UN’OLOCAUSTO SPACCIATO PER PROGRESSO
Io sono nato in un piccolo borgo della
bassa bresciana, in una vecchia cascina circondata da campi di grano e prati
fioriti, incorniciati da una rete di canali di irrigazione e fossati di acqua
incontaminata, dove insetti pattinatori ed eterotteri, scivolavano danzanti
sulla superficie. La felicità di tuffarcisi dentro era massima, e per noi
bambini nati lontani dal mare, quell’occasione rappresentava uno dei momenti
più esilaranti dell’anno, quando la calura estiva esaltava la sete e il bisogno
di freschezza.
Quelle acque brulicavano miracolosamente di
vita e di diversità. Con un semplice retino o una forchetta, era facile
catturare pesci, anguille, gamberi e rane. Un'altra tecnica, consisteva nel
prosciugare un tratto del fossato con una pala concava di legno, dopo averlo,
da ambo i lati, ostruito con due semplici dighe di fango, che impedissero (per
il tempo necessario all’operazione), l’impercettibile scorrere dell’acqua. Così
i pesci, intrappolati nella poca acqua sul fondo, erano di facile presa.
Questa, era la “regola” che governava quel
magico mondo passato, mentre più a nord (una ventina di km) l’eccezione si
materializzava in una conceria, che riversava i suoi veleni e reflussi acidi
nel fiume Mella.
Trattamenti antiparassitari, pesticidi,
diserbanti, fertilizzanti e concimi chimici, erano ancora tutti da inventare, e
gli OGM appartenevano alle elucubrazioni fantascientifiche di un film
dell’orrore che prospettava un’umanità alla fine della sua apparizione; l’immagine
traslata di un mondo futuribile, ma che in breve tempo si è attestato a cruda e
sconcertante realtà, al punto tale da dettarne le regole.
Così, quel poco cibo naturale e biologico,
che caparbi ed eroici agricoltori e onesti contadini, persistono nel produrre
contro ogni logica di mercato e in totale radicale controtendenza, è
rappresentativa dell’eccezione, in antitesi con le dominanti multinazionali del
“cibo morto”, dell’industria chimica e dell’agroalimentare, che detengono il
potere assoluto sulla produzione alimentare globale. E questa oggi, è la
regola; una regola applicata all’acqua che sgorga dai nostri rubinetti di casa,
a quella dei fiumi, dei mari, e degli oceani: oggi, sempre più simili a cloache
a cielo aperto, prive della più elementare forma di vita. E questo vale per
l’aria delle nostre città, e per ogni cosa, prodotto e bene di consumo che il
Mercato del Grande Impostore ci spaccia come “le buone cose di una volta”-
traducendo la menzogna in regola sociale, e la verità in atto sovversivo. Una
“regola” che vale per la politica, dove oggi, un’orda di filibustieri e di
parassiti, delegittima e butta fango su un movimento di cittadini liberi,
onesti, e incontaminati, che risultano, essere l’unica e sola “eccezione” in un
panorama di squallore morale, e di deriva etica.
Un mondo al contrario, dunque, dove tutto è
ribaltato, e dove l’eccezione trionfa e detta le regole - dove i posti di
responsabilità si raggiungono per demeriti - dove vige il nepotismo, la
raccomandazione – dove la capacità di mentire, il mercimonio della dignità, la
corruzione, e la propensione a tradire, sono divenute le inedite credenziali
per avere accesso al potere, al privilegio e all’impunità; un mondo perduto,
che ha ridotto la felicità degli uomini ad una estemporanea eccezione, e
tradotto il dolore fisico e psicologico dell’uomo, a regola inemendabile.
Così, furbizia e raggiro hanno soppiantato
l’impianto etico, e in seguito assimilate come pratiche relazionali - ma non
solo: come strumento lecito e irrinunciabile, per la sopravvivenza del Sistema
di Satana. Al vero si è sostituito il falso (punta di diamante del relativismo
demoniaco e fratello gemello dell’ossimoro) - i disvalori, commercializzati per
poche lire su scala planetaria, hanno soppiantato gli autentici: dell’anima e
dello spirito. Il concetto di “libertà” è trasfigurato in licenza, e quel
processo di omologazione mediatica messo in atto dal sistema, in democrazia -
il contraffatto ha scalzato l’originale, e lo sterminio perpetrato contro la
natura, si è fatto progresso.
Un piano ben riuscito, dove l’eccezione ha
fatto terra bruciata di ogni principio e valore, e il relativismo si è
insediato a “moderna” cultura, e regola inderogabile.
GJTirelli
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