Lo
storico, scienziato politico, scrittore e professore universitario
Andrej Fursov ha rilasciato un'intervista alla rivista Nakanune del 29
maggio 2015. Aderente al Club d'Izborsk Fursov commenta l'ultima
relazione della Fondazione Gorbaciov che propone una nuova perestroika.
La
Fondazione Gorbaciov e il Comitato iniziative civili hanno preparato un
rapporto, "Il valore della perestrojka nel contesto della Russia
contemporanea", in cui si afferma che il Paese ha bisogno, e sarebbe
anche inevitabile, di una nuova perestroika. Cosa fu la perestroika per
l'URSS e cosa può essere oggi?
Se diamo una definizione della perestrojka, direi che fu la premeditata
trasformazione di una crisi strutturale nel sistema che distrusse
l'Unione Sovietica e il sistema sovietico. Gorbaciov stesso ha detto di
aver sempre pensato che la distruzione del comunismo fosse il grande
compito della sua vita. Si tratta naturalmente di una menzogna,
semplicemente perché una cosa del genere non poteva pensarla quando era
funzionario sovietico. Questo si chiama "buon viso a cattivo gioco". Si
può immaginare che chi parla di nuova perestroika supponga di voler
distruggere la Russia, così come la perestroika fece con l'URSS.
Gli
autori notano che ulteriori riforme saranno stimolate dagli stessi
problemi che portarono alla perestroika tra gli ultimi anni '80 e i
primi anni '90: "inefficienza e arretratezza del sistema politico,
arretratezza economica e tecnologica, modalità arcaiche dei rapporti tra
Stato e società", ecc.
Il problema di tali persone, che lavorano con Gorbaciov dagli anni '80, e
i loro successori nella Fondazione Gorbaciov, è che alquanto equivoci
su come il mondo moderno sia costruito. Non va quindi preso troppo sul
serio ciò che dicono. E' evidente che le relazioni di tali autori non
sono realmente sganciate dal loro punto di vista intellettuale.
La perestroika fu una causa "ufficiale"?
Nel 1985 nessuno parlava di perestroika. Iniziammo a discuterne più
tardi, ma in generale parlare di perestroika implicava un discorso serio
sulle contraddizioni fondamentali della società sovietica, l'emergere
di una crisi strutturale divenuta sistema gorbaciovista. Vasilij
Leontev, premio Nobel, lavorò su questo tema per settimane e giunse alla
conclusione che l'Unione Sovietica aveva dei grandi problemi
strutturali economici, ma non tali da giustificarne il cambiamento di
sistema. Ciò significa che la posizione di Gorbaciov era da subito
inadeguata. A tal proposito, le dichiarazioni di Aleksandr Nikolaevich
Jakovlev, l'altro capo della perestrojka, sono piuttosto significative.
Nega completamente le affermazioni di Gorbaciov dell'epoca, e quelle
della sua squadra di oggi. Notiamo due notevoli dichiarazioni nel suo
libro postumo. In un'intervista spiega che volevano distruggere il
Partito Comunista dell'Unione Sovietica avvalendosi della disciplina da
partito totalitario. Ciò significa che deliberatamente distrussero il
Partito Comunista dell'Unione Sovietica, perno del sistema sovietico. In
una delle ultime interviste, Jakovlev ammette apertamente l'assenza di
fattori economici oggettivi che giustificassero la perestroika: la
squadra di Gorbaciov voleva solo distruggere il comunismo. C'è un'altra
dichiarazione di Jakovlev abbastanza sorprendente, attraverso la
perestrojka avevano distrutto non solo l'Unione Sovietica, ma il modello
storico millenario della Russia. In tale contesto, citare la necessità
della perestroika-2 equivale ad ammettere apertamente di non essere
riusciti a distruggere completamente quel modello. Una nuova
perestroika, oggi, ha lo scopo di terminare l'opera incompleta.
Al
momento, la perestrojka fu definita cosiddetto "Nuovo Pensiero", in
realtà corrispondente a una politica di concessioni all'occidente. Oggi a
cosa corrisponderebbe tale "Nuovo Pensiero"?
Il "Nuovo Pensiero" corrispondeva all'abbandono della difesa del sistema
sovietico, fu un tradimento totale. Nelle circostanze attuali non
possiamo riprendere tale espressione, perché abbiamo una posizione ferma
su questione siriana, crisi ucraina e molte altre questioni. È un
movimento opposto a quello adottato dalla perestroika. Ed è strano
sentire da Gorbaciov che gli statunitensi sono responsabili della crisi
attuale, mentre il rapporto dei "nuovi perestrojkisti" dice che il
deterioramento dei rapporti con l'occidente è una minaccia. Allora da
dove proviene la minaccia? Dall'occidente.
Precisamente,
la minaccia occidentale, gli autori del rapporto sostengono che la
Russia dovrebbe astenersi da qualsiasi confronto pericoloso con
l'occidente, ripristinare le istituzioni democratiche e la competizione
politica, e sbarazzarsi di un eccessivo accentramento del potere...
Ciò che prevede tale progetto, in realtà, è preparare la Russia alla
piena capitolazione all'occidente abbandonando le proprie posizioni, e
questa volta comportando lo smembramento del Paese e l'instaurazione qui
del potere delle transnazionali. In sintesi, la perestrojka di
Gorbaciov ha operato in tal senso, senza raggiungere gli obiettivi. Dal
1991 l'euforia regnava in occidente. Nel 1995, in un discorso ai
rappresentanti delle forze armate del suo Paese, il presidente Clinton
dichiarò: "Permetteremo alla Russia di esistere, ma non da grande potenza".
Ma negli anni '90, vari fattori impedirono il crollo finale della
Russia: l'euforia degli statunitensi, il nostro arsenale nucleare, la
Cina e infine un dettaglio, gli statunitensi presumevano che il
mantenimento di una Russia centralizzata gli permettesse di usurpare più
facilmente attività e risorse del Paese. Poi, dopo gli eventi dell'11
settembre, gli statunitensi furono distratti dal Medio Oriente e la
Russia ebbe il tempo di respirare. E ciò che abbiamo oggi è il risultato
di quello che riuscimmo a respirare. Infatti, durante la crisi siriana,
Kissinger avvertì i capi occidentali a non fare pressioni sulla Russia
sulla questione siriana, perché gli Stati Uniti avrebbero avuto il
sopravvento in Siria, ma avrebbero perso il vantaggio di vent'anni di
lavoro sulla Russia. E l'hanno perso. Pertanto, la presente relazione su
una nuova perestroika è un tentativo di aiutare l'occidente a
recuperare ciò che ha perso negli ultimi anni.
In termini di sviluppo, rispetto a perestroika e altre vie, i piani quinquennali sarebbero più adatti alle nostre esigenze?
Nella storia nulla va mai ripristinato; né la perestrojka né i piani
quinquennali. Tuttavia, è facile rispondere. Qual fu il risultato dei
piani quinquennali dell'Unione Sovietica? Ci diedero un potente
complesso militare-industriale grazie al quale poter spezzare la schiena
del fascismo, riprenderci e inviare l'uomo nel cosmo. Quali sono stati i
risultati della perestrojka? Campi incolti, negozi vuoti, l'umiliazione
del 1991 e la caduta dell'Unione Sovietica. Il grande problema dei
perestrojkisti non è tanto che sono dei traditori, ma che sono marci.
Gorbaciov è la classica immagine del fallimento. E' robabile che se i
suoi eredi oggi riuscissero a distruggere la Russia, se ne vanterebbero.
Ma credo che questa volta non concluderanno nulla.
L'ex-presidente
degli USA George WH Bush, Mikhail Gorbachev e l'ex-cancelliere tedesco
Helmut Kohl, decorati dall'ordine del Leone Bianco, Praga, 17 novembre
1999, dal defunto presidente ceco Vaclav Havel.
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