martedì 31 dicembre 2013

Discorso di Fine Anno alla Nazione di Gianni John Tirelli

Discorso di Fine Anno alla Nazione di Gianni John Tirelli

DISCORSO DI FINE ANNO ALLA NAZIONE – 31 dicembre  2013

Io sono figlio di quel mondo che voi avete assassinato, sono il discendente di quel popolo che avete brutalmente perseguitato, umiliato e distrutto; sono sopravvissuto e oggi sono qui, vivo sulla terra che una volta apparteneva alla mia gente, vivo in mezzo a voi, respiro l'aria che un tempo respiravano i miei fratelli. Oggi siamo rimasti in pochi, voi siete in tanti, vi definite americani, anche più americani di me - noi per voi eravamo selvaggi… ma guardatevi ora, guardate come avete plasmato questo continente una volta ridente, in pace con se stesso, verde, rigoglioso e incontaminato, adesso triste, sporco di denaro, di cemento e di acciaio. Ora ditemi chi è più selvaggio tra chi c'era prima e chi c'è oggi… Aloysios Dreaming Bear - discendente Lakota

Gente d’Italia, è di questo che vi voglio parlare. E per amore di sintesi, tralascio ogni riluttante, ipocrita formalismo, e retorico augurio di un buon anno, foriero, come si dice in questi casi, di speranze e di aspettative. Non c’è nessuna luce in fondo al tunnel - il futuro di questo paese è nero, nero come la pece. E non intendo turbare il comune buon senso, trattando di bizzarre manovre, di riforme, di crescita e di sviluppo; ritornello fastidioso di una politica sempre più becera, ipocrita, cialtrona, assurta al rango di Grande Diseducatore.
E’ la salute, invece, l’argomento del mio discorso, essendo per evidenti motivi, la questione delle questioni, che ha reso insignificante e inesistente ogni altro problema ed emergenza. Lei è il dono dei doni, la meta da perseguire e dalla quale non si può prescindere, perché senza di essa, cessa ogni ragione d’essere. Si, la salute, un diritto oggi calpestato dall’ingordigia di stomaci senza fondo, che come buchi neri risucchiano nel loro vortice le nostre vite.
Cari amici, il 2013 se ne sta andando, lasciandosi dietro un bel mucchio di cadaveri, effetto ultimo di quel piano di sistematica contaminazione ambientale che l’imprenditoria italiana riversa sul territorio, come se ottemperasse ad un diritto naturale. Tutta la catena alimentare è stata compromessa e, con lei, la salute e l’esistenza dei nostri figli e nipoti. Patologie tumorali, neurologiche in esponenziale aumento (e mille altri disturbi e malesseri dalla sinistra natura), sono la conseguenza drammatica relativa ai comportamenti criminogeni di questa classe politica, che ha anteposto gli affari e il profitto particolare, al bene comune e allo stato di diritto. La politica del non intervento, del lasciare fare e lasciare passare, la politica delle omissioni, volontarie e premeditate, la politica dei favoritismi, dei nepotismi, delle regalie - la politica delle privatizzazioni, mirate agli amici, e agli amici degli amici. Un paese dissanguato e consegnato nelle grinfie di loschi figuri, che dopo averlo depredato e spolpato a dovere, ne hanno lasciato una miserevole carcassa maleodorante.
No, amici, non è stato un buon Natale questo! Non lo è stato per nessun cittadino che abbia a cuore e compreso il concetto di civiltà – non lo è per nessun uomo consapevole, per nessun cristiano che si ritenga tale. Non c’è buon Natale nella terra dei fuochi, non si chieda bontà e perdono alle madri orfane dei loro figli e mariti, sacrificati al Dio del Profitto nel suolo di Puglia, di Sicilia e delle progredite regioni del nord – non c’è Natale per i ricorrenti omicidi di stato, svenduti per suicidi dalla propaganda mediatica, asservita alle logiche perverse dei partiti.
Fino a quando il lavoro in fabbrica ucciderà ancora cittadini innocenti, fino a quando la disoccupazione costringerà al suicidio, e le industrie di Satana persisteranno a produrre scorie e rifiuti tossici, non parlatemi di ripresa, di crescita e di sviluppo – ed esimetevi da ogni farisaico augurio di buon anno, che sia di lavoro, di felicità o di buona salute!
Fino a quando, l’aria, l’acqua e la terra, non riacquisterà la sua primordiale purezza, e tutti gli esseri viventi, la loro dignità – fino a quando l’etica, la morale, non tornerà a confortare il cuore dell’uomo, allora, se questo non succederà, non parlateci di ripresa, di crescita e di sviluppo ma, ancor di più, non parlatemi di civiltà, di progresso e di libertà.
La vera miseria, oggi, va ben oltre la mera mancanza di denaro, ma del diritto inalienabile alla salute, che per nessun motivo al mondo può essere eluso o, ancora peggio, mercificato con il sangue dei nostri figli e nipoti. Ed è questo il motivo per cui ci dobbiamo ribellare, vendicare, e mettere a ferro e fuoco il Sistema Potere, per porre fine al suo piano di contaminazione, ambientale, alimentare e mediatica.
Diversamente, non troveremo più la forza, né il coraggio e la volontà di lottare, al fine di potere assicurare un futuro decente ai nostri figli, e dare loro quell'autonomia che possa garantirgli libertà e dignità, sottraendoli da ogni futuro compromesso, umiliazione e servilismo con il Sistema Potere Bestia.
Un governo che non legifera prontamente, penalmente, contro i sistematici abusi, violazioni e attacchi mortali inferti all’ambiente, ha l’obbligo/dovere di rassegnare le sue dimissioni, seduta stante, di costituirsi alle forze dell’ordine, per essere in seguito giudicato da un tribunale popolare, e condannato come il mandante di tutti i decessi prodotti dall’avvelenamento industriale. Per questo, è colpevole di strage – colpevole di disastro ambientale volontario – colpevole di altro tradimento verso la nazione – colpevole di crimini commessi contro l’umanità.
Un parlamento, che legifera ad hoc per compiacere le richieste di lobbysti malavitosi, imprenditori inquinatori, e palazzinari cornuti, non ha titolo di rappresentare un paese civile, ma una società a delinquere; una marmaglia di procacciatori d’affari che hanno trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione, dove si mercifica la dignità altrui, a suon di poltrone, di denaro e di puttane.
Questa gente è priva del più elementare senso di colpa e timore di Dio - esseri spregevoli che non conoscono la vergogna, e gonfiano il petto, inorgogliti di fronte al mondo, per avere saputo tramare, rubare, corrompere, senza pagarne pegno. Forti di quel diritto all’impunità che si sono ritagliati su misura per meglio espletare ogni sorta di malaffare e nefandezza, e trincerandosi dietro un’omertà condivisa che oscuri ogni traccia dei loro atti.
Avremmo anche potuto soprassedere, sulla loro incompetenza, l’arroganza, e la connaturata propensione al crimine, ma quando gli effetti di tali comportamenti vanno a ricadere sulla salute e la vita dei nostri figli, bambini, e future generazioni, allora non più c’è un attimo da perdere. Vanno fermarti!  Li dobbiamo andare a prendere a casa, uno per uno – e costi quel che costi - per impartire loro quella dovuta, irrinunciabile, e salutare “lezione”, tale da rieducarli al senso di responsabilità, e perché finalmente comprendano il significato di “società civile”, di dignità, e di bene comune.
Ma loro sono qui, e ancora oggi ci parlano di crescita e di agganciare la ripresa!
Quale decerebrato può ancora credere in un aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non siano gli stessi che l’economia hanno affossato?  Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta dell’attività produttiva industriale, fino al suo azzeramento.
Non c’è nulla in questo mondo che possa crescere oltre un certo limite, che non sia la stupidità dell’uomo moderno, né tanto meno questo Sistema marcio, che non è più in grado neppure di smaltire ciò che produce, né di liberarsi da tutti quei rifiuti e scorie tossiche, che senza sosta rigurgita sul territorio.
Quella che oggi perseverano a definire una crisi, in realtà è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine di un mondo. Il pianeta Terra, amici, è sul punto di collassare, sommerso da un oceano di spazzatura, e nessuna pragmatica ed esemplare bonifica, la potrà mai decontaminare, ripulire e risanare. Il Sistema Liberista Relativista si sta spegnendo, e non ci sarà crescita o sviluppo che potrà rianimarlo dal “coma farmacologico” al quale è stato sottoposto. Abbiamo alterato il clima in forma irreversibile – migliaia di fabbriche fumanti pregnano l’aria di CO2 e di gas tossici, e laghi, fiumi e mari, ridotti a cloache a cielo aperto! Tutto sembra una giostra impazzita, dove la politica, la finanza, l’imprenditoria, e i grandi gruppi di potere, fanno a gara per accaparrarsi le ultime residue risorse, ancora rimaste nelle tasche dei cittadini, mentre la disoccupazione avanza inarrestabile, e rischia di trascinare l’umanità dentro una guerra fratricida senza quartiere. Umanamente, è una condizione non è più sostenibile! Necessita pertanto, una svolta radicale, signori, e rivoluzionaria, perché tutto non vada perduto.
Che cosa racconteremo, e come spiegheremo di questo mondo alle generazioni a venire, quando la terra non sarà più coltivabile, l’acqua imbevibile, e l’aria irrespirabile? Diremo loro che è stato fatto nel nome del bene comune, o mentiremo, affermando che è l’opera di Dio? O, ancora meglio, minimizzeremo, giustificandoli come gli effetti collaterali del progresso e del percorso di civiltà.
Noi abbiamo il dovere morale di consegnare ai nostri figli la bellezza, la giustizia e la verità; strumenti oramai consunti, si…, ma i soli in grado di scalzare i parametri relativistici di riferimento, che hanno caratterizzato le moderne società dei consumi, per sostituirli con criteri di giudizio reali, e inossidabili e irriducibili punti fermi.
Dobbiamo condurre i nostri figli per mano verso la consapevolezza, perché sappiano distinguere la libertà dalla licenza, la verità dalla contraffazione, e il progresso dalla catastrofe ambientale. E perché quel giorno, non ci maledicano per averli messi al mondo.
Presto la disoccupazione raggiungerà livelli impressionanti, e forse allora cominceremo tutti a capire che solo la terra è il vero potere – il solo padrone al quale possiamo sottometterci serenamente, senza diventarne schiavi e servi, ma ritrovare in Lei l’autentico significato di libertà, di progresso e di civiltà.

GJTirelli

Nessun commento: