venerdì 29 maggio 2015


VI SPIEGO IL PERCHE’ DEL “REDDITO DI CITTADINANZA”

VI SPIEGO IL PERCHE’ DEL “REDDITO DI CITTADINANZA”

La tecnologia e la tecnicizzazione hanno prodotto disoccupazione e immobilismo. Le macchine e la robotica hanno sostituito il lavoro manuale velocizzando i tempi di produzione e facendo risparmiare soldi all’imprenditore esonerandolo dal pagamento di ogni contributo assistenziale e pensionistico.
Ma è il cane che si morde la coda, e non è tutto oro quel che luccica!
La massa di disoccupati in crescita esponenziale del mondo industrializzato non potendo disporre di un salario, si trovano costretti a rinunciare all’acquisto dei beni prodotti dall’industria meccanizzata, e qualsiasi intervento statale a beneficio delle imprese in crisi e delle banche non produrrà alcuna ripresa, crescita e sviluppo. Sarebbe come spargere semi su uno strato di pietra lavica sperando che germoglino!
Per assumere nuovo personale e quindi creare occupazione, l’industria dovrebbe liberarsi delle macchine e della robotica, eliminare la catena di montaggio e la produzione in serie. Ma questo non accadrà mai, nonostante la logica e il buon senso lo imporrebbero come la sola condizione in grado di scongiurare l’imminente implosione del Sistema liberista. Quando solo una radicale riconversione alla Terra potrebbe compiere il miracolo!
Pertanto il capital/liberismo consumista può sopravvivere a se stesso solo a patto che lo stato garantisca un “reddito di cittadinanza” ad ogni cittadino senza lavoro, in cerca di lavoro e pensionato al minimo, pena il default del Sistema economico.
La drammatica condizione in cui versa la Grecia, diversamente dagli altri paesi europei, è l’effetto della mancanza di questo diritto alla sopravvivenza che nel “reddito di cittadinanza” trova la soluzione più congrua alla drammatica circostanza attuale.
Allo stesso modo e per gli stessi motivi, noi italiani faremmo la medesima fine.
Il “reddito di cittadinanza” è un dovere dello stato e un diritto per il cittadino – come lo è il diritto alla casa e l’accesso all’acqua.
Ergo, se lo Stato non è in grado di garantire un lavoro stabile ai soggetti della comunità e ottemperare ai loro bisogni primari, non può avanzare alcuna pretesa che siano tasse, interessi e more,  ma ha l’obbligo morale, etico e costituzionale di provvedere alla sua sopravvivenza nei limiti della dignità umana. Diversamente viene a decadere il concetto di “società civile”  per trasfigurare la democrazia in regime oligarchico, oppressivo e criminogeno.
Posta in arrivo
x
comp. teatro



Famiglia



Conoscenti



gianni tirelli



a me

Nessun commento: