martedì 25 novembre 2014

La Russia è in cimla Cinaa alla lista di Obama, non by sitoaurora

La Russia è in cimla Cinaa alla lista di Obama, non

by sitoaurora
MK Bhadrakumar Indian Puchline 25 novembre 2014viewimageIl vertice annuale India-Russia ultimamente è divento un affare tiepido, qualcosa come l'anniversario di un matrimonio noioso. Quanto può una coppia invecchiata suscitare passione? Ma l'evento che vedrà il Presidente Vladimir Putin a Delhi il mese prossimo, si preannuncia emozionante. La geopolitica può agire da afrodisiaco. Il rapporto collaudato affronta una sfida unica. Un outsider minaccia d'irrompere e danneggiarlo prima che Putin torni a Mosca. Gli esperti indiani non si rendono conto della profonda assoluta antipatia viscerale del presidente USA Barack Obama verso Putin. Si tratta di un'animosità sanguigna e sentita dal presidente-back che di solito riesce a malapena a nascondere, come il G20 a Brisbane ha svelato. La deriva generale dei discorsi degli esperti indiani è che la prossima visita di Obama in India, a gennaio, cementerà la partnership USA-India nell''Indo-Pacifico'. Può essere vero finché gli Stati Uniti aspirano ad avere l'India a bordo come compagno di viaggio nella strategia della 'rotazione' ("perno") in Asia. Tuttavia, non si commetta l'errore che non in realtà la Russia oggi non sia in cima alla lista nera di Obama e non la Cina. Il Washington Post ha pubblicato un affascinante articolo di due esperti di spicco statunitensi che valutano come Obama potrebbe affrontare le due fastidiose potenze emergenti, Russia e Cina, che minacciano l'egemonia globale degli Stati Uniti. La loro conclusione? Hanno scritto: "La buona notizia è che, a differenza della Russia di Putin, la Cina non si è impegnata o volta a un percorso revisionista. Il viaggio del presidente Obama a Pechino, questo mese, ha dimostrato che è possibile guidare il rapporto con la Cina verso un percorso più stabile". In effetti, il cuore della questione è che la Russia sfida globalmente gli Stati Uniti in un modo che la Cina non può nel prossimo futuro. Alla fine, Mosca è l'unica forza sul pianeta che può negoziare l'equilibrio strategico globale con gli Stati Uniti. La Cina non avrà semplicemente tale abilità strategica per una o due generazioni. La sottosegretaria statunitense per il controllo degli armamenti e la sicurezza internazionale, Rose Gottemoeller, ha dichiarato in un discorso in Romania che la Russia ha più missili intercettori antibalistici degli Stati Uniti. Ha sostenuto che la Russia dispone di 68 intercettori del sistema antimissile balistico di Mosca (24 in più dei 30 intercettori attualmente dispiegati dagli Stati Uniti in Alaska e dei 14 che prevede di schierare).
La ragion d'essere dell'implacabile strategia del contenimento della Russia perseguita dalle successive amministrazioni nordamericane, quindi deve essere messa in prospettiva. L'enorme quadro strategico della rivalità russo-statunitense non è mai stato veramente messo in dubbio dai primi osservatori di tale rapporto, nel passato decennio, avviata dalle "rivoluzioni colorate" in Georgia e Ucraina nella prima parte dell'ultimo decennio, passando per la guerra della Georgia con la Russia nel 2008 al conflitto attuale in Ucraina. (Si veda l'incisivo pezzo della Heritage Foundation del marzo 2009 intitolato'Come Obama dovrebbe occuparsi della politica estera revisionista della Russia'). L'approccio differenziato verso Russia e Cina dell'amministrazione Obama è evidente. Mentre gli Stati Uniti accumulano sanzioni contro la Russia per indebolirne l'economia e costringerla a ridurre il budget per la Difesa (che ha registrato un aumento del 31 per cento in cinque anni, dal 2008, grazie al boom dell'economia russa), Obama ha una visione più produttiva con la Cina recentemente. L'aggiornamento qualitativo del rapporto sino-statunitense è evidente dalla lettura dettagliata della Casa Bianca dell'esito della visita di Obama a Pechino. Dovrebbe aprire gli occhi leggere, tra l'altro, che: "Stati Uniti e Cina s'impegnano a collaborare a sostegno di una visione comune sull'Afghanistan: una nazione democratica, sovrana, unificata e sicura. Sull'Afghanistan, Stati Uniti e Cina hanno deciso di convocare il dialogo USA-Cina-Afghanistan per avanzare questa visione. Stati Uniti e Cina sono d'accordo nel collaborare nel sostenere il governo di unità nazionale, le forze di sicurezza e lo sviluppo economico dell'Afghanistan, in modo che non possa essere un santuario dei terroristi. S'impegnano a sostenere il processo per la pace e la riconciliazione afgano... ed anche a supportare i piani di sviluppo economico e strutturali promuovendo l'integrazione regionale dell'Afghanistan e costruirne la capacità di governo". In sintesi, gli Stati Uniti corteggiano la Cina come primo partner delle loro strategie in Asia centrale e meridionale. Ancora una volta, mentre gli Stati Uniti non hanno alcun rapporto economico con la Russia, la partnership sino-statunitense è di profonda interdipendenza in cui ogni parte è interessata al benessere economico dell'altra. In effetti, l'agenda degli Stati Uniti per 'isolare' la Russia non potrà mai funzionare. La Russia è tuttora un 'globalizzatore' avido. Il suo programma d'integrazione eurasiatica avanza costantemente e attrae interesse da tutto il mondo. Circa 40 Stati hanno ufficialmente cercato accordi di libero scambio con l'Unione economica eurasiatica. Né il mondo è spaccato da ideologie concorrenti oggi e la Russia rientra nel mondo capitalista. Quasi nessuno fuori dal mondo occidentale desidera ascoltare gli Stati Uniti, neanche i più stretti alleati Israele e Turchia. Ironia della sorte, il ministro degli Esteri saudita Faysal al-Saud ha visitato Mosca la scorsa settimana per discutere con la Russia dello stato confusionale del mercato del petrolio per via della caduta dei prezzi. Come il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha detto qui, i due Paesi "condividono una visione" concordando sulla necessità dell'equilibrio tra domanda e offerta e di respingere "fattori politici o geopolitici che impattino sul mercato". E questo poco prima del cruciale vertice OPEC a Londra (che dovrebbe discutere dei tagli alla produzione di petrolio).
Detto questo, l'India non è come l'Arabia Saudita o Israele, recenti interlocutori dei russi nel dopo-Fredda. L'India, al contrario, è uno dei più vecchi amici e vicini della Russia nella storia moderna. Qualsiasi erosione della relazione avrebbe un effetto deleterio in termini strategici. Non è tanto il contenuto di tale rapporto che conta quanto la relazione stessa. Parlando dell'India, il rapporto con la Russia ha fornito un ancoraggio all'autonomia strategica del Paese negli ultimi sei o sette anni. L'India si ridimensiona senza quell'ancora, la sua capacità di manovra si restringe, la sua capacità di sviluppare opzioni viene colpita, la sua certezza assoluta di pesare nel contesto internazionale sempre più volatile viene scossa. Basti dire che la Russia è insostituibile per la strategia dell'India. Al contrario, la strategia degli Stati Uniti verso l'India ha sempre mirato ad indebolire quest'ultimo aspetto della sua autonomia strategica (d'ostacolo nel convogliare l'India nel sistema di alleanze regionale degli Stati Uniti). L'assalto concertato alla politica dell'India di 'non allineamento', dissacrante la politica estera di Jawaharlal Nehru e le lusinghe che assecondano le vanità da grande potenza dell'India sono serviti solo a tale obiettivo statunitense. Senza dubbio, l'erosione dei legami indiani-russi sarà utile agli interessi commerciali degli USA. In primo luogo, l'India è ancora per la Russia il primo mercato d'esportazione delle armi. Con la riduzione della presenza russa, una significativa fonte di reddito della Russia si prosciugherebbe. Questa è una cosa. L'altra è che gli Stati Uniti non potranno mai sostituire la Russia nel trasferimento di tecnologia militare all'India. Gli Stati Uniti non daranno mai in affitto sottomarini nucleari all'India o una portaerei. Devono ancora tradurre in fatti la promessa di consegnare all'India tecnologia sul riprocessamento, come previsto dall'accordo nucleare del 2008. Senza la forte concorrente russa, gli Stati Uniti potranno schivare qualsiasi trasferimento utile di tecnologia militare nel mercato indiano. In secondo luogo, Mosca ha un piano per diversificare le esportazioni di energia dall'Europa al mercato asiatico. Le sanzioni occidentali hanno spinto la Russia a cercare nuovi partner asiatici. La Cina ne è stata beneficiata. Anche l'India è potenzialmente un grande partner energetico per la Russia. Tutto sommato, quindi, le visite di Putin e Obama a Delhi, nei prossimi mesi sullo sfondo delle tensioni da guerra fredda nella politica mondiale, rappresentano una sfida intellettuale profonda per la leadership indiana. La linea di fondo è che un forte rapporto con la Russia consente all'India di negoziare in modo più efficace con gli Stati Uniti. Pertanto, la visita di Putin in India il mese prossimo non dovrebbe ridursi a un evento simbolico, rito annuale in qualche modo da sopportare. E' fondamentale che Mosca faccia la sua parte e che gli indiani alzino le aspettative, preparando la visita di Putin con contenuti avanzati che rivitalizzino il partenariato strategico.
Una campagna di disinformazione è già in corso sui media statunitensi, volta ad avvelenare il clima della visita di Putin, diffondendo la bufala che la Russia affossa l'India per corteggiare il Pakistan. Considerando che ci vorranno anni luce per modellare un rapporto strategico tra Russia e Pakistan, se non mai. La volontà della Russia di normalizzare le relazioni con il Pakistan è perfettamente comprensibile, data la situazione della sicurezza regionale e l'acume di Mosca nel mantenere un'influenza sugli sviluppi afgani che impattano sull'instabilità di Nord Caucaso e Asia centrale. Naturalmente, un riallineamento strategico sarebbe inevitabile in Asia meridionale se l'India abbandonasse le proprie politica estera indipendente ed autonomia strategica, allineandosi agli Stati Uniti infliggendo alla Russia preoccupazioni fondamentali per gli interessi vitali. Ma sotto la guida del Primo ministro Narendra Modi, è difficile immaginare che ciò accada, qualunque cosa sedicenti esperti possano dire.
141110-obama-putin-jms-2341_babd87827f62b983b04334059fddbbbcTraduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
sitoaurora | novembre 25, 2014 alle 15:45 | Etichette: Affari EsteriAsia CentraleAsia meridionale,Barack Obamablocco eurasiaticoBricsCinaCina e RussiaCina-Indiadiplomaziaequilibrio mondialeEsterieurasiaeurasiatismoFederazione Russageo-influenzaGeoeconomia,geoinfluenzaGeopoliticaGeostrategiaglobalismoglobalizzazioneguerra asimmetricaguerra copertaguerra d'influenzaImperialismoIndiainziativa eurasiaticamondializzazioneMondo MultipolareMoscamultipolarismoNarendra ModiNew DelhiNuovo ordine mondialeOceano indianoPaesi BRICSpolitica della sicurezzapolitica economicapolitica energeticapolitica internazionalepolitica mondialepolitica regionalerelazioni estererelazioni internazionali,Repubblica Popolare CineseRussiaRussia e CinaRussia-Indiasfera d'influenzasovranismo,sovranitàStati UnitistrategiaUnione IndianaUSAVladimir PutinWashington Consensus,Washington DC | Categorie: EurasiaGeopolitica | URL: http://wp.me/p1qi5U-3o8
Commento   Visualizza tutti i commenti   Mi piace

Nessun commento: