martedì 30 settembre 2014

GUERRA AL RENZISMO 30 Settembre 2014 nota di Marco Ferrando

GUERRA AL RENZISMO

30 Settembre 2014
nota di Marco Ferrando
renzismo
Matteo Renzi ha scelto la via della guerra al movimento operaio per nutrire le proprie fortune di aspirante Bonaparte. E' l'ora che il movimento operaio dichiari guerra al renzismo.

Non sarà Massimo D'Alema , già guida in altre stagioni dell'offensiva anti operaia, a salvare i lavoratori e l'articolo 18. Non saranno i vecchi trasformisti liberali a sbarrare la strada ai nuovi guappi reazionari. Al contrario: proprio il discredito della vecchia guardia PD ha spianato la strada al renzismo, che oggi usa oltretutto quel discredito come leva complementare del proprio attacco al lavoro ( il “nuovo” contro il “vecchio”). Ogni subordinazione del movimento operaio e sindacale alla dialettica interna al PD è dunque non solo infondata ma suicida.

Si impone invece una logica di classe indipendente: una mobilitazione autonoma e di massa dei lavoratori all'altezza della sfida lanciata. Una mobilitazione unitaria, radicale, prolungata, tanto determinata quanto determinato è il Capo del governo. Con un primo obiettivo incondizionato: difesa ed estensione dell'articolo 18, cancellazione del decreto Poletti e di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro. Dentro una piattaforma di lotta più generale : blocco dei licenziamenti, ripartizione del lavoro fra tutti con la riduzione dell'orario a parità di paga, cancellazione della riforma Fornero sulle pensioni, salario ai disoccupati e ai giovani in cerca di prima occupazione.

CGIL e FIOM si assumano le proprie responsabilità, in quanto direzioni maggioritarie del movimento operaio.

Non bastano atti di “contestazione” simbolica- come propone Camusso- tanto più se l'obiettivo è conquistare il proprio diritto a negoziare l'arretramento dei diritti dei lavoratori con un capo di governo anti sindacale. Tanto meno sarebbero accettabili ulteriori ammiccamenti col renzismo- come ha fatto per mesi Landini- magari in una logica di scambio, sotto traccia, fra “bassa belligeranza” a difesa dei diritti e legge sulla rappresentanza sindacale. Questi ammiccamenti già hanno nascosto e abbellito la realtà del renzismo agli occhi di milioni di lavoratori. Vanno denunciati in tutta la loro gravità e archiviati.

E' giunto il momento di una battaglia vera.

CGIL , FIOM ( e tutti i sindacati classisti) promuovano un vero sciopero generale. Convochino in ogni luogo di lavoro assemblee unitarie dei lavoratori, in direzione di una assemblea nazionale di delegati eletti, che definisca piattaforma di lotta e forme di azione. Si rivolgano a tutta la classe lavoratrice e ai milioni di precari e disoccupati per una vera prova di forza contro il governo e il padronato.

La classe operaia può porsi alla testa di un vasto blocco sociale, organizzarlo e vincere.
L'alternativa non è lo status quo. E' un nuovo pesante arretramento del movimento operaio e di tutti gli sfruttati. Un arretramento sociale e sindacale: perchè l'abolizione dell'art.18, persino nella sua attuale versione menomata, significherebbe reale libertà di licenziamento illegittimo, senza neppure l'ingombro di un giudice. Un arretramento politico: perchè la vittoria di Renzi significherebbe lo sfondamento politico del renzismo quale punto di ricomposizione di un blocco reazionario, in una dinamica dirompente di teatcherismo populista.

Siamo ad un passaggio centrale della lotta politica e di classe in Italia.

Per questo il PCL svilupperà la propria proposta di lotta generale in ogni sede ( luoghi di lavoro e di studio, organizzazioni sindacali , manifestazioni, assemblee..)
Agirà innanzitutto tra i lavoratori e in ogni lotta per favorire lo sviluppo concreto dell'azione di classe contro il governo, dell'autorganizzazione di massa , dell'egemonia di classe sui movimenti sociali.
Parteciperà con le proprie forze e proposte ad ogni scadenza di mobilitazione, anche parziale e contraddittoria, che ci consenta di intervenire sulle masse sindacalmente attive e sui settori più avanzati della classe per sviluppare la loro coscienza politica in contrasto con le loro direzioni.
Sosterrà ogni iniziativa classista, anche limitata , che si ispiri all'unità di classe e/o che si muova in contraddizione con le burocrazie.

Di certo la battaglia contro il renzismo è e sarà un banco di prova cruciale per tutta la sinistra politica e sindacale.
MARCO FERRANDO

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