lunedì 23 giugno 2014

L’ALBERO DELLA “CUCCAGNA” E’ MOTRTO STECCHITO!





L’ALBERO DELLA “CUCCAGNA” E’ MOTRTO STECCHITO!

In una condizione normale (rispettosa dei ritmi e bio/ritmi intrinseci alla natura stessa) una qualsiasi forma di vita, che sia un essere umano, una pianta di pomodori o un albero da frutto, cresce in virtù di un meccanismo armonico funzionale alle ragioni e alle logiche della sua stessa esistenza. Dopo di che, raggiunto il suo punto massimo di sviluppo, si stabilizzerà dando il via alla produzione periodica/stagionale dei suoi frutti, secondo un calendario biologico connaturato all’origine.
Se il nostro albero, beneficia di un terreno e di una esposizione, compatibili con le sue esigenze, si gioverà di uno sviluppo omogeneo, equilibrato, crescendo sano, robusto e con radici profonde. Venendo a mancare tali presupposti, le possibilità di sopravvivere e di crescere sono praticamente nulle - a meno che non si intervenga con l’uso di qualche miracoloso prodotto chimico che possiamo serenamente acquistare al consorzio del maligno. In questo modo avrà una crescita ipertrofica, connotata da un fusto esile e allungato, con radici sottili e superficiali - con grandi foglie e tanti piccoli frutti senza alcun profumo e sapore. Un qualcosa a metà fra la vita e la morte - un ibrido a cui è stata sottratta l’anima e mutilato lo spirito, e che il primo colpo di vento abbatterà.

Ma cosa sarà mai questa “crescita” che tanto invochiamo, come panacea di tutti i mali e soluzione di ogni problema? In breve ci spiegano, si tratti di un fenomeno inerente ai sistemi economici moderni - un contesto caratterizzato da un incremento nello sviluppo ovvero un incremento che riguarda la ricchezza, i consumi, la produzione di merci, l'erogazione di servizi, l'occupazione, il capitale, la ricerca scientifica, le nuove applicazioni tecnologie. Una strategia empirica (una mera illusione) che dovrebbe contrapporsi a situazioni di crisi economica, quali la stagnazione e la recessione.
Ma questa nostra non è una normale crisi, fisiologica ad un meccanismo perfettibile, ma l’apice di un Sistema che si è trovato a sbattere il testa contro il muro di una realtà volutamente nascosta e in seguito rimossa - un Sistema che si riteneva invulnerabile e refrattario ad ogni pericolo esterno ed interno ad esso e che oggi, nonostante il fallimento evidente e conclamato, persiste in maniera diabolica a decantare gli straordinari risultati e benefici prodotti, rigettando ogni accusa e negando l’evidenza dei fatti e degli effetti catastrofici sulla società.
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo azzeramento.
Non c’è nulla al mondo che possa crescere oltre un certo limite che non sia la stupidità dell’uomo moderno! Ne tanto meno questo Sistema marcio che non è più in grado neppure di smaltire ciò che produce, ingolfando depositi e magazzini di merce invenduta. Quale decerebrato può ancora credere in un aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non siano gli stessi, che l’economia hanno affossato?

Il moderno Sistema economico finanziario, è come un albero senza radici destinato a cadere, al quale ci ostiniamo a fare produrre tutti quei frutti velenosi che, giorno dopo giorno, ci intossicano la vita e contaminano la nostra coscienza: un albero pompato, dopato, modificato nei suoi caratteri primordiali e trascendenti, metafora di un’umanità defraudata da ogni codice etico, estetico e barlume di buon senso.
Quale crescita é possibile, dunque, in un mondo bloccato, saturo fino alla nausea di ogni più insulso bene, e di fatto più propenso a vomitare, rigurgitare, ad espellere, per liberarsi di tutta quella montagna di falsi bisogni che hanno trasformato la nostra quotidianità in un inferno di solitudine e di paranoia?
E’ finita Cristo!! Non ci sarà mai nessuna ripresa, crescita e alcun sviluppo - ne oggi ne domani. Di contro può crescere la disperazione, l’inquinamento, scorie e rifiuti tossici, l’illegalità e la violenza – possono crescere i patrimoni dei soliti noti e la loro ingordigia, mentre parallelamente la qualità della nostra vita, decresce fino ad azzerarsi.

Le tante promesse di benessere e di libertà propagandate e mercificate dal Sistema Bestia, si sono rivelate un clamoroso inganno, e trasfigurate in angoscia e paura.
La gente è infelice, frustrata e depressa, ma finalmente consapevole dell’insensatezza di tutti quei comportamenti irrazionali attraverso i quali si é alimentata credendo di potere raggiungere l’appagamento.
E per tanto, non è solo la mancanza di denaro a limitare la gente al consumo, ma la consapevolezza oramai generalizzata, che questo meccanismo perverso e sistematico (diversamente dall’essere gratificante e dispensatore di gioia), in realtà si è rivelato un inquietante esercizio di auto/distruzione.
Per uscire da questa merda, dunque, le nostre società devono smettere di consumare, come ad un fumatore, a cui è stato diagnosticato un cancro, di fumare, e ad un etilico, di bere.
E se non avremo la volontà di impugnare la zappa e dare fondo a tutte le nostre residue energie per restituire a questo mondo e ai nostri figli la dignità di un tempo, verremo catapultati in un lampo nella preistoria!


GJTirelli

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