MA QUALE LIBERTA’? E’ SOLO UNA MONTAGNA DI
MERDA.
Quando il mondo era giusto, l’efferatezza
di certe violenze erano impensabili e inattuabili, per via di un ancora
preesistente codice etico che regolava e monitorava i comportamenti umani,
evitandone le degenerazioni, e per un connaturato senso di colpa intrinseco
nella coscienza di ogni essere umano. E non mi vengano a dire che oggi, con i
mezzi di comunicazione, veniamo a sapere di cose, un tempo messe a tacere.
Sarebbe come affermare che la percentuale di sostanze tossiche, inquinanti e
mortali, disperse nelle acque dei nostri fiumi, laghi, mari, falde acquifere e
sul territorio, non è un novità di oggi, e che l’aria delle nostre città è la
stessa di sempre.
Un’ipocrita quanto subdolo strattagemma di
un Sistema che ha demonizzato un passato luminoso, per affermare la sua indole
stragista e sanguinaria.
“Quando la possibilità di divorziare non
esisteva, nessuno divorziava”. Questa mia affermazione, che alla comune ragione
potrebbe apparire ovvia e scontata, in realtà contiene due dati significativo:
a) l’affermazione, la condivisione, e in
fine, l’accettazione di quelle scelte condivise che sono alla base di una
convivenza civile –
b) creare una famiglia, sana e coesa, che
rappresenti una delle infinite tessere della società, che poggia le sue
fondamenta sui valori, il rispetto e la solidarietà.
Questo atteggiamento di responsabilità,
apparteneva alle ragioni di un’epoca, dove le cose non si buttavano ma si
aggiustavano.
E questo discorso vale per tutto ciò che,
di questi tempi, ci viene sistematicamente spacciato per LIBERTA’, e che noi,
accuratamente, codifichiamo dentro la parte più oscura della nostra mente,
surclassando le ragioni dell’anima e del cuore.
La società, dunque, va migliorata al suo
interno per essere definita civile! E non è nel trionfo del “meno peggio”, che
daremo un futuro ai nostri figli!
Le società moderne relativiste e
opportuniste, giocano sulla diaspora del nucleo familiare, per meglio
controllare e omologare le masse, e hanno tradotto licenza in libertà per
commercializzare al massimo la loro “insanguinata mercanzia”, liberando così il
mercato da ogni intralcio di natura etica e morale.
Questa prima opera di smantellamento e di
rimozione arbitraria dell’impianto etico originario, ha prodotto, in seguito,
quello che, oggi, é un mondo di schiavitù, che alle catene ha sostituito le
dipendenze e l’omologazione .
Via via, poi, affinché il cammino
intrapreso non fosse ostacolato da alcun che, ogni tabù è stato superato,
mortificato e reso ridicolo e, la morale, la spiritualità e religiosità,
svuotate del loro intento riedificatore e di aggregazione solidale.
Gianni Tirelli
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