mercoledì 27 novembre 2013

PRINCIPIO DI CAUSA EFFETTO - LA LEGGE DEL KARMA


PRINCIPIO DI CAUSA EFFETTO - LA LEGGE DEL KARMA

“Nessuno di voi è un credente, fino a quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per se stesso” (Hadith di An-Nawawi, 13).
-

Che dopo la morte esista un premio e un castigo (in che forma non è possibile saperlo) è una conclusione più che plausibile – un atto dovuto alle logiche che regolano il Mistero infinito e che, secondo “il principio di causa effetto”, ad ogni azione corrisponde una reazione. E’ dunque un “ragionamento” non filosofico, non intellettuale, né dogma religioso, ma evidenza, e ovvietà raziocinante. Se i comportamenti buoni o cattivi degli uomini su questa terra, non ne contenessero intrinsecamente un dono e una pena, ci sarebbe negata la capacità di discernere la verità dalla menzogna, la libertà dalla licenza e, più in generale, il bene dal male.
Il perdono, la terza via - (effetto riflesso/automatico della necessità di una profonda autocritica), si determina in virtù di una illuminante presa di
coscienza, e di una consapevolezza attinta dalle ragioni oggettive addentro al significato della vita stessa.   

Peter Deunov ammoniva: “Non ponete trappole per le menti e per i cuori delle persone, perché ci cadrete da soli”. Possono passare migliaia di anni dalla creazione di questa trappola, ma non la eviterete. Vi aspetterà secoli e migliaia di anni, ma vi sorprenderà da qualche parte. Voi pensate che nell’evoluzione non ci sia ritorno indietro. Non illudetevi, pensando di poter evitare la Legge del karma. In qualsiasi situazione siate, fino a qualsiasi punto siate arrivati, vi rimanderanno indietro per pagare i vostri debiti e dopo potrete continuare. Un giorno proverete i pensieri e i sentimenti che avete creato e mandato nello spazio. “Essi ritorneranno da voi, e sentirete i loro buoni e i loro cattivi risultati”. Questo sottintende il detto bulgaro: “Mieterai quello che semini ”. Ognuno mieterà quello che seminò un tempo”.
Viviamo in un mondo che ci “appare materiale ma che è la manifestazione e condensazione della complessa realtà quantistica, a partire dallo stadio atomico fino ai livelli macroscopici descritti dalla fisica classica - la realtà si condensa in una struttura veramente oggettiva e materiale”
Quando l’uomo usa scorrettamente le risorse psichiche contro la loro destinazione assegnata, allora, questo è il male. Il male presente nella società deriva, infatti, dalle scelte compiute da singoli uomini. Le ambizioni di dominio e di possesso, che tanti danni provocano nella nostra vita, derivano da individui che hanno scelto di assumere questi istinti a metro comportamentale. La legge della polarità ci insegna che le energie istintive sono fisiologiche, e che pertanto, bisogna imparare ad usarle per trasformarle in energie costruttive

La metafora del seme (racchiuso nei pensieri, intenzioni e desideri) che germoglia in azioni, è ben presente anche nello Yoga. La legge di causa ed effetto è conosciuta nella letteratura orientale anche come "legge del karma" (termine sanscrito traducibile come agire o azione).
L’uomo non può vivere in nessun’altra situazione all’infuori di quella che gli viene creata dalla sua vita antecedente. Questo collegamento di un’entità con i risultati delle sue azioni, è la legge del Karma che regge l’intero universo. L’attività divenuta destino, è Karma. Finché rimane affetto dalla percezione di sensazioni, quali il piacere e simili, l'uomo è soggetto alle conseguenze di azioni accumulate antecedentemente. L'atto precede invariabilmente il sorgere del frutto ad esso relativo, e non v'è luogo in cui si possa sfuggire all'azione. Il caso si presenta simile a quello di una freccia scoccata verso un bersaglio, che non è più possibile richiamare indietro.
Il nesso tra il seme contenuto nel cuore e il frutto esteriore prodotto, è evidente anche nei Vangeli. ”Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’Apostolo Paolo affermava: “Non fatevi illusioni perché Dio non si lascia ingannare!” – Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo”.
La legge morale, quale legge di causa ed effetto, è richiamata, direttamente o indirettamente anche dai seguenti precetti: 
- “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; - «Non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te» (Il Libro di Tobia, 4,15). «Non ferire gli altri in modi dai quali anche tu ti sentiresti ferito» (Buddhismo, Udana-Varga 5,18); 
- “Chi considera gli altri uguali a se stesso non danneggia, non uccide” (Dhahammapada X, 129-130);
- “Nessuno di voi è un credente fino a quando non desidera per il suo fratello quello che desidera per se stesso” (Hadith di An-Nawawi, 13).
- ”Tzu-kung domandò: «Vi è una parola su cui si possa basare la condotta di tutta la vita?». «Essa è shu, reciprocità - rispose Confucio. - Ciò che non vuoi sia fatto a te non fare agli altri» “(Confucio, (Lun-yü) I Dialoghi: 15,23 );
-

Dal punto di vista evolutivo, poi, la morte individuale è una conseguenza contenuta nel concetto stesso di infinito, risultante di una discontinuità del processo vitale. Il significato biologico di “vita”, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto mediante un continuo ricambio degli individui.
“Non siamo che foglie d’autunno che lasciano la presa, perché la primavera ritrovi le sue originarie ragioni e la terra confermi le sue speranze”. La nostra vita, come ogni altra forma è, allo stesso tempo, l’altare sacrificale sul quale ci immoliamo volontariamente per onorare la volontà del Mistero che, per i suoi figli benedetti, ha deciso, pace e riposo. Lo stesso riposo che pretendiamo dai nostri piccoli, perché possano sbocciare al sole della vita con ritrovata energia. Per questo, la morte, non è che un momentaneo sonno ristoratore e rigenerante, dove le foglie che cadono e le nuove gemme che sbocciano, sono le estreme condizioni che concorrono all’immortalità dell’anima.   
La morte, è la sola ed unica versione della macchina del tempo che è in grado di riportarci all’origine di tutte le cose, per poi dare inizio ad un nuovo ed infinito viaggio verso la consapevolezza.
Non esiste, per tanto, nulla di più logico della morte e più irrazionale della paura di morire. La vita e la morte sono le due facce di una stessa moneta, ma la vita è ciò che rappresenta il suo valore. Nel regno dei morti, applicheremmo lo stesso concetto, ma in modo esattamente opposto. Tutto questo non relativizza la verità, anzi, la conferma come dogma assoluto, essendo la stessa, il paradigma di due circostanze opposte, eccezionali ed estreme.
La vera morte è quella dello spirito e, tutto ciò che resta, non è che tortura, vuoto, paura e schiavitù.


GJTirelli

Nessun commento: