Io sono figlio di quel mondo che voi avete
assassinato, sono il discendente di quel popolo che avete brutalmente
perseguitato, umiliato e distrutto; sono sopravvissuto e oggi sono qui, vivo
sulla terra che una volta apparteneva alla mia gente, vivo in mezzo a voi,
respiro l'aria che un tempo respiravano i miei fratelli. Oggi siamo rimasti in
pochi, voi siete in tanti, vi definite americani, anche più americani di me -
noi per voi eravamo selvaggi… ma guardatevi ora, guardate come avete plasmato
questo continente una volta ridente, in pace con se stesso, verde, rigoglioso e
incontaminato, adesso triste, sporco di denaro, di cemento e di acciaio. Ora
ditemi chi è più selvaggio tra chi c'era prima e chi c'è oggi… Aloysios Dreaming Bear - discendente Lakota
Gente d’Italia, è di questo che vi voglio
parlare. E per amore di sintesi, tralascio ogni riluttante, ipocrita
formalismo, e retorico augurio di un buon anno, foriero, come si dice in questi
casi, di speranze e di aspettative. Non c’è nessuna luce in fondo al tunnel -
il futuro di questo paese è nero, nero come la pece. E non intendo turbare il
comune buon senso, trattando di bizzarre manovre, di riforme, di crescita e di
sviluppo; ritornello fastidioso di una politica sempre più becera, ipocrita,
cialtrona, assurta al rango di Grande Diseducatore.
E’ la salute, invece, l’argomento del mio
discorso, essendo per evidenti motivi, la questione delle questioni, che ha
reso insignificante e inesistente ogni altro problema ed emergenza. Lei è il
dono dei doni, la meta da perseguire e dalla quale non si può prescindere, perché
senza di essa, cessa ogni ragione d’essere. Si, la salute, un diritto oggi
calpestato dall’ingordigia di stomaci senza fondo, che come buchi neri
risucchiano nel loro vortice le nostre vite.
Cari amici, il 2013 se ne sta andando, lasciandosi
dietro un bel mucchio di cadaveri, effetto ultimo di quel piano di sistematica
contaminazione ambientale che l’imprenditoria italiana riversa sul territorio,
come se ottemperasse ad un diritto naturale. Tutta la catena alimentare è stata
compromessa e, con lei, la salute e l’esistenza dei nostri figli e nipoti.
Patologie tumorali, neurologiche in esponenziale aumento (e mille altri
disturbi e malesseri dalla sinistra natura), sono la conseguenza drammatica
relativa ai comportamenti criminogeni di questa classe politica, che ha
anteposto gli affari e il profitto particolare, al bene comune e allo stato di
diritto. La politica del non intervento, del lasciare fare e lasciare passare,
la politica delle omissioni, volontarie e premeditate, la politica dei
favoritismi, dei nepotismi, delle regalie - la politica delle privatizzazioni,
mirate agli amici, e agli amici degli amici. Un paese dissanguato e consegnato
nelle grinfie di loschi figuri, che dopo averlo depredato e spolpato a dovere,
ne hanno lasciato una miserevole carcassa maleodorante.
No, amici, non è
stato un buon Natale questo! Non lo è stato per nessun cittadino che abbia a
cuore e compreso il concetto di civiltà – non lo è per nessun uomo consapevole,
per nessun cristiano che si ritenga tale. Non c’è buon Natale nella terra dei
fuochi, non si chieda bontà e perdono alle madri orfane dei loro figli e
mariti, sacrificati al Dio del Profitto nel suolo di Puglia, di Sicilia e delle
progredite regioni del nord – non c’è Natale per i ricorrenti omicidi di stato,
svenduti per suicidi dalla propaganda mediatica, asservita alle logiche
perverse dei partiti.
Fino a quando il lavoro in fabbrica ucciderà
ancora cittadini innocenti, fino a quando la disoccupazione costringerà al
suicidio, e le industrie di Satana persisteranno a produrre scorie e rifiuti
tossici, non parlatemi di ripresa, di crescita e di sviluppo – ed esimetevi da
ogni farisaico augurio di buon anno, che sia di lavoro, di felicità o di buona
salute!
Fino a quando, l’aria, l’acqua e la terra,
non riacquisterà la sua primordiale purezza, e tutti gli esseri viventi, la
loro dignità – fino a quando l’etica, la morale, non tornerà a confortare il
cuore dell’uomo, allora, se questo non succederà, non parlateci di ripresa, di
crescita e di sviluppo ma, ancor di più, non parlatemi di civiltà, di progresso
e di libertà.
La vera miseria, oggi, va ben oltre la mera
mancanza di denaro, ma del diritto inalienabile alla salute, che per nessun
motivo al mondo può essere eluso o, ancora peggio, mercificato con il sangue
dei nostri figli e nipoti. Ed è questo il motivo per cui ci dobbiamo ribellare,
vendicare, e mettere a ferro e fuoco il Sistema Potere, per porre fine al suo
piano di contaminazione, ambientale, alimentare e mediatica.
Diversamente, non troveremo più la forza, né
il coraggio e la volontà di lottare, al fine di potere assicurare un futuro
decente ai nostri figli, e dare loro quell'autonomia che possa garantirgli
libertà e dignità, sottraendoli da ogni futuro compromesso, umiliazione e
servilismo con il Sistema Potere Bestia.
Un governo che non legifera prontamente,
penalmente, contro i sistematici abusi, violazioni e attacchi mortali inferti
all’ambiente, ha l’obbligo/dovere di rassegnare le sue dimissioni, seduta
stante, di costituirsi alle forze dell’ordine, per essere in seguito giudicato
da un tribunale popolare, e condannato come il mandante di tutti i decessi
prodotti dall’avvelenamento industriale. Per questo, è colpevole di strage –
colpevole di disastro ambientale volontario – colpevole di altro tradimento
verso la nazione – colpevole di crimini commessi contro l’umanità.
Un parlamento, che legifera ad hoc per
compiacere le richieste di lobbysti malavitosi, imprenditori inquinatori, e
palazzinari cornuti, non ha titolo di rappresentare un paese civile, ma una
società a delinquere; una marmaglia di procacciatori d’affari che hanno
trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione, dove
si mercifica la dignità altrui, a suon di poltrone, di denaro e di puttane.
Questa gente è priva del più elementare senso
di colpa e timore di Dio - esseri spregevoli che non conoscono la vergogna, e gonfiano
il petto, inorgogliti di fronte al mondo, per avere saputo tramare, rubare,
corrompere, senza pagarne pegno. Forti di quel diritto all’impunità che si sono
ritagliati su misura per meglio espletare ogni sorta di malaffare e nefandezza,
e trincerandosi dietro un’omertà condivisa che oscuri ogni traccia dei loro
atti.
Avremmo anche potuto soprassedere, sulla loro
incompetenza, l’arroganza, e la connaturata propensione al crimine, ma quando
gli effetti di tali comportamenti vanno a ricadere sulla salute e la vita dei
nostri figli, bambini, e future generazioni, allora non più c’è un attimo da
perdere. Vanno fermarti! Li
dobbiamo andare a prendere a casa, uno per uno – e costi quel che costi - per
impartire loro quella dovuta, irrinunciabile, e salutare “lezione”, tale da
rieducarli al senso di responsabilità, e perché finalmente comprendano il
significato di “società civile”, di dignità, e di bene comune.
Ma loro sono qui, e ancora oggi ci parlano di
crescita e di agganciare la ripresa!
Quale decerebrato può ancora credere in un
aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non siano gli
stessi che l’economia hanno affossato?
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più
fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in
questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa
salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta
dell’attività produttiva industriale, fino al suo azzeramento.
Non c’è nulla in questo mondo che possa
crescere oltre un certo limite, che non sia la stupidità dell’uomo moderno, né
tanto meno questo Sistema marcio, che non è più in grado neppure di smaltire
ciò che produce, né di liberarsi da tutti quei rifiuti e scorie tossiche, che
senza sosta rigurgita sul territorio.
Quella che oggi perseverano a definire una
crisi, in realtà è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine di un
mondo. Il pianeta Terra, amici, è sul punto di collassare, sommerso da un
oceano di spazzatura, e nessuna pragmatica ed esemplare bonifica, la potrà mai
decontaminare, ripulire e risanare. Il Sistema Liberista Relativista si sta
spegnendo, e non ci sarà crescita o sviluppo che potrà rianimarlo dal “coma
farmacologico” al quale è stato sottoposto. Abbiamo alterato il clima in forma
irreversibile – migliaia di fabbriche fumanti pregnano l’aria di CO2 e di gas
tossici, e laghi, fiumi e mari, ridotti a cloache a cielo aperto! Tutto sembra
una giostra impazzita, dove la politica, la finanza, l’imprenditoria, e i
grandi gruppi di potere, fanno a gara per accaparrarsi le ultime residue
risorse, ancora rimaste nelle tasche dei cittadini, mentre la disoccupazione
avanza inarrestabile, e rischia di trascinare l’umanità dentro una guerra
fratricida senza quartiere. Umanamente, è una condizione non è più sostenibile!
Necessita pertanto, una svolta radicale, signori, e rivoluzionaria, perché
tutto non vada perduto.
Che cosa
racconteremo, e come spiegheremo di questo mondo alle generazioni a venire,
quando la terra non sarà più coltivabile, l’acqua imbevibile, e l’aria
irrespirabile? Diremo loro che è stato fatto nel nome del bene comune, o
mentiremo, affermando che è l’opera di Dio? O, ancora meglio, minimizzeremo,
giustificandoli come gli effetti collaterali del progresso e del percorso di
civiltà.
Noi abbiamo il
dovere morale di consegnare ai nostri figli la bellezza, la giustizia e la
verità; strumenti oramai consunti, si…, ma i soli in grado di scalzare i
parametri relativistici di riferimento, che hanno caratterizzato le moderne
società dei consumi, per sostituirli con criteri di giudizio reali, e
inossidabili e irriducibili punti fermi.
Dobbiamo condurre i nostri figli per mano
verso la consapevolezza, perché sappiano distinguere la libertà dalla licenza,
la verità dalla contraffazione, e il progresso dalla catastrofe ambientale. E
perché quel giorno, non ci maledicano per averli messi al mondo.
Presto la disoccupazione raggiungerà livelli
impressionanti, e forse allora cominceremo tutti a capire che solo la terra è
il vero potere – il solo padrone al quale possiamo sottometterci serenamente,
senza diventarne schiavi e servi, ma ritrovare in Lei l’autentico significato
di libertà, di progresso e di civiltà.
GJTirelli
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