Antimperialismo e antifascismo devono andare di pari passo!
Antimperialismo e antifascismo devono
andare di pari passo!
Abbiamo ricevuto il comunicato dei quattro
componenti della redazione milanese della Casa Editrice Zambon, che volentieri pubblichiamo
di seguito.
Solidarizziamo pienamente con la battaglia ideologica
e politica che essi stanno coraggiosamente conducendo all'interno della Casa
Editrice per una corretta linea editoriale, in difesa dell'antifascismo, contro
l'imperialismo internazionale in tutte le sue componenti, e contro le
aberranti idee del cosiddetto "antiamericanismo" di alcuni rigurgiti
fascisti e di alcune forze di destra italiane, camuffato come antimperialismo.
Su questi temi noi compagni di Piattaforma
Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia prendemmo
decisamente posizione fin dal 2004 con l'articolo "Antiamericanismo"
o lotta di classe antimperialista?, pubblicato nella nostra rivista
"Teoria e Prassi", n. 12, pp. 32-34, al quale rinviamo per la
polemica che allora conducemmo sul piano ideologico e politico e che riconfermiamo
integralmente anche oggi. Non a caso sull’ultimo numero di Scintilla abbiamo
chiamato a mantenere ben ferma la discriminante antifascista e ad alzare il
livello di vigilanza.
COMUNICATO DEL
GRUPPO REDAZIONALE DI MILANO
Ultimamente abbiamo ricevuto svariate critiche da
parte di compagni che individualmente o come gruppi, ci hanno fatto pervenire
il proprio disappunto in modo più o meno severo, in merito ad alcune scelte
editoriali comparse nel nostro ultimo catalogo.
Tali critiche sono state prese in seria
considerazione in una recente riunione di redazione e pertanto comunichiamo ai
lettori quanto segue:
1) Riteniamo che l'antifascismo sia un valore
centrale, irrinunciabile e di piena, urgente, attualità. Rifiutiamo qualsiasi
tesi di superamento della dicotomia tra fascismo e antifascismo che porta con
se l'idea del superamento di quella tra capitale e lavoro, destra e sinistra e,
in ultima analisi, anche l'opposizione all'imperialismo risulterebbe in questo
modo svuotata di senso.
2) Rifiutiamo decisamente qualsiasi ipotesi politica
che in nome di un malinteso e distorto "antimperialismo" promuova
convergenze o addirittura alleanze tattiche con settori provenienti dall'ambito
fascista in qualsiasi sua declinazione, e, a maggior ragione, se contigui alle
deliranti idee delle destre "sociali".
Compagni che prendono questa strada dimenticano
purtroppo l'indissolubile legame tra il fascismo e il capitalismo, e dunque,
l'imperialismo. Non ci può essere alcun accordo "antimperialista" con
ambienti che, seppur mascherati, hanno sempre goduto delle generose elargizioni
da parte di quell'imperialismo che dicono di combattere, e una tale ipotesi
avrebbe come conseguenza la necessaria rinuncia a essere al fianco delle classi
oppresse di ogni paese.
3) Sappiamo che i testi che assumono alcune
categorie analitiche derivate dalle analisi di Costanzo Preve o di alcuni suoi
epigoni, costituiscono la “base teorica” di soggetti coi quali non abbiamo, né
vogliamo avere, nulla a che fare.
Riteniamo dunque che tali tesi non dovrebbero più
avere spazio tra le nostre pubblicazioni.
I redattori della casa editrice Zambon:
Anna Bellini
Lucio Bilangione
Adriana Chiaia
Alessandro Pagani
P.S.
Adriana Chiaia, purtroppo assente dalla riunione di
redazione per seri problemi di salute, assidua collaboratrice della casa
editrice Zambon da più di dieci anni con saggi e traduzioni, curatrice della
collana Le radici del futuro, dichiara di condividere pienamente il comunicato
della redazione italiana in quanto esso riassume sinteticamente le ragioni
della lotta che da più di un anno conduce sulle nuove tendenze della casa
editrice. Lo ha fatto con noti scritti come Non siamo un ghetto o con proposte
costruttive di riorganizzazione della casa editrice, sostenendo la necessità di
una collegialità delle redazioni tedesca e italiana, nella scelta degli autori
e nella valutazione delle opere presentate (come si verifica in ogni seria casa
editrice) e inoltre pazientemente dimostrando la erroneità di alcuni paragoni
storici con cui l’editore sostiene le sue posizioni (Togliatti nella cosiddetta
svolta di Salerno non si alleò con la monarchia e Badoglio, ma convinse il
comitato antifascista dei vari partiti esistenti in Italia meridionale a
entrare in un governo che era l’unico governo italiano riconosciuto
internazionalmente, URSS compresa, rimandando ogni decisione istituzionale
sullo stato italiano alla conclusione della lotta armata partigiana che si
svolgeva al nord). Purtroppo tutte le ragioni suddette, tenacemente e
pazientemente espresse, si sono scontrate con la più assoluta sordità
dell’editore.
La redazione italiana continuerà all’interno della
casa editrice la sua lotta, certa che un numero sempre maggiore di lettori
pensanti e dotati di senso critico condividerà il suo punto di vista. Anche
perché il terreno reale delle lotte che l’intero movimento antifascista conduce
quotidianamente contro i rigurgiti fascisti (Forza Nuova, Casa Pound, ecc.),
anche se camuffati da improbabili populismi, dimostra concretamente la impraticabilità
dell’alleanza fascismo-antifascismo.
Adriana Chiaia
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