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Tyler Durden Zerohedge 14/01/2015
A novembre, prima di capire quanto grave fosse il crollo del greggio (e di quanto sarebbero diventate enormi le implicazioni), scrivemmo "Come i petrodollari morirono senza che nessuno lo notasse", perché per la prima volta in quasi vent'anni i Paesi esportatori di energia si ritireranno dal mercato mondiale dei "petrodollari" nel 2015. La morte empirica dei petrodollari segue anni di fortuna per esportatori di petrolio come Russia, Angola, Arabia Saudita e Nigeria. Gran parte di quel denaro finì nei mercati finanziari, contribuendo alla spinta dei prezzi delle attività e mantenendo basso il costo del denaro, riciclando i cosiddetti petrodollari. Aggiungemmo che nel 2014 "i produttori di petrolio effettivamente importeranno capitali per 7,6 miliardi di dollari. In confronto ne hanno esportato 60 miliardi nel 2013 e 248 miliardi nel 2012, secondo il grafico della BNP Paribas":
Il sommario sull'economia statunitense di Bloomberg è generalmente puntuale, aspettandosi infine che una qualche nazione finalmente lasci, volontariamente o meno, la morsa della moneta di riserva globale. Bloomberg non è riuscito a spiegare cosa succederà nel resto del mondo dei petrodollari. Ecco ciò che abbiamo detto l'ultima volta: “Oltre l'impatto economico interno nell'ambito degli EM, dovuto allo shock del ribasso petrolifero, crediamo che le implicazioni per la liquidità del mercato finanziario dovute al ridotto riciclaggio di petrodollari, non dovrebbero essere sottovalutate. Perché gli esportatori di energia non investono tutti i proventi dell'esportazione, 'salvando' efficacemente una considerevole parte della loro rendita, tali fondi in eccedenza finiscono nei depositi bancari (alimentando il mercato dei prestiti) così come nei mercati finanziari e altre attività. Questo capitale allevia il debito di fondo degli importatori, contribuendo alla crescita complessiva, nonché ad altre condizioni di liquidità dei mercati finanziari... Quest'anno, ci aspettiamo che l'incrementale di liquidità in genere fornito da tali flussi riciclati sia notevolmente ridotto, stimando che flussi diretti ed altri dai capitali degli esportatori di energia diminuiscano a 235 miliardi di dollari USA annuali. Naturalmente, tali economie riceveranno capitali dall'interno, quindi su base netta, il capitale supplementare fornito esternamente è assai inferiore. Quest'anno ci aspettiamo che i flussi netti di capitale siano negativi per EM, avendo un primo afflusso netto di capitali (8 miliardi) per la prima volta in diciotto anni. Ciò va confrontato ai 60 miliardi dell'anno scorso, a sua volta scesi dai 248 miliardi nel 2012. Al relativo picco, gli EM di petrodollari riciclati ammontavano a 511 miliardi nel 2006. I ribassi visti dal 2006 non solo riflettono il mutato ambiente globale, ma anche la propensione degli esportatori ad iniziare ad investire sul piano nazionale piuttosto che a risparmiare. Le implicazioni per la liquidità dei mercati finanziari, per non parlare della correlata pressione al ribasso sui rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti, sono negative”.
Considerando le mosse selvagge che abbiamo visto finora sul mercato, si conferma a sufficienza che è rimasta poca liquidità sul mercato e, naturalmente, il collasso assoluto dei rendimenti del tesoro, con il livello più basso in 30 anni, è una previsione avvalorata proprio come previsto. E adesso ci aspettiamo di vedere quale altro Paese seguirà la Russia mollando i petrodollari, e l'impatto che tale volontà avrà non solo sulla moneta di riserva mondiale, ma anche sui tassi del Tesoro USA e sul prodotto più finanzializzato, come il grafico qui illustra...
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
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