LA COMPLESSITA’ GENERATORE DI
CONTAMINAZIONE
L’opera di contaminazione messa in atto in
questo secolo dall’Industrialesimo consumista pagano, ha avuto in questi ultimi
decenni un’accelerazione spaventosa tale da averne segnato un punto di non
ritorno; una contaminazione non solo ambientale e alimentare, ma che come
polvere d’amianto si è insinuata fin dentro le coscienze alterandone la
consapevolezza e la capacità di discernere il giusto dall’iniquo, la libertà
dalla licenza, la furbizia dall’intelligenza e la catastrofe dal progresso.
In verità, l’evoluzione, è quel processo in
grado di rendere semplice ciò che prima era complicato. L’esatto opposto di ciò
che il Sistema Bestia ci ha fatto credere fino ad oggi, complicando la nostra
esistenza a tal punto da avere ridotto l’individuo a schiavo consenziente dei
suoi meccanismi e strategie di manipolazione e omologazione di massa. Un
individuo al quale sono state sottratte le libertà più elementari e naturali;
un soggetto perennemente malato, infelice, afflitto da infiniti disturbi
fisici, psichici, e da patologie tumorali le più svariate, ridotto alla stregua
di larva da un’infinita lista di comodità invalidanti che la Bestia Liberista
ha spacciato come sinonimo di progresso, di civiltà e di benessere. Un uomo non
uomo, incapace di affermare un qualsiasi giudizio critico consapevole, di
rendersi autonomo, privo di slanci rivoluzionari e di autentici sentimenti di
solidarietà, di giustizia e di amore. L’esatto opposto dell’uomo primitivo,
libero e autosufficiente, in grado di adattarsi, di procurarsi il cibo,
pragmatico e semplificatore, logico e intuitivo; il vero evoluto per
eccellenza, maestro di vita, scevro dalla complicazione di ragionamenti
improduttivi e retorici, che alla parola e al pensiero anteponeva l’azione, il
bisogno, il gioco, la festa e la gioia della sua immaginazione trascendente.
L’individuo moderno non è il risultato
dell’evoluzione, ma di una degenerazione della coscienza collettiva che lo ha
portato a asservire il progetto demoniaco di un Sistema necrofilo che sulla
“complicazione” ha consolidato il suo perverso potere. E che attraverso la
meccanizzazione tecnologica ha reso complicato ciò che di base era semplice.
Ergo, semplificare la complessità è segno
di intelligenza evolutiva e di spirito di autoconservazione.
Il mondo, del resto, è per definizione il
prodotto di un’idea semplice e per questo divinamente geniale. Semplicissimo in
ogni sua manifestazione e per questo, incontaminato e puro, dove l’espressione
della bellezza, in ogni sua forma, incantava gli animi e stupiva i cuori
dell’uomo evoluto del passato. Un mondo dove tutto era ridotto alla semplice
osservazione e al rispetto di quelle meccaniche, logiche e intuitive, che fin
dall’alba dei tempi regolavano, controllavano, e monitoravano i comportamenti
umani evitandone le degenerazioni, sulla base di un impianto etico connaturato
e di quel “timor di Dio” che sconsigliava ogni profanazione e violazione.
Un’umanità, dunque, volta alla
contemplazione, alla soddisfazione e appagamento sostanziale dei bisogni
primari, che miravano alla sopravvivenza, alla conservazione della specie
(sessualità) e alla spiritualità.
L’Industrialesimo pagano attraverso le sue
centrifughe mediatiche ha reso complesso ogni pensiero, ogni gesto, ogni bisogno,
desiderio e speranza, dando il via ad un’opera di contaminazione che non ha
risparmiato le menti più brillanti e gli spiriti più liberi; una brutale
contaminazione ambientale e alimentare, dove gli interessi particolari e gli
appetiti sessuali hanno soppiantato i principi etici e le scale di valori, per
dare fondo al vizio e alla perversione, tradottisi nel tempo a dipendenze
strutturali irrinunciabili. La complicazione è un’iperproduzione di
ragionamenti e pensieri; lo stesso meccanismo ipertrofico e iperplasico che
innesca l’insorgere del cancro. L’evoluzione, per essere tale, deve sapere
ridurre tutto all’essenziale.
La rivoluzione industriale che in seguito
ha partorito liberismo consumista, aveva la pretesa di semplificare il mondo,
promettendo più tempo libero, meno fatica e felicità per tutti. Oggi ha
mostrato la sua vera indole necrofila, facendo della “complicazione” l’arma
micidiale attraverso la quale controllare l’individuo e assoggettarlo al suo
volere. Le infinite leggi promulgate dai governi degli stati, obblighi e
divieti di ogni genere, burocrazia imperante, tasse, bollette, scolarizzazione
improduttiva e senza sbocchi, sono alcuni esempi di “complicazione”. Per non
parlare poi della vita di tutti i giorni; una quotidianità improntata alla
soluzione di infiniti problemi volutamente introdotti nella società dal Sistema
Potere, come trabocchetti e trappole per polli al fine di estorcere denaro
fresco alla comunità. Un‘esistenza frenetica scandita da un caos generale,
pregna di un disagio esistenziale cronico e da un assordante chiacchiericcio
che ha trasfigurato la vita degli individui in un vero inferno. “Complessità” è
psicoanalisi, introspezione, analisi cliniche, prevenzione, terapie, diete,
ricerca scientifica, tecnologie, tendenze, novità, scoperte, mezzi di
comunicazione, ecc…, ma la peggiore di tutte le complessità si .. in
quell’inettitudine fisica e morale che caratterizza l’uomo di quest’epoca
bastarda. E non sono stati i contadini analfabeti, muratori e artigiani a fare
scempio di questo mondo, ma acculturati, letterati, filosofi e scienziati,
venduti al Sistema Bestia per soddisfare la loro sete di vanità.
In quel tempo lontano, noi ragazzi avevamo
poco da dire. Si cantava a squarciagola, la sera, passeggiando lungo la strada
che costeggiava il lago. Poi radunati intorno ad un fuoco, davamo fondo ad un
bottiglione di vino rosso che dava smalto alla nostra gioia di vivere e
spensieratezza. Qualcuno aveva portato alcuni pezzi di coniglio arrosto della
cena (ne ricordo ancora il sapore sublime) altri del pane, del formaggio e
salumi vari. Tutto era talmente in armonia con il cosmo, che nessun debole
pensiero avrebbe mai potuto contaminare quell’infanzia straordinaria e oggi
irrepetibile per chiunque. Si cantava e si rideva, si sorrideva, si ammiccava
senza proferire una sola parola. Si intuiva, si alludeva .. Matilde si alzava
ed io mi imboscavo con lei qualche metro più la dal fuoco fra l’erba alta,
mentre un raggio di luna penetrava leggero le nubi nere della notte, come
dentro un sogno senza tempo. I risolini ironici degli amici si confondevano con
i gemiti dell’amplesso, e ben presto, tutti, dopo un breve e timido silenzio,
scomparivano nell’ombra a consumare i loro desideri; grilli, cicale e ranocchie
intonavano la colonna sonora di quello spazio arcaico, mentre le lucciole si
illuminavano intermittenti come diamanti nella notte. E non è romanticismo o
mera nostalgia del tempo che fu, ma il quadro reale di un recente passato che
la violenza liberista consumista ha messo a tacere per sempre. Era un mondo
semplice, diretto, dove i fatti si anteponevano alle parole, dove l’amore
primeggiava indomito sopra ogni cosa. Oggi un chiacchiericcio assordante e
insensato avvolge l’umanità: televisioni che parlano, cellulari che squillano,
giornali che trattano, riviste, gossip, messaggi, e-mail, mezzi di
comunicazione dai poteri sovrannaturali .. , e dentro tutto questo solo una
profonda solitudine, infelicità e paura.
Quale futuro potremo mai dare ai nostri
figli se non inculchiamo loro l’amore per la natura, la passione, la gioia del
lavoro dei campi. Dobbiamo insegnare loro la semina oltre il deserto rovente
della stupidità umana, perché quel santo giorno raccolgano i miracolosi frutti
del proprio sudore, risparmiandoli così dalla paura, dalla disperazione e dalla
schiavitù di questa modernità canaglia.
GJTirelli
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