martedì 25 marzo 2014

GENOVA : BOLLETTINO PIAGGIO - MARZO 2014...... REALTA' E FINZIONE DEL RENZISMO


GENOVA : BOLLETTINO PIAGGIO - MARZO 2014

" Lotta di classe " , bollettino Piaggio Aero , S.Ponente - Ge

23 Marzo 2014
“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi !! “ (K. Marx)

EDITORIALE :

REALTA' E FINZIONE DEL RENZISMO

L'operazione economica annunciata da Renzi mercoledì 12 Marzo va denunciata per quello che è, ma anche compresa nel suo significato politico di fondo.
Nel merito, non siamo in presenza di nessuna “svolta buona” per le condizioni reali della classe operaia italiana. Gli 80 euro in busta paga promessi corrispondono all' aumento parallelo delle addizionali locali Irpef che il governo ha liberalizzato.

Le coperture principali verranno dai tagli alla spesa pubblica, e quindi dalla spesa sociale (prelievo su pensioni di 2500 euro lorde, nuovi tagli alla sanità concordati coi governi regionali di centrodestra e centrosinistra, riduzione dei trasferimenti alle ferrovie e TPL coperti da un nuovo aumento di tariffe e biglietti, eventuale compressione delle già miserabili pensioni di reversibilità...).

I padroni incassano una nuova riduzione dell'Irap, a vantaggio dei loro profitti e a danno della sanità pubblica (oggi coperta dall' Irap); e ottengono soprattutto, per decreto, la completa liberalizzazione dei contratti a termine e ulteriori vantaggi sull'apprendistato, quindi una nuova espansione di lavoro precario e ricattabile. Il plauso di Sacconi è più che giustificato.
Sul piano politico, il nuovo Presidente del Consiglio mostra nel modo più nitido il proprio profilo populista al servizio della propria ambizione. Renzi ha scelto di scavalcare ogni relazione concertativa con le rappresentanze organizzate delle classi sociali, a partire da Confindustria e Sindacati, per realizzare la propria manovra.

Nel selezionare la distribuzione dei 10 miliardi, Renzi ha scelto di “privilegiare” il lavoro dipendente. Il fatto che questo “privilegiamento” sia assai modesto e copra oltretutto altri attacchi sociali, non contraddice il significato della scelta e il profilo pubblico dell'operazione.

Renzi ha scelto la priorità dei propri interessi elettorali immediati (elez. europee di Maggio) nel rapporto diretto con l'opinione pubblica, e imponendoli di fatto (per ora) anche al ministro dell'economia Padoan e al Presidente Napolitano, custodi diretti degli interessi del capitale finanziario e della UE.

Renzi si tiene così aperte due vie: o regge la sua linea populista e allora va avanti, consolidando attorno al proprio comando un quadro più solido e largo di sostegni politici e sociali, o in caso contrario si riserva la via delle elezioni politiche anticipate, tenendo in pugno la bandiera del “cambiamento” contro “la burocrazia e la vecchia politica”.

Nulla sarà semplice e scontato per le ambizioni di Renzi . Ma al tempo stesso il suo corso populista crea nuove difficoltà per il movimento operaio.

Le burocrazie sindacali e le sinistre italiane hanno una responsabilità enorme nell'ascesa del renzismo. Se un'operazione modesta e largamente truffaldina sui salari può apparire a settori proletari come una “svolta buona”, è perché i governi precedenti fecero operazioni più pesanti col consenso o il lasciapassare delle burocrazie. Inclusi peraltro i governi di centrosinistra, col sostegno e la partecipazione del PRC, come i vari governi Prodi.

La necessità di un'altra direzione e di una svolta del movimento operaio è riproposta una volta di più dal nuovo scenario politico. Solo un programma generale e indipendente della classe operaia, e una mobilitazione di massa unitaria e radicale attorno ad essa, possono ricomporre su una frontiera di classe il blocco sociale alternativo.

Senza questa svolta, rischia di allargarsi ulteriormente, tra gli stessi lavoratori, lo spazio di manovra del populismo.

ECHI :

BASTA PAROLE, E' L'ORA DEI FATTI
Se c'è una cosa che era emersa chiaramente dall' assemblea pubblica di Lunedì 17 Marzo, in una sala mensa gremita, è che per la maggioranza dei lavoratori presenti è finito
il tempo delle parole e delle promesse, e che adesso c'è bisogno di fatti concreti. E ciò significa : ritiro del piano industriale presentato lo scorso 8 Gennaio dall' Azienda, stop ad ogni ipotesi di esuberi ed esternalizzazioni, ed il rispetto del piano concordato nel 2008, che prevedeva garanzie sui posti di lavoro ed investimenti su Sestri. E poiché anche nell'incontro del 20 Marzo l' Azienda ha nuovamente riconfermato le stesse posizioni di inizio anno, è bene che i lavoratori adesso si preparino alla lotta dura.

PER L' OCCUPAZIONE AD OLTRANZA DELLO STABILIMENTO DI SESTRI
La lotta degli operai dello stabilimento di Sestri, al momento, prosegue pur manifestando luci ed ombre: le varie assemblee, scioperi con presidi e cortei vari, senza un piano di continuità, ma gestiti col contagocce dagli attuali rappresentanti sindacali, non ha prodotto risultati significativi. Ha solo prodotto illusioni e fatto perdere la pazienza a molti. Adesso c'è bisogno di ben altro.! Occorre promuovere un' azione di lotta dura che punti a respingere il piano aziendale, mediante l' occupazione ad oltranza del sito genovese. I lavoratori eleggano un vero comitato di sciopero composto da delegati combattivi eletti a maggioranza. E promuovano la creazione di una cassa di resistenza per sostenere tale azione di lotta. Solo una simile iniziativa di lotta, nella situazione attuale, potrà costringere l' azienda a fare concessioni.

NESSUNA DELEGA ALLE ISTITUZIONI, PER L' UNITA' DEI LAVORATORI
I vari incontri con l' Azienda e le Istituzioni si sono dimostrati finora inconcludenti, e sono serviti a mantenere buoni i lavoratori e ad illuderli che la soluzione dei problemi potesse giungere da qualcun’altro. E’ il modo migliore per far loro perdere la fiducia nella propria forza. Gli operai Piaggio di Sestri non devono uscire dalla fabbrica per cercare solo visibilità mediatica o per manifestare la loro rabbia e, meno che mai, per supplicare l’intervento di qualche autorità locale. Ma devono mirare a raggiungere i lavoratori delle altre fabbriche del territorio, a partire da quelli delle aziende in crisi, per metterli al corrente della loro vertenza in corso e chiedere loro di solidarizzare attivamente con la loro lotta. Solo uscendo dall’isolamento è possibile vincere la battaglia per il mantenimento di tutti i posti di lavoro. L’unico licenziamento accettabile è quello dei padroni della Piaggio!

NO ALLA GUERRA TRA POVERI
Dopo l' incontro inconcludente del 20 Marzo , sono in molti a pensare che i delegati del sito di Finale abbiano scelto di rompere il fronte sindacale in cambio di presunti accordi sottobanco.E' necessario fare chiarezza al più presto, mediante assemblee aperte a tutti i lavoratori. Ciascun delegato si deve assumere le proprie responsabilità, senza tergiversare. Da parte nostra ribadiamo che agendo divisi, i lavoratori Piaggio saranno più deboli, e più facilmente saranno sconfitti, prima gli uni e poi gli altri... a tutto vantaggio dei padroni. NO alle divisioni, PER l' unità dei lavoratori Piaggio.!!

LA LOTTA DEGLI OPERAI DELLA DEMA
La DEMA è una grande azienda dell' indotto aeronautico di Alenia, con ben 800 lavoratori e stabilimenti a Somma Vesuviana, Pomigliano, Brindisi e Tunisi. Costruisce componenti di elicotteri Agusta, di aerei Airbus A380, del Bombardier C.S., del Boeing 787, … per conto di Alenia. Nonostante abbondi di commesse,lo scorso 11 Febbraio la dirigenza aveva annunciato di voler licenziare 61 lavoratori e di non voler rinnovare 40 contratti a termine nei siti di Somma Vesuviana e Pomigliano. La motivazione usata era quella del presunto dissesto finanziario provocato da un eccessivo indebitamento contratto con le banche nel 2008. In realtà si trattava di una manovra aziendale finalizzata ad abbassare i salari ed aumentare la flessibilità e la precarizzazione del lavoro. Gli operai hanno prontamente risposto con una raffica di scioperi e picchetti bloccando per giorni la produzione.. Alla fine (24 Febbraio) l' Azienda ha deciso di revocare i licenziamenti, stipulando un nuovo accordo che prevede strumenti alternativi, quali il ricorso alla CIGS a rotazione per due anni e corsi di formazione retribuiti in modo da evitare tagli al reddito.


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PCL - GENOVA

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