mercoledì 3 settembre 2014

LA COMPLESSITA’ GENERATORE DI CONTAMINAZIONE.....G.J.TIRELLI



LA COMPLESSITA’ GENERATORE DI CONTAMINAZIONE


L’opera di contaminazione messa in atto in questo secolo dall’Industrialesimo consumista pagano, ha avuto in questi ultimi decenni un’accelerazione spaventosa tale da averne segnato un punto di non ritorno; una contaminazione non solo ambientale e alimentare, ma che come polvere d’amianto si è insinuata fin dentro le coscienze alterandone la consapevolezza e la capacità di discernere il giusto dall’iniquo, la libertà dalla licenza, la furbizia dall’intelligenza e la catastrofe dal progresso.

In verità, l’evoluzione, è quel processo in grado di rendere semplice ciò che prima era complicato. L’esatto opposto di ciò che il Sistema Bestia ci ha fatto credere fino ad oggi, complicando la nostra esistenza a tal punto da avere ridotto l’individuo a schiavo consenziente dei suoi meccanismi e strategie di manipolazione e omologazione di massa. Un individuo al quale sono state sottratte le libertà più elementari e naturali; un soggetto perennemente malato, infelice, afflitto da infiniti disturbi fisici, psichici, e da patologie tumorali le più svariate, ridotto alla stregua di larva da un’infinita lista di comodità invalidanti che la Bestia Liberista ha spacciato come sinonimo di progresso, di civiltà e di benessere. Un uomo non uomo, incapace di affermare un qualsiasi giudizio critico consapevole, di rendersi autonomo, privo di slanci rivoluzionari e di autentici sentimenti di solidarietà, di giustizia e di amore. L’esatto opposto dell’uomo primitivo, libero e autosufficiente, in grado di adattarsi, di procurarsi il cibo, pragmatico e semplificatore, logico e intuitivo; il vero evoluto per eccellenza, maestro di vita, scevro dalla complicazione di ragionamenti improduttivi e retorici, che alla parola e al pensiero anteponeva l’azione, il bisogno, il gioco, la festa e la gioia della sua immaginazione trascendente.
L’individuo moderno non è il risultato dell’evoluzione, ma di una degenerazione della coscienza collettiva che lo ha portato a asservire il progetto demoniaco di un Sistema necrofilo che sulla “complicazione” ha consolidato il suo perverso potere. E che attraverso la meccanizzazione tecnologica ha reso complicato ciò che di base era semplice.
Ergo, semplificare la complessità è segno di intelligenza evolutiva e di spirito di autoconservazione.
Il mondo, del resto, è per definizione il prodotto di un’idea semplice e per questo divinamente geniale. Semplicissimo in ogni sua manifestazione e per questo, incontaminato e puro, dove l’espressione della bellezza, in ogni sua forma, incantava gli animi e stupiva i cuori dell’uomo evoluto del passato. Un mondo dove tutto era ridotto alla semplice osservazione e al rispetto di quelle meccaniche, logiche e intuitive, che fin dall’alba dei tempi regolavano, controllavano, e monitoravano i comportamenti umani evitandone le degenerazioni, sulla base di un impianto etico connaturato e di quel “timor di Dio” che sconsigliava ogni profanazione e violazione.
Un’umanità, dunque, volta alla contemplazione, alla soddisfazione e appagamento sostanziale dei bisogni primari, che miravano alla sopravvivenza, alla conservazione della specie (sessualità) e alla spiritualità.
L’Industrialesimo pagano attraverso le sue centrifughe mediatiche ha reso complesso ogni pensiero, ogni gesto, ogni bisogno, desiderio e speranza, dando il via ad un’opera di contaminazione che non ha risparmiato le menti più brillanti e gli spiriti più liberi; una brutale contaminazione ambientale e alimentare, dove gli interessi particolari e gli appetiti sessuali hanno soppiantato i principi etici e le scale di valori, per dare fondo al vizio e alla perversione, tradottisi nel tempo a dipendenze strutturali irrinunciabili. La complicazione è un’iperproduzione di ragionamenti e pensieri; lo stesso meccanismo ipertrofico e iperplasico che innesca l’insorgere del cancro. L’evoluzione, per essere tale, deve sapere ridurre tutto all’essenziale.
La rivoluzione industriale che in seguito ha partorito liberismo consumista, aveva la pretesa di semplificare il mondo, promettendo più tempo libero, meno fatica e felicità per tutti. Oggi ha mostrato la sua vera indole necrofila, facendo della “complicazione” l’arma micidiale attraverso la quale controllare l’individuo e assoggettarlo al suo volere. Le infinite leggi promulgate dai governi degli stati, obblighi e divieti di ogni genere, burocrazia imperante, tasse, bollette, scolarizzazione improduttiva e senza sbocchi, sono alcuni esempi di “complicazione”. Per non parlare poi della vita di tutti i giorni; una quotidianità improntata alla soluzione di infiniti problemi volutamente introdotti nella società dal Sistema Potere, come trabocchetti e trappole per polli al fine di estorcere denaro fresco alla comunità. Un‘esistenza frenetica scandita da un caos generale, pregna di un disagio esistenziale cronico e da un assordante chiacchiericcio che ha trasfigurato la vita degli individui in un vero inferno. “Complessità” è psicoanalisi, introspezione, analisi cliniche, prevenzione, terapie, diete, ricerca scientifica, tecnologie, tendenze, novità, scoperte, mezzi di comunicazione, ecc…, ma la peggiore di tutte le complessità si .. in quell’inettitudine fisica e morale che caratterizza l’uomo di quest’epoca bastarda. E non sono stati i contadini analfabeti, muratori e artigiani a fare scempio di questo mondo, ma acculturati, letterati, filosofi e scienziati, venduti al Sistema Bestia per soddisfare la loro sete di vanità.
In quel tempo lontano, noi ragazzi avevamo poco da dire. Si cantava a squarciagola, la sera, passeggiando lungo la strada che costeggiava il lago. Poi radunati intorno ad un fuoco, davamo fondo ad un bottiglione di vino rosso che dava smalto alla nostra gioia di vivere e spensieratezza. Qualcuno aveva portato alcuni pezzi di coniglio arrosto della cena (ne ricordo ancora il sapore sublime) altri del pane, del formaggio e salumi vari. Tutto era talmente in armonia con il cosmo, che nessun debole pensiero avrebbe mai potuto contaminare quell’infanzia straordinaria e oggi irrepetibile per chiunque. Si cantava e si rideva, si sorrideva, si ammiccava senza proferire una sola parola. Si intuiva, si alludeva .. Matilde si alzava ed io mi imboscavo con lei qualche metro più la dal fuoco fra l’erba alta, mentre un raggio di luna penetrava leggero le nubi nere della notte, come dentro un sogno senza tempo. I risolini ironici degli amici si confondevano con i gemiti dell’amplesso, e ben presto, tutti, dopo un breve e timido silenzio, scomparivano nell’ombra a consumare i loro desideri; grilli, cicale e ranocchie intonavano la colonna sonora di quello spazio arcaico, mentre le lucciole si illuminavano intermittenti come diamanti nella notte. E non è romanticismo o mera nostalgia del tempo che fu, ma il quadro reale di un recente passato che la violenza liberista consumista ha messo a tacere per sempre. Era un mondo semplice, diretto, dove i fatti si anteponevano alle parole, dove l’amore primeggiava indomito sopra ogni cosa. Oggi un chiacchiericcio assordante e insensato avvolge l’umanità: televisioni che parlano, cellulari che squillano, giornali che trattano, riviste, gossip, messaggi, e-mail, mezzi di comunicazione dai poteri sovrannaturali .. , e dentro tutto questo solo una profonda solitudine, infelicità e paura.
Quale futuro potremo mai dare ai nostri figli se non inculchiamo loro l’amore per la natura, la passione, la gioia del lavoro dei campi. Dobbiamo insegnare loro la semina oltre il deserto rovente della stupidità umana, perché quel santo giorno raccolgano i miracolosi frutti del proprio sudore, risparmiandoli così dalla paura, dalla disperazione e dalla schiavitù di questa modernità canaglia.


GJTirelli

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