domenica 4 gennaio 2015

gianni tirelli QUELLA CARNEFICINA CHIAMATA LIBERISMO


gianni tirelli

18:04 (1 ora fa)

QUELLA CARNEFICINA CHIAMATA LIBERISMO

E per avere un dato più rispondente alla realtà, dovremmo chiedere a quel miliardo e cinquecento milioni di denutriti, quali benefici il Liberismo abbia prodotto nell’arco della loro esistenza.
Dovremmo chiederlo a tutti i civili iracheni, libici, siriani, afgani e iraniani, e di tutte le guerre moderne, dilaniati dalle bombe intelligenti, dall’uranio impoverito, dal fosforo e armi batteriologiche.Dovremmo chiederlo a tutte quelle persone sacrificate sull’altare del progresso, devastate dall’amianto, dalla diossina, dai pesticidi, diserbanti, metalli pesanti e affini e, da un inquinamento endemico, che miete sistematicamente sempre più nuove vittime.Dovremmo chiederlo ai bambini abusati, seviziati e mercificati in tutto il mondo – ai corpi senza un nome, espiantati dai loro organi - ai trentamila bambini che muoiono ogni giorno nel mondo, per malnutrizione e altrettanti per mancanza d’acqua potabile. A quelli affetti dall’Aids e dalla Lebbra, ai piccoli migranti finiti in fondo al mare, ai bambini sfruttati, abusati, espiantati, ai bambini combattenti – ai neonati affetti da patologie tumorali indotte dall’amianto, dalla diossina e dai policlorobifenili, e una moltitudine di adolescenti devastati dalle droghe, dall’alcol, dagli psicofarmaci e da un’infinita lista di malattie neurologiche - bambini anoressici, bulimici, celiaci, vittime di messaggi mediatici deliranti ed altri ancora, asserviti alle ingannevoli seduzioni e lusinghe di un Liberismo inanimato

Dovremmo chiederlo alle vittime di Chernobyl e ai loro familiari, ai morti per droga, per incidenti stradali; ai morti sul lavoro, ai clandestini in fondo al mare.Dovremmo chiederlo agli ebrei dei forni crematori, ai giapponesi di Hiroschima e Nagasaki, e a tutte le vittime dell’industria bellica, dell’industria chimica, dell’industria della menzogna.
Se il mondo in cui oggi viviamo, è meglio di quello passato, dovremmo chiederlo all’acqua, all’aria, agli alberi, ai pesci e agli uccelli Dovremmo chiederlo alla notte, al silenzio, alla compassione, alla felicità e alla bellezza – chiederlo alla speranza e al sentimento di solidarietà.

Nel frattempo la NASA sta buttando alle ortiche miliardi di dollari per un viaggetto su Marte: il pianeta rosso del tutto ostile, ma assolutamente da colonizzare.
A fronte di questa carneficina sistematica, riesce difficile solo sospettare che il Liberismo abbia prodotto un qualche vantaggio e beneficio alla società!
Inoltre, il Sistema, non è in grado di smaltire milioni di tonnellate di scorie e rifiuti tossici che ogni giorno e incessantemente rigurgita sull’epidermide del pianeta. I costi poi, relativi alla sua manutenzione, ordinaria e straordinaria, sono talmente esorbitanti e sconcertanti (incommensurabili) da vanificarne ogni altro vantaggio sociale e progetto futuro sostenibile.

E tutto questo è l’effetto nefasto di una licenza mascherata, sdoganata come diritto e trasfigurata in libertà.

Liberi, lo eravamo già da millenni! Liberi dalla complessità canaglia e schiavista di queste società del consumo ad libitum, che ha obnubilato, manipolato e omologato ogni coscienza e capacità critica; liberi dalla monnezza e dai rifiuti tossici, dalle scie chimiche, dalla contaminazione delle acque, liberi di vivere, di scegliere e di sognare. Liberi di morire!

Le bestie siamo noi… noi stessi quel Sistema che oggi demonizziamo e abiuriamo al pari di un infernale sortilegio! Noi, che con i nostri comportamenti dissennati abbiamo resa possibile quest’opera di contaminazione morale, spirituale e ambientale, incuranti degli effetti nefasti sul futuro delle generazioni a venire - noi, avviluppati al tepore sinistro del nostro egoismo e di una comodità invalidante. Noi che oggi, sul baratro del precipizio, persistiamo nel non volere affrontare le nostre oggettive responsabilità e colpe, accanendoci su una Bestia invertebrata e subdola che noi stessi abbiamo partorito. Noi che ancora una volta, anteponiamo le parole all’azione e le attenuanti alla necessaria rinuncia – noi i veri cospiratori, noi i complottisti, che ci assolviamo da ogni onere, per puntare il dito contro quell’immaginario nemico che in verità siamo noi stessi.

Gianni Tirelli

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