Novorossija, festività sotto tiro
GENNAIO 7, 2015 1 COMMENTO
Alessandro Lattanzio, 6/1/2015
Il 15 dicembre una potente esplosione scuoteva Odessa. Scontri si svolgevano presso l’aeroporto di Donetsk, Shastie, Orlovo-Ivanovka, Frunze, Chernukhino e Debaltsevo. Il 16 dicembre, scontri presso Enakievo. I majdanisti bombardavano Oboznoe, Sokolniki, Valujskoe, Kolesnikovka e Olkhovoe. Il 17 dicembre, i majdanisti bombardavano il villaggio di Vesjolenkoe. Scontri a Peski, Donetsk, Uglegorsk, Debaltsevo e Prishib. Il 18 dicembre, si verificava una potente esplosione nell’aeroporto di Kharkov. Scontri a Peski, Donetsk, Uglegorsk, Debaltsevo, Stanitsa Luganskaja e Slavjanoserbsk. Il decimo convoglio umanitario russo, 180 autocarri con 1400 tonnellate di aiuti, arrivava nel Donbas. Il 19 dicembre si avevano scontri a 9 Stanitsa Luganskaja, Gorlovka, Peski, e i majdanisti bombardavano Nikishino.
Il 20 dicembre, scontri a Donetsk, Gorlovka, Golma, Nikolaevka, Nizhnetjoploe, Telmanovo, Stanitsa Luganskaja e Lisichansk. Gli statunitensi consegnavano a Kiev 35 fuoristrada blindati Volkswagen Amarok e Toyota Land Cruiser 200, oltre a 2300 giubbotti antiproiettili. Il 21 dicembre, pesanti combattimenti a Peski, scontri a Nikishino, Gorlovka, Avdeevka, Pervomajsk, Gorskoe, aeroporto di Donetsk e Stanitsa Luganskaja. Il 21 dicembre, i majdanisti bombardavano Peski, Krutaja Gora, Khoroshee, Shastie, Gorodishe, Fashevka, Nikishino, Vesjolaja Gora, Gorlovka, Novaja Marievka e Donetsk. Combattimenti presso l’aeroporto di Donetsk. Combattimenti anche nella zona di Bakhmutovka, Frunze, Krimskoe e presso Slavjanoserbsk. Il 23 dicembre, i majdanisti bombardavano Dokuchaevsk, Peski, Oktjabr, Olkhovaja, Novomarievka, Fashevka, Gorlovka, Jasinovataja, Shevchenko, Novaja Marievka, Grigorievka e Donetsk. sabotato un ponte ferroviario a Marjupol. Arrivavano aiuti ‘militari’ a Kiev da Paesi Bassi, Regno Unito, Polonia, Canada e Australia. Il 24 dicembre, i majdanisti bombardavano Gorlovka, Krimskoe, Nikishino, Prishib e Smeloe. Scontri presso l’aeroporto di Donetsk e a Gorskoe. Combattimenti tra Grigorievka, Novomarievka, Sokolniki e Vesjolaja Gora. Il 24 dicembre, si registravano scontri a Nikishino, Gorlovka, Dzerzhinsk, Peski, Chernukhino e Volnovakha. Combattimenti a Stanitsa Luganskaja, dove i majdanisti subivano la perdita di 14 soldati, 4 autocarri Ural, 3 carri armati, 2 tecniche, 6 mortai, 1 BTR e 2 cannoni semoventi Nona.
Il 25 dice
mbre, i majdanisti bombardavano Vesjolaja Gora, Rajovka e Prishib. Combattimenti a Lobochjovo, dove la milizia distruggeva due dei tre checkpoint ucraini verso Lopaskino. I miliziani subivano 12 caduti e la perdita di 1 BMP, 2 carri armati e 3 obici. Gli ucraini perdevano un centinaio di uomini, 3 BMP, 1 BTR, 2 carri armati, 5 mortai e 4 cannoni antiaerei. A Grodovka venivano distrutti dei BTR ucraini, mentre i majdanisti bombardavano Dokuchayevsk, Gorlovka e Dzerzhinsk. Presso Majorsk gli ucraini perdevano altri blindati in combattimento. Il 26 dicembre i majdanisti bombardavano Gorlovka, la miniera di Izotov, Dokuchaevsk e la periferia di Donetsk. A Michurino i majdanisti uccidevano un civile. Il 27 dicembre, i majdanisti bombardavano Gorlovka, Shumij, Majorsk, Donetsk e Rajovka. Il convoglio umanitario della Repubblica di Abkhazija arrivava nel Donbas. Il 28 dicembre, i majdanisti bombardavano Mirnij, presso Telmanovo, Dokuchaevsk, Volnovakha, Gorlovka, Donetsk, Peski, Avdeevka, Grigorievka, Shumij, Majorsk, Stila e Stanitsa Luganskaja. Il 28 dicembre, i majdanisti bombardavano Donetsk, Peski, Spartak, Gorlovka, Telmanovo e Dokuchaevsk. Il 30 dicembre, presso l’aeroporto di Donetsk e a Peski si avevano scontri, come anche a Nikishino, Lidievka, Debaltsevo e Khartsyzk. I majdanisti bombardavano Orlovo-Ivanovka, Maloorlovka e Opitnoe. Il 31 dicembre, si ebbero scontri presso Donetsk, Peski, Marinka, Nikishino e Novaja Marevka.
Il 1° gennaio 2015, i majdanisti bombardavano Donestk, uccidendo un civile. Bombardamenti su Gorlovka, Majorsk, Bakhmutka, Gorskoe e Lisichansk. Scontri nella zona dell’aeroporto di Donestk, Peski e Nikishino. Il 2 gennaio, i majdanisti bombardavano Nikishino, Peski, Gnutovo e Donetsk. Il 3 gennaio 2015 si avevano scontri presso l’aeroporto di Donetsk, Novaja Marievka, Nikolaevka, Nikishino, Gorlovka, Kirovskoe, Vesjolaja Gora, Smeloe. A Valujskoe la milizia federalista distruggeva 1 cannone semovente 2S1 Aktasija eliminando 3 soldati ucraini. I majdanisti bombardavano alcuni quartieri di Donetsk. Il 4 gennaio, si avevano scontri a Tonenkoe, Donetsk, Peski, Opytnoe, Avdeevka, Slavnoe, Berjozovoe, Stanitsa Luganskaja, Verkhnjaja Olkhovaja, Makarovo, Shastie, Debaltsevo, Nikishino, Chernukhino, Gorlovka, Shumij Luganskoe, Sokolniki, Marinka, Tonenkoe, Raevka e presso Marjupol. Almeno 2 soldati ucraini furono eliminati.
Il 5 gennaio, i majdanisti bombardavano Makeevka e Donetsk. Scontri a fuoco si avevano a Krasnogorovka, Shumij, Majorsk, Nikishino, Slavjanoserbsk, Sokolniki, Znamenka, Shastie e Vesjolaja Gora. Nei pressi del villaggio di Elenovka, l’esercito federalista catturava 7 soldati ucraini a bordo di un autocarro GAZ-66. Il 6 gennaio, nella Repubblica popolare di Lugansk, le forze novorusse distruggevano 3 obici, 2 BTR e diversi autocarri Ural ucraini. I majdanisti bombardavano Donetsk, Lisichansk, Bakhmutka, Sokolniki, Znamenka, Slavjanoserbsk, Shastie, Vesjolaja Gora e Stanitsa Luganskaja.
Il 2 gennaio veniva imposta la legge marziale a Odessa. Il capo della polizia locale Ivan Katerinchuk (arrivato da Ivano-Frankovsk, covo banderista) affermava che tali misure erano volte a combattere le varie forme di ‘separatismo’, ovvero riunioni e attività dell’opposizione antimajdanista nella regione di Odessa. Già il 29 dicembre la polizia stradale ucraina aveva bloccato tutte le entrate e le uscite a Odessa. Nell’ambito del finanziamento statunitense, pari a 450 milioni di dollari, delle forze armate ucraine, la compagnia mercenaria statunitense Academi (Blackwater) confermava ai golpisti di Kiev di essere pronta ad iniziare l’addestramento di un battaglione di 550 neonazisti per il “programma modello di addestramento tattico” sul territorio ucraino. Il programma di un mese comprendente corsi di “tiro, azioni nelle aree urbane, combattimento corpo a corpo, rifornimento dei battaglioni in combattimento e logistica“. Al programma viene collegata l’associazione ‘Patrioti ucraini’, l’ala paramilitare dell’Assemblea Nazional-socialista di Ucraina (SNA), un’organizzazione neonazista fondata nel 2008 e il cui capo è Andrej Biletskij, comandante del nazibattaglione Azov. Inoltre, il capo del nazibattaglione Donbass, Semjon Semjonchenko (vero nome Konstantin Grishin) e i capi dei nazibattaglioni Dnipro, Jurij Bereza, e Azov, Bilestkij, autori di crimini di guerra, venivano ricevuti a Washington dal senatore guerrafondaio statunitense John McCain collegato ai capi del terrorismo attivo in Siria; il senatore Robert Corker dell’Istituto Repubblicano Internazionale (IRI) e il senatore Robert Menendez del National Democratic Institute (NDI), che esprimevano sostegno all’aggressione dei neonazisti alla popolazione del Donbas e “che assegnavano fondi per aiutare l’Ucraina, comprese armi, radar, armi anticarro, droni, sistemi di comunicazione e molto altro per il nostro esercito. Ho firmato un contratto per organizzare l’addestramento di ufficiali e combattenti del battaglione Donbass da parte di istruttori degli USA attualmente non in servizio“, ex-membri dei Navy SEAL, dellaDelta Force dell’US Air Force e di altre forze speciali statunitensi. Il 5 gennaio sull’aeroporto militare di Ozernoe, presso Zhitomir, Poroshenko partecipava alla cerimonia di consegna alle forze armate ucraine di 150 tra blindati, autoveicoli, artiglieria, oltre a 2 MiG-29 e Sukhoj Su-27, e dichiarava: “Come abbiamo utilizzato il periodo di tregua? Anche se non abbiamo proseguito l’offensiva, abbiamo completamente ristrutturato le unità di combattimento, e oggi, il nostro livello di equipaggiamento e munizioni è al 100%“. Tutto ciò mentre il ministro della Difesa della Lituania Juozas Olekas confermava che la Lituania aveva inviato armi all’esercito ucraino e che era pronta a “fornire aiuti in futuro“. Intanto, il 6 gennaio, 12 soldati della Guardia nazionale ucraina rimanevano uccisi e altri 18 feriti in un incidente stradale presso Artjomovsk.
Il Presidente della RP di Donetsk Zakharchenko annunciava la nazionalizzazione di tutte le imprese statali ucraine e l’avvio dei lavori sull’accordo relativo allo spazio economico unificato tra RP di Donestk ed RP di Lugansk tramite atti legislativi in materia di Amicizia e Cooperazione ed unità dello spazio economico tra RPD e RPL. Zaharchenko aveva detto che la zona di libero scambio era stata già stabilita tra le due repubbliche popolari del Donbas.
Il 5-10 dicembre l’esercito russo effettuava una grande esercitazione nella regione di Kaliningrad, testando la prontezza al combattimento di 9000 soldati, 642 mezzi e dei sistemi missilistici balistici tattici Iskander-M. Le esercitazioni riguardavano unità di fanteria meccanizzata, missilistiche e di artiglieria, truppe aviotrasportate e fanteria di marina, forze di ricognizione, comunicazioni e logistica, così come velivoli da combattimento, aerei da trasporto ed elicotteri, e le navi della Flotta del Baltico. Due brigate di sistemi missilistici Iskander-M furono rapidamente trasferite dalla Russia al distretto militare occidentale di Kaliningrad, a bordo di velivoli da trasporto militari e navi della Flotta del Baltico. Le esercitazioni di protezione delle frontiere includevano anche manovre sul mare e subacquee. Il 26 dicembre, la Russia approvava una versione aggiornata della dottrina militare nazionale, che considera la presenza militare della NATO una grave minaccia alla sicurezza nazionale. La nuova dottrina russa, firmata dal Presidente Vladimir Putin, indica nel concetto di Prompt Global Strike (PGS) degli USA una minaccia alla sicurezza della Russia. Il PGS è il programma degli Stati Uniti per sviluppare un sistema d’attacco globale con armi di precisione. Le nuove sezioni della dottrina militare russa delineano quali minacce alla Russia sia l’espansione della NATO che la sua assunzione di “funzioni globali che violano il diritto internazionale”, la creazione e lo schieramento di sistemi di missili antibalistici strategici globali, minando la stabilità globale e l’equilibrio strategico nucleare, l’implementazione del concetto di ‘attacco rapido’, l’intenzione di schierare armi nello spazio e armi convenzionali strategiche di precisione. Un altro obiettivo della dottrina militare russa è proteggere gli interessi nazionali nella regione artica. Il documento sottolinea anche la minaccia della destabilizzazione di Paesi confinanti con la Russia o di suoi alleati, e il dispiegarvi truppe straniere come minaccia alla sicurezza nazionale russa. Sul fronte interno, la Russia affronta minacce di “azioni volte al cambiamento violento dell’ordine costituzionale russo, destabilizzazione dell’ambiente politico e sociale, disorganizzazione degli organismi governativi, di cruciali installazioni civili e militari e dell’infrastruttura dell’informazione della Russia“. Per Mosca la cooperazione internazionale con Paesi che condividono gli sforzi volti alla sicurezza, particolarmente i membri di BRICS, OSCE, CSTO e Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, è la chiave per impedire i conflitti.
Il 15 dicembre una potente esplosione scuoteva Odessa. Scontri si svolgevano presso l’aeroporto di Donetsk, Shastie, Orlovo-Ivanovka, Frunze, Chernukhino e Debaltsevo. Il 16 dicembre, scontri presso Enakievo. I majdanisti bombardavano Oboznoe, Sokolniki, Valujskoe, Kolesnikovka e Olkhovoe. Il 17 dicembre, i majdanisti bombardavano il villaggio di Vesjolenkoe. Scontri a Peski, Donetsk, Uglegorsk, Debaltsevo e Prishib. Il 18 dicembre, si verificava una potente esplosione nell’aeroporto di Kharkov. Scontri a Peski, Donetsk, Uglegorsk, Debaltsevo, Stanitsa Luganskaja e Slavjanoserbsk. Il decimo convoglio umanitario russo, 180 autocarri con 1400 tonnellate di aiuti, arrivava nel Donbas. Il 19 dicembre si avevano scontri a 9 Stanitsa Luganskaja, Gorlovka, Peski, e i majdanisti bombardavano Nikishino.Il 20 dicembre, scontri a Donetsk, Gorlovka, Golma, Nikolaevka, Nizhnetjoploe, Telmanovo, Stanitsa Luganskaja e Lisichansk. Gli statunitensi consegnavano a Kiev 35 fuoristrada blindati Volkswagen Amarok e Toyota Land Cruiser 200, oltre a 2300 giubbotti antiproiettili. Il 21 dicembre, pesanti combattimenti a Peski, scontri a Nikishino, Gorlovka, Avdeevka, Pervomajsk, Gorskoe, aeroporto di Donetsk e Stanitsa Luganskaja. Il 21 dicembre, i majdanisti bombardavano Peski, Krutaja Gora, Khoroshee, Shastie, Gorodishe, Fashevka, Nikishino, Vesjolaja Gora, Gorlovka, Novaja Marievka e Donetsk. Combattimenti presso l’aeroporto di Donetsk. Combattimenti anche nella zona di Bakhmutovka, Frunze, Krimskoe e presso Slavjanoserbsk. Il 23 dicembre, i majdanisti bombardavano Dokuchaevsk, Peski, Oktjabr, Olkhovaja, Novomarievka, Fashevka, Gorlovka, Jasinovataja, Shevchenko, Novaja Marievka, Grigorievka e Donetsk. sabotato un ponte ferroviario a Marjupol. Arrivavano aiuti ‘militari’ a Kiev da Paesi Bassi, Regno Unito, Polonia, Canada e Australia. Il 24 dicembre, i majdanisti bombardavano Gorlovka, Krimskoe, Nikishino, Prishib e Smeloe. Scontri presso l’aeroporto di Donetsk e a Gorskoe. Combattimenti tra Grigorievka, Novomarievka, Sokolniki e Vesjolaja Gora. Il 24 dicembre, si registravano scontri a Nikishino, Gorlovka, Dzerzhinsk, Peski, Chernukhino e Volnovakha. Combattimenti a Stanitsa Luganskaja, dove i majdanisti subivano la perdita di 14 soldati, 4 autocarri Ural, 3 carri armati, 2 tecniche, 6 mortai, 1 BTR e 2 cannoni semoventi Nona.
Il 25 dice
mbre, i majdanisti bombardavano Vesjolaja Gora, Rajovka e Prishib. Combattimenti a Lobochjovo, dove la milizia distruggeva due dei tre checkpoint ucraini verso Lopaskino. I miliziani subivano 12 caduti e la perdita di 1 BMP, 2 carri armati e 3 obici. Gli ucraini perdevano un centinaio di uomini, 3 BMP, 1 BTR, 2 carri armati, 5 mortai e 4 cannoni antiaerei. A Grodovka venivano distrutti dei BTR ucraini, mentre i majdanisti bombardavano Dokuchayevsk, Gorlovka e Dzerzhinsk. Presso Majorsk gli ucraini perdevano altri blindati in combattimento. Il 26 dicembre i majdanisti bombardavano Gorlovka, la miniera di Izotov, Dokuchaevsk e la periferia di Donetsk. A Michurino i majdanisti uccidevano un civile. Il 27 dicembre, i majdanisti bombardavano Gorlovka, Shumij, Majorsk, Donetsk e Rajovka. Il convoglio umanitario della Repubblica di Abkhazija arrivava nel Donbas. Il 28 dicembre, i majdanisti bombardavano Mirnij, presso Telmanovo, Dokuchaevsk, Volnovakha, Gorlovka, Donetsk, Peski, Avdeevka, Grigorievka, Shumij, Majorsk, Stila e Stanitsa Luganskaja. Il 28 dicembre, i majdanisti bombardavano Donetsk, Peski, Spartak, Gorlovka, Telmanovo e Dokuchaevsk. Il 30 dicembre, presso l’aeroporto di Donetsk e a Peski si avevano scontri, come anche a Nikishino, Lidievka, Debaltsevo e Khartsyzk. I majdanisti bombardavano Orlovo-Ivanovka, Maloorlovka e Opitnoe. Il 31 dicembre, si ebbero scontri presso Donetsk, Peski, Marinka, Nikishino e Novaja Marevka.Il 1° gennaio 2015, i majdanisti bombardavano Donestk, uccidendo un civile. Bombardamenti su Gorlovka, Majorsk, Bakhmutka, Gorskoe e Lisichansk. Scontri nella zona dell’aeroporto di Donestk, Peski e Nikishino. Il 2 gennaio, i majdanisti bombardavano Nikishino, Peski, Gnutovo e Donetsk. Il 3 gennaio 2015 si avevano scontri presso l’aeroporto di Donetsk, Novaja Marievka, Nikolaevka, Nikishino, Gorlovka, Kirovskoe, Vesjolaja Gora, Smeloe. A Valujskoe la milizia federalista distruggeva 1 cannone semovente 2S1 Aktasija eliminando 3 soldati ucraini. I majdanisti bombardavano alcuni quartieri di Donetsk. Il 4 gennaio, si avevano scontri a Tonenkoe, Donetsk, Peski, Opytnoe, Avdeevka, Slavnoe, Berjozovoe, Stanitsa Luganskaja, Verkhnjaja Olkhovaja, Makarovo, Shastie, Debaltsevo, Nikishino, Chernukhino, Gorlovka, Shumij Luganskoe, Sokolniki, Marinka, Tonenkoe, Raevka e presso Marjupol. Almeno 2 soldati ucraini furono eliminati.
Il 5 gennaio, i majdanisti bombardavano Makeevka e Donetsk. Scontri a fuoco si avevano a Krasnogorovka, Shumij, Majorsk, Nikishino, Slavjanoserbsk, Sokolniki, Znamenka, Shastie e Vesjolaja Gora. Nei pressi del villaggio di Elenovka, l’esercito federalista catturava 7 soldati ucraini a bordo di un autocarro GAZ-66. Il 6 gennaio, nella Repubblica popolare di Lugansk, le forze novorusse distruggevano 3 obici, 2 BTR e diversi autocarri Ural ucraini. I majdanisti bombardavano Donetsk, Lisichansk, Bakhmutka, Sokolniki, Znamenka, Slavjanoserbsk, Shastie, Vesjolaja Gora e Stanitsa Luganskaja.
Il 2 gennaio veniva imposta la legge marziale a Odessa. Il capo della polizia locale Ivan Katerinchuk (arrivato da Ivano-Frankovsk, covo banderista) affermava che tali misure erano volte a combattere le varie forme di ‘separatismo’, ovvero riunioni e attività dell’opposizione antimajdanista nella regione di Odessa. Già il 29 dicembre la polizia stradale ucraina aveva bloccato tutte le entrate e le uscite a Odessa. Nell’ambito del finanziamento statunitense, pari a 450 milioni di dollari, delle forze armate ucraine, la compagnia mercenaria statunitense Academi (Blackwater) confermava ai golpisti di Kiev di essere pronta ad iniziare l’addestramento di un battaglione di 550 neonazisti per il “programma modello di addestramento tattico” sul territorio ucraino. Il programma di un mese comprendente corsi di “tiro, azioni nelle aree urbane, combattimento corpo a corpo, rifornimento dei battaglioni in combattimento e logistica“. Al programma viene collegata l’associazione ‘Patrioti ucraini’, l’ala paramilitare dell’Assemblea Nazional-socialista di Ucraina (SNA), un’organizzazione neonazista fondata nel 2008 e il cui capo è Andrej Biletskij, comandante del nazibattaglione Azov. Inoltre, il capo del nazibattaglione Donbass, Semjon Semjonchenko (vero nome Konstantin Grishin) e i capi dei nazibattaglioni Dnipro, Jurij Bereza, e Azov, Bilestkij, autori di crimini di guerra, venivano ricevuti a Washington dal senatore guerrafondaio statunitense John McCain collegato ai capi del terrorismo attivo in Siria; il senatore Robert Corker dell’Istituto Repubblicano Internazionale (IRI) e il senatore Robert Menendez del National Democratic Institute (NDI), che esprimevano sostegno all’aggressione dei neonazisti alla popolazione del Donbas e “che assegnavano fondi per aiutare l’Ucraina, comprese armi, radar, armi anticarro, droni, sistemi di comunicazione e molto altro per il nostro esercito. Ho firmato un contratto per organizzare l’addestramento di ufficiali e combattenti del battaglione Donbass da parte di istruttori degli USA attualmente non in servizio“, ex-membri dei Navy SEAL, dellaDelta Force dell’US Air Force e di altre forze speciali statunitensi. Il 5 gennaio sull’aeroporto militare di Ozernoe, presso Zhitomir, Poroshenko partecipava alla cerimonia di consegna alle forze armate ucraine di 150 tra blindati, autoveicoli, artiglieria, oltre a 2 MiG-29 e Sukhoj Su-27, e dichiarava: “Come abbiamo utilizzato il periodo di tregua? Anche se non abbiamo proseguito l’offensiva, abbiamo completamente ristrutturato le unità di combattimento, e oggi, il nostro livello di equipaggiamento e munizioni è al 100%“. Tutto ciò mentre il ministro della Difesa della Lituania Juozas Olekas confermava che la Lituania aveva inviato armi all’esercito ucraino e che era pronta a “fornire aiuti in futuro“. Intanto, il 6 gennaio, 12 soldati della Guardia nazionale ucraina rimanevano uccisi e altri 18 feriti in un incidente stradale presso Artjomovsk.
Il Presidente della RP di Donetsk Zakharchenko annunciava la nazionalizzazione di tutte le imprese statali ucraine e l’avvio dei lavori sull’accordo relativo allo spazio economico unificato tra RP di Donestk ed RP di Lugansk tramite atti legislativi in materia di Amicizia e Cooperazione ed unità dello spazio economico tra RPD e RPL. Zaharchenko aveva detto che la zona di libero scambio era stata già stabilita tra le due repubbliche popolari del Donbas.
Il 5-10 dicembre l’esercito russo effettuava una grande esercitazione nella regione di Kaliningrad, testando la prontezza al combattimento di 9000 soldati, 642 mezzi e dei sistemi missilistici balistici tattici Iskander-M. Le esercitazioni riguardavano unità di fanteria meccanizzata, missilistiche e di artiglieria, truppe aviotrasportate e fanteria di marina, forze di ricognizione, comunicazioni e logistica, così come velivoli da combattimento, aerei da trasporto ed elicotteri, e le navi della Flotta del Baltico. Due brigate di sistemi missilistici Iskander-M furono rapidamente trasferite dalla Russia al distretto militare occidentale di Kaliningrad, a bordo di velivoli da trasporto militari e navi della Flotta del Baltico. Le esercitazioni di protezione delle frontiere includevano anche manovre sul mare e subacquee. Il 26 dicembre, la Russia approvava una versione aggiornata della dottrina militare nazionale, che considera la presenza militare della NATO una grave minaccia alla sicurezza nazionale. La nuova dottrina russa, firmata dal Presidente Vladimir Putin, indica nel concetto di Prompt Global Strike (PGS) degli USA una minaccia alla sicurezza della Russia. Il PGS è il programma degli Stati Uniti per sviluppare un sistema d’attacco globale con armi di precisione. Le nuove sezioni della dottrina militare russa delineano quali minacce alla Russia sia l’espansione della NATO che la sua assunzione di “funzioni globali che violano il diritto internazionale”, la creazione e lo schieramento di sistemi di missili antibalistici strategici globali, minando la stabilità globale e l’equilibrio strategico nucleare, l’implementazione del concetto di ‘attacco rapido’, l’intenzione di schierare armi nello spazio e armi convenzionali strategiche di precisione. Un altro obiettivo della dottrina militare russa è proteggere gli interessi nazionali nella regione artica. Il documento sottolinea anche la minaccia della destabilizzazione di Paesi confinanti con la Russia o di suoi alleati, e il dispiegarvi truppe straniere come minaccia alla sicurezza nazionale russa. Sul fronte interno, la Russia affronta minacce di “azioni volte al cambiamento violento dell’ordine costituzionale russo, destabilizzazione dell’ambiente politico e sociale, disorganizzazione degli organismi governativi, di cruciali installazioni civili e militari e dell’infrastruttura dell’informazione della Russia“. Per Mosca la cooperazione internazionale con Paesi che condividono gli sforzi volti alla sicurezza, particolarmente i membri di BRICS, OSCE, CSTO e Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, è la chiave per impedire i conflitti.
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