giovedì 26 dicembre 2013

LA PAURA COME ARMA DI CONTROLLO DI MASSA...G.Tirelli


LA PAURA COME ARMA DI CONTROLLO DI MASSA

L’effetto più crudele che la società dei consumi ha prodotto sugli individui, e che più di ogni altro ne condiziona le scelte e i comportamenti, si identifica in un disagio psichico invalidante e costante, che ne compromette ogni forma di felicità, passione, crescita umana e sentimento di solidarietà. L’origine di questo stato mentale, si colloca in quella dimensione di paura architettata ad arte dal Sistema Potere, in virtù della quale è in grado di influenzare e suggestionare i comportamenti individuali omologandoli ai suoi interessi particolari e più nefandi. Questa eccezionale forma di omologazione, dettata dalla paura, costringe gli individui ad adeguarsi ad una sottocultura dominante, inattiva e monolitica, senza potersi concedere slanci personalistici verso l’esterno,
castrando ogni impulso liberatorio e rivoluzionario.
La paura di essere additato come “diverso” li fa precipitare in uno stato di angoscia persistente, che solo un rientro nell’omologazione, può attenuare. Questo è lo spaccato delle nostre moderne società liberiste che, per tale motivo, non sono in grado di aspirazioni, personalizzazioni e di rivoluzioni. L’uso politico della paura, poi, brandita come arma, attraverso l’opera di mistificazione della verità e di contraffazione della realtà, si prefigge lo scopo di allertare e dissuadere la gente da scelte personali, incompatibili con le strategie populiste e perverse del Potere. La paura indotta dall’incertezza economica, dalla precarietà del lavoro, dall’assenza di futuro, dal trauma della separazione, e ancora, la paura del diverso, sono tutte moderne e giustificate forme patologiche di paura, indotte da una condizione sociale e ambientale già oltre i ragionevoli limiti della comprensione. Tutte quante insieme, sono l’estensione di quel primario disagio esistenziale che si identifica nella paura della morte. Un tale stato di cose, non è che risultato dell’assenza di spiritualità, congiunta alla perdita di autonomia, di autosufficienza e indipendenza intellettuale e, più in generale, di quella autentica libertà che trasforma in, “civile”, una società devastata dalla barbarie.
Abbiamo mercificato con il Sistema Liberista Relativista le nostre originarie responsabilità individuali, rinunciando agli indispensabili parametri di riferimento, in cambio di subdole dipendenze, effimera vanità e quotidiana trasgressione. Ci hanno spacciato licenza per libertà, e omologazione per benessere, e tutto questo si è tradotto in paura, incertezza e frustrazione.
La paura, interviene nella nostra vita, come un grosso masso, che ci preclude ogni vera gioia e speranza. Per questo, ogni comportamento umano che non sottostà a tali principi, tende a produrre scorie mentali e detriti morali che vanno ad occludere, ostruire, le finissime trame di quel filtro che è la nostra coscienza. Mantenerlo pulito è il nostro compito. La paura, oggi, è il perno intorno al quale ruota la nostra esistenza, condizionando le nostre scelte, i rapporti umani, emozioni e sentimenti.
E’ la paura, l’origine prima della depressione – un tormento esistenziale che affonda le sue radici nella mancanza di autostima e personale gratificazione. Le società moderne e consumiste sono permeate da questo disagio invalidante, che finisce con l’appiattire e omologare gli individui dentro una condizione di particolare subalternità e, in molti casi, di schiavitù verso l’idea dominante del Sistema Liberista Relativista - oggi, unico e solo parametro di riferimento. Non esistono scorciatoie alternative, al sentiero luminoso che ci conduce alla felicità! Ogni strategia risulta, essere vana e ci allontana ulteriormente dalla felicità, dalla comprensione della vita, in antitesi con la volontà del Mistero. Il percorso che ci conduce alla felicità, diversamente, è immacolato e ininterrotto, come l’acqua del fiume che, dalla sorgente, scorre fluida e limpida dentro l’alveo del suo destino, per poi sconfinare dentro l’immenso mare delle sue ragioni.
Se non siamo in grado di recuperare (e non lo siamo) tutte quelle scale di valori e di principi etici, che abbiamo mercificato in cambio di vizio, perversione, indolenza e vanità, la Grande Paura avvolgerà per sempre i nostri cuori, e in nessun’altra dimensione troveremo conforto ai morsi della nostra disubbidienza.


GJTirelli

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