’origine, aveva dispensato ad ogni uomo della terra.
Oltre al momentaneo e illusorio vantaggio particolare, abbiamo creduto e immaginato che, il divorzio, potesse opportunamente risolvere la questione di coppia, delegando a un atto sottoscritto dalle parti, la soluzione
dei nostri problemi personali. In realtà si è rivelato un boomerang, che nella stragrande maggioranza dei casi, ha acuito ulteriormente il disagio esistenziale, lasciando irrisolti i motivi della separazione, e annichilendo ogni sforzo e analisi sulla possibilità di una salutare riconciliazione.

L’individuo moderno, è uno stupido animale, che pur di evitare ogni incombenza che lo impegni mentalmente e fisicamente, preferisce delegare all’esterno le sue responsabilità individuali, e acquistare il prodotto più riconoscibile e gettonato in vendita sugli scaffali dell’imbecillità umana. Così, la gente si fidanza, convive e si sposa – e poi si lascia, si separa e divorzia. In verità, nessuno conosce veramente le motivazioni che hanno concorso all’unione, né tanto meno i motivi del distacco. Questo, per fare capire che l’uomo moderno, generato del liberismo consumista, è totalmente privo degli inossidabili punti di riferimento del passato; di quei valori e principi, indispensabili al fine di comprendere e definire la qualità di un prodotto da banco e la profondità di un sentimento.

Pertanto, le cause, scatenanti il disagio di coppia, la reciproca incomprensione, e i criminali atti di violenza perpetrati sulle donne, non possiamo ingenuamente liquidarli come la propensione e la potenzialità ad uccidere nel MASCHIO, ma sono il frutto velenoso di quell’opera di imbarbarimento destabilizzante messa in atto dal Sistema Potere, allo scopo di relativizzare e personalizzare, a suo esclusivo vantaggio, ogni nostra scelta e atteggiamento, rendendo così possibile e lecito ogni nostro atto. Lo scopo e il fine di tutto questo scempio morale, è la commercializzazione di massa di ogni bene, desiderio, bisogno e perversione, che sia di natura materiale, emotiva, psicologica o esistenziale, incuranti degli effetti postumi e delle controindicazioni contaminanti sulla società.

Quando il mondo era giusto, l’efferatezza di certe violenze erano impensabili e inattuabili, per via di un ancora preesistente codice etico che regolava e monitorava i comportamenti umani, evitandone le degenerazioni, e di un connaturato senso di colpa e del limite. E non mi vengano a dire, che oggi, con i mezzi di comunicazione, veniamo a sapere di cose, un tempo messe a tacere. Sarebbe come affermare che la percentuale di sostanze tossiche, inquinanti e mortali, disperse nelle acque dei nostri fiumi, laghi, mari, falde acquifere e sul territorio, non è un novità di oggi, e che l’aria delle nostre città è la stessa di sempre.
Un’ipocrita quanto subdolo strattagemma di un Sistema che ha demonizzato un passato luminoso, per affermare la sua indole stragista e sanguinaria.

“Quando la possibilità di divorziare non esisteva, nessuno divorziava”. Questa mia affermazione, che alla comune ragione potrebbe apparire ovvia e scontata, in realtà contiene un dato significativo: l’affermazione, la condivisione, e in fine, l’accettazione di quelle scelte condivise che sono alla base di una convivenza civile - creare una famiglia, sana e coesa, che rappresenti una delle infinite tessere della società, che poggia le sue fondamenta sui valori, il rispetto e la solidarietà. Questo atteggiamento di responsabilità, apparteneva alle ragioni di un’epoca, dove le cose non si buttavano ma si aggiustavano.
E questo discorso vale per tutto ciò che, di questi tempi, ci viene sistematicamente spacciato per LIBERTA’, e che noi, accuratamente, codifichiamo dentro la parte più oscura della nostra mente, surclassando le ragioni dell’anima e del cuore.
La società, dunque, va migliorata al suo interno per essere definita civile!  E non è nel trionfo del “meno peggio”, che daremo un futuro ai nostri figli!
Le società moderne relativiste e opportuniste, giocano sulla diaspora del nucleo familiare, per meglio controllare e omologare le masse, e hanno tradotto licenza in libertà per commercializzare al massimo la loro “insanguinata mercanzia”, liberando così il mercato da ogni intralcio di natura etica e morale.

Questa prima opera di smantellamento e di rimozione arbitraria dell’impianto etico originario, ha prodotto, in seguito, quello che, oggi, é un mondo di schiavitù, che alle catene ha sostituito le dipendenze e l’omologazione .
Via via, poi, affinché il cammino intrapreso non fosse ostacolato da alcun che, ogni tabù è stato superato, mortificato e reso ridicolo e, la morale, la spiritualità e religiosità, svuotate del loro intento riedificatore e di aggregazione solidale.

Possiamo noi davvero credere che il divorzio e l’aborto siano sinonimo di conquiste di libertà o, non di meno, degli escamotages (oggi platealmente definiti diritti) che risolvono si, il problema dal punto di vista tecnico, ma ben lontani dal produrre gli anticorpi necessari a contrastare la degenerazione e l’appiattimento della coscienza individuale?

Oggi, le famiglie si sfasciano, le coppie scoppiano, e tutti soffrono. La società va in frantumi. Il costo della vita infierisce ulteriormente sullo stato d’animo degli individui che, frustrati e depressi dentro il caos quotidiano di una vita frenetica e senza scopo, esplodono sull’onda di una collera incontrollata – fino ad uccidere. “Sembrava una famiglia così normale – brava gente davvero – incredibile – non li ho mai sentiti litigare – non davano fastidio a nessuno – i figli, anche loro, due bravi ragazzi”, tipico ritornello dei soliti morti viventi, gli assenti, chiusi e stretti dentro il loro guscio vuoto, fatto di miseria morale, approssimazione, e vera solitudine.
Una società senza morale, senza etica, priva di qualsiasi buon senso e bombardata, giorno e notte da una becera propaganda, inneggiante al totale permissivismo spacciato per libertà fa, del divorzio, uno stratagemma, che rischia di peggiorare, ulteriormente, una condizione di disagio, già molto difficile.
Quella che, con estrema faciloneria credevamo una conquista di civiltà, si è rivelata nel tempo una sciagura che ha corroso e indebolito il tessuto sociale, rafforzando il Sistema Potere.

Se le famiglie sono sane, insieme lottano per il bene comune, perché l’interesse di tutti è il proprio ma, se sono malate, e riverse su loro stesse, cercano vantaggi particolari a scapito di tutti gli altri.
Questo è lo stato di salute delle attuali famiglie - divise all’interno e fuori. Per il Sistema, é una vera pacchia: DIVIDE ET IMPERA.


Gianni Tirelli

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