PRINCIPIO DI CAUSA EFFETTO - LA LEGGE DEL
KARMA
“Nessuno di voi è un credente, fino a
quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per se stesso” (Hadith di An-Nawawi, 13).
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Che dopo la morte esista un premio e un
castigo (in che forma non è possibile saperlo) è una conclusione più che
plausibile – un atto dovuto alle logiche che regolano il Mistero infinito e
che, secondo “il principio di causa effetto”, ad ogni azione corrisponde una reazione. E’ dunque un “ragionamento” non filosofico, non intellettuale, né
dogma religioso, ma evidenza, e ovvietà raziocinante. Se i comportamenti buoni
o cattivi degli uomini su questa terra, non ne contenessero intrinsecamente un
dono e una pena, ci sarebbe negata la capacità di discernere la verità dalla menzogna,
la libertà dalla licenza e, più in generale, il bene dal male.
Il perdono, la terza via - (effetto
riflesso/automatico della necessità di una profonda autocritica), si determina
in virtù di una illuminante presa di
coscienza, e di una consapevolezza attinta dalle ragioni oggettive addentro al significato della vita stessa.
coscienza, e di una consapevolezza attinta dalle ragioni oggettive addentro al significato della vita stessa.
Peter Deunov ammoniva: “Non ponete trappole
per le menti e per i cuori delle persone, perché ci cadrete da soli”. Possono
passare migliaia di anni dalla creazione di questa trappola, ma non la
eviterete. Vi aspetterà secoli e migliaia di anni, ma vi sorprenderà da qualche
parte. Voi pensate che nell’evoluzione non ci sia ritorno indietro. Non
illudetevi, pensando di poter evitare la Legge del karma. In qualsiasi
situazione siate, fino a qualsiasi punto siate arrivati, vi rimanderanno
indietro per pagare i vostri debiti e dopo potrete continuare. Un giorno
proverete i pensieri e i sentimenti che avete creato e mandato nello spazio.
“Essi ritorneranno da voi, e sentirete i loro buoni e i loro cattivi
risultati”. Questo sottintende il detto bulgaro: “Mieterai quello che semini ”.
Ognuno mieterà quello che seminò un tempo”.
Viviamo in un mondo che ci “appare materiale
ma che è la manifestazione e condensazione della complessa realtà quantistica,
a partire dallo stadio atomico fino ai livelli macroscopici descritti dalla
fisica classica - la realtà si condensa in una struttura veramente oggettiva e
materiale”
Quando l’uomo usa scorrettamente le risorse
psichiche contro la loro destinazione assegnata, allora, questo è il male. Il
male presente nella società deriva, infatti, dalle scelte compiute da singoli
uomini. Le ambizioni di dominio e di possesso, che tanti danni provocano nella
nostra vita, derivano da individui che hanno scelto di assumere questi istinti
a metro comportamentale. La legge della polarità ci insegna che le energie
istintive sono fisiologiche, e che pertanto, bisogna imparare ad usarle per
trasformarle in energie costruttive
La metafora del seme (racchiuso nei pensieri,
intenzioni e desideri) che germoglia in azioni, è ben presente anche nello
Yoga. La legge di causa ed effetto è conosciuta nella letteratura orientale
anche come "legge del karma" (termine sanscrito traducibile come
agire o azione).
L’uomo non può vivere in nessun’altra
situazione all’infuori di quella che gli viene creata dalla sua vita
antecedente. Questo collegamento di un’entità con i risultati delle sue azioni,
è la legge del Karma che regge l’intero universo. L’attività divenuta destino,
è Karma. Finché rimane affetto dalla percezione di sensazioni, quali il piacere
e simili, l'uomo è soggetto alle conseguenze di azioni accumulate
antecedentemente. L'atto precede invariabilmente il sorgere del frutto ad esso
relativo, e non v'è luogo in cui si possa sfuggire all'azione. Il caso si
presenta simile a quello di una freccia scoccata verso un bersaglio, che non è
più possibile richiamare indietro.
Il nesso tra il seme contenuto nel cuore e il
frutto esteriore prodotto, è evidente anche nei Vangeli. ”Non c’è albero buono
che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni
albero, infatti, si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle
spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’Apostolo Paolo affermava: “Non fatevi
illusioni perché Dio non si lascia ingannare!” – Ciascuno raccoglierà quello
che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà
corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E
non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo
mieteremo”.
La legge morale, quale legge di causa ed
effetto, è richiamata, direttamente o indirettamente anche dai seguenti
precetti:
- “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete
condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; - «Non fare
agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te» (Il Libro di Tobia, 4,15). «Non
ferire gli altri in modi dai quali anche tu ti sentiresti ferito» (Buddhismo,
Udana-Varga 5,18);
- “Chi considera gli altri uguali a se stesso non
danneggia, non uccide” (Dhahammapada X, 129-130);
- “Nessuno di voi è un
credente fino a quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per
se stesso” (Hadith di An-Nawawi, 13).
- ”Tzu-kung domandò: «Vi è una parola su
cui si possa basare la condotta di tutta la vita?». «Essa è shu, reciprocità -
rispose Confucio. - Ciò che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri»
“(Confucio, (Lun-yü) I Dialoghi: 15,23 );
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Dal punto di vista evolutivo, poi, la morte
individuale è una conseguenza contenuta nel concetto stesso di infinito,
risultante di una discontinuità del processo vitale. Il significato biologico
di “vita”, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento
viene ottenuto mediante un continuo ricambio degli individui.
“Non siamo che foglie d’autunno che lasciano
la presa, perché la primavera ritrovi le sue originarie ragioni e la terra
confermi le sue speranze”. La nostra vita, come ogni altra forma è, allo stesso
tempo, l’altare sacrificale sul quale ci immoliamo volontariamente per onorare
la volontà del Mistero che, per i suoi figli benedetti, ha deciso, pace e
riposo. Lo stesso riposo che pretendiamo dai nostri piccoli, perché possano
sbocciare al sole della vita con ritrovata energia. Per questo, la morte, non è
che un momentaneo sonno ristoratore e rigenerante, dove le foglie che cadono e
le nuove gemme che sbocciano, sono le estreme condizioni che concorrono
all’immortalità dell’anima.
La morte, è la sola ed unica versione della macchina
del tempo che è in grado di riportarci all’origine di tutte le cose, per poi
dare inizio ad un nuovo ed infinito viaggio verso la consapevolezza.
Non esiste, per
tanto, nulla di più logico della morte e più irrazionale della paura di morire.
La vita e la morte sono le due facce di una stessa moneta, ma la vita è ciò che
rappresenta il suo valore. Nel regno dei morti, applicheremmo lo stesso
concetto, ma in modo esattamente opposto. Tutto questo non relativizza la
verità, anzi, la conferma come dogma assoluto, essendo la stessa, il paradigma
di due circostanze opposte, eccezionali ed estreme.
La vera morte è quella dello spirito e, tutto
ciò che resta, non è che tortura, vuoto, paura e schiavitù.
GJTirelli
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