giovedì 11 giugno 2015

Guerra saudita-yemenita, la risposta di Sana

Guerra saudita-yemenita, la risposta di Sana

by sitoaurora
Alessandro Lattanzio, 11/6/201525690634"La guerra non è finita, ma ci sono vari tentativi di trovare una soluzione politica", aveva detto Abdulqalaq Abdulla, professore di scienze politiche dell'Università degli Emirati Arabi Uniti. Gli aerei sauditi avevano effettuato 2450 sortite sullo Yemen in 29 giorni di aggressione. Infatti gli attacchi aerei sauditi sullo Yemen continuavano, il 23 aprile, i bombardamenti sauditi uccidevano 23 persone a Dalah, 10 a Taiz e 6 ad Aden. I sauditi colpivano anche la provincia di Marib, la base aerea di Hudaydah, Yarim nella provincia di Ib, dove gli aerei sauditi colpivano l'università. A Lahj e Dalah le incursioni saudite distruggevano scuole ed edifici pubblici.
Il 21 aprile re Salman ordinava alla Guardia nazionale saudita, meglio attrezzata dell'esercito del regno, a partecipare alle operazioni contro lo Yemen, finora effettuate solo dall'aeronautica e dall'esercito che rispondono al ministero della Difesa. La Guardia nazionale è una struttura militare con un proprio ministero, responsabile del controllo delle frontiere e delle regioni sciite. L'esercito saudita conta 75000 effettivi su 3 brigate corazzate, 5 brigate meccanizzate, 1 brigata aerea, 1 brigata della Guardia reale, 8 battaglioni di artiglieria e 2 brigate aeree. "L'Arabia Saudita ha chiesto agli alleati di evitare ogni avventurismo minacciando l'Iran, perché altrimenti si aprirebbero le porte dell'inferno. Le forze iraniane possono distruggere l'Arabia Saudita in 24 ore", confessava invece il principe saudita Qalid bin Talal bin Abdulaziz al-Saud all'emittente Fox. I principi sauditi erano divisi sull'aggressione allo Yemen. Alcuni si erano opposti all'intervento militare nello Yemen, quando il 23 aprile gli attacchi aerei sauditi erano ripresi. Tra gli oppositori vi erano il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Muqrin bin Abdulaziz, e il ministro della Guardia nazionale Mutayb bin Abdullah. Inoltre, Qalid bin Talal bin Abdulaziz aveva criticato il monarca saudita, Salman bin Abdulaziz al-Saud, per aver ordinato il bombardamento dello Yemen senza ricorrere alle Nazioni Unite. Sempre secondo Qalid bin Talal bin Abdulaziz "il ministro della Difesa saudita principe Muhamad bin Salman e il principe Muhamad bin Nayaf influenzano le decisioni di re Salman, come avveniva con il defunto re Abdullah bin Abdulaziz che seguiva sempre il capo dell'intelligence Bandar bin Sultan e il ministro degli Esteri Saud al-Faysal". Secondo un alto dirigente di Ansarullah, Husayn al-Izi, "I contrasti si sono intensificati nella famiglia al-Saud nel corso degli attacchi aerei contro lo Yemen", osservando che diverse regioni saudite sono preda del caos dall'inizio dell'aggressione allo Yemen, "Le insicurezze si sono intensificate" facendo temere ad alcuni governanti sauditi che la guerra yemenita possa suscitare caos interno, tanto più che il parlamento pakistano votava no all'ingerenza militare nello Yemen e la Turchia evitava di unirsi alla coalizione, mentre vi è forte opposizione in Egitto contro la decisione del presidente egiziano sullo Yemen. Mentre l'agenzia marocchina al-Masai Press, principi e consorti sauditi erano fuggiti dalle regioni meridionali del Paese temendo rappresaglie dall'esercito yemenita, Qalid bin Talal bin Abdulaziz riconosceva che l'Arabia Saudita aveva fallito l'offensiva iniziata il 26 marzo, non avendo indebolito il movimento yemenita Ansarullahm ed inoltre dichiarava che per gli attacchi aerei contro lo Yemen, Riyadh utilizza piloti statunitensi, francesi, pakistani, egiziani e indiani a cui vengono corrisposti 7500 dollari per ogni missione. "Dopo che i nostri alleati ci hanno lasciati soli rifiutando di partecipare ai bombardamenti contro lo Yemen, i nostri soldati hanno perso coraggio e alcuni hanno disertato", aveva detto il principe saudita. Con la nuova campagna Riyadh sostiene di voler condurre "operazioni antiterrorismo" in Yemen cercando una 'soluzione politica', continuando il blocco navale e bombardando le posizioni dell'esercito yemenita e di Ansarullah. Intanto secondo il sito Qabar, l'ex-principe ereditario saudita Muqrin bin Abdulaziz sarebbe stato arrestato dopo che re Salman bin Abdulaziz l'aveva sostituito con Muhamad bin Nayaf, ministro degli Interni. All'inizio di maggio 2015, vi sarebbe stato un tentativo di assassinare il re saudita, portando all'arresto di Muqrin bin Abdulaziz e all'esecuzione del capo del protocollo della corte e dei suoi sostituti. Secondo fonti irachene, tra 4000 e 10000 effettivi sauditi dell'esercito e della Guardia nazionale avrebbero abbandonato le basi presso la frontiera con lo Yemen, "secondo l'intelligence occidentale, i militari sauditi hanno abbandonato basi, centri comando e posti di blocco presso il confine con lo Yemen".041411130444k6fxb67Il 26 marzo, poche ore dopo l'attacco saudita allo Yemen, l'aeronautica yemenita non aderiva totalmente all'appello di Ansarullah, dato che la maggior parte del personale rifiutava di prenderne gli ordini; inoltre la manutenzione dei velivoli era interrotta dal rovesciamento di Salah nel 2012. Quindi, nel marzo 2015 l'aeronautica yemenita (YAF) era in una situazione caotica con la maggior parte del personale che aveva disertato e i velivoli privi di manutenzione, impedendole d'intervenire nel conflitto. Nei primi attacchi aerei sauditi contro le strutture della base aerea di al-Daylami furono distrutti 1 velivolo cargo CN-235-300M, 1 velivolo da collegamento Beechcraft Super King Air, 1 elicottero AB-412 e 1 elicottero UH-1H. Tuttavia, i 10 caccia MiG-29 dispersi intorno la base o negli hangar corazzati, non furono colpiti così come una pista di 2500m che avrebbe potuto essere utilizzata dalla YAF. Il 15 aprile 2015 i sauditi avrebbero distrutto 2 cacciabombardieri Su-22 e 1 caccia F-5 parcheggiati all'aperto di al-Daylami, e il 4 maggio 1 aereo da trasporto Il-76TD yemenita veniva distrutto al Sana International Airport.
L'aeronautica yemenita, sulla carta, disporrebbe di:
18 caccia multiruolo Mikojan MiG-29SMT e 4 MiG-29UBT
40 caccia intercettori Mikojan MiG-21bis/MF e 12 MiG-21U/UM
6 caccia Northrop F-5E e 2 F-5F
34 cacciabombardieri Sukhoj Su-22M/M-2/M-4 e 3 Su-22UM-3K
2 velivoli da trasporto Iljushin Il-76
1 velivolo cargo Antonov An-12BP
2 velivoli cargo Lockheed C-130H Hercules
2 velivoli cargo Antonov An-24RV
5 velivoli cargo Antonov An-26
2 aerei di linea Jakovlev Jak-40
22 aerei d'addestramento Aero L-39 Albatros
14 aerei d'addestramento Jakovlev Jak-11
12 aerei d'addestramento Zlin Z-142
12 aerei d'addestramento SB-7L-360 Seeker
12 elicotteri d'attacco Mil Mi-24D/F
15 elicotteri d'assalto Mil Mi-171Sh, 10 Mil Mi-8T
2 elicotteri antisom Mil Mi-14
2 elicotteri Agusta-Bell AB204B, 4 Agusta-Bell AB206B, 2 Agusta-Bell AB212 Twin Huey, 2 Agusta-Bell AB214
3 elicotteri Bell UH-1H-II Huey II
2 aerei da ricognizione Cessna 208N-ISR Caravan
3 aerei da ricognizione Beechcraft Super King Air-350ER
12 UAV Boeing ScanEagle
La difesa aerea yemenita disporrebbe di 1300 missili antiaerei obsoleti e privi di pezzi di ricambio (400 3M9/2K12, 300 Strela-1, 216 V-75/S-75, 100 5V27/S-125, 460 Strela-2). I sauditi avrebbero distrutto un sistema S-75, 1 S-125 e 1 2K12 Kub. Le basi aeree sono l'aeroporto internazionale di Aden, le basi di al-Anad, al-Ghaydah con 21 hangar, al-Ataq, al-Hudaydah con 27 hangar, Riyan, Sana con 53 hangar, Taiz Ganad, Sayun e Sada.
CBlL9q9VEAAeAiT_risultatoQuando il 17 aprile, al-Qaida nella penisola araba occupò Muqala, capitale della provincia di Hadramaut, la città era difesa dalla 27.ma Brigata di fanteria comandata da Muhamad Ali Muhsan, comandante della regione militare orientale comprendente i governatorati di Hadramaut e al-Mahra. Ali Muhsan era fuggito in Arabia Saudita, essendo un aderente alla Fratellanza Musulmana yemenita, Islah, sostenuta dai sauditi. Su ordine di Ryadh, Ali Muhsan sabotò qualsiasi resistenza all'occupazione di al-Qaida che, dopo aver occupato aeroporto, edifici governativi e raffineria di al-Muqala, iniziava a farsi chiamare “Comitato popolare dei Figli dell'Hadhramaut”. L'ambasciatore saudita negli Stati Uniti, Adil al-Jubayr, affermava che l'Arabia Saudita inviava armi proprio ai cosiddetti "comitati popolari" yemeniti che combattevano gli sciiti zayditi e soprattutto Asarullah, che Ryadh qualifica come "gruppo estremista".
Il 23 aprile, un aereo di linea iraniano carico di aiuti umanitari, diretto a Sana, veniva dirottato da caccia sauditi prima di entrare nello spazio aereo yemenita. Il Viceministro degli Esteri iraniano per gli affari arabi e africani, Hossein Amir Abdollahian, sottolineava che l'invio di aiuti umanitari nello Yemen era una priorità di Teheran. Il vicedirettore per gli affari internazionali e umanitari della Mezzaluna Rossa Iraniana (IRCS), Shahabeddin Mohammadi Araqi, dichiarava "siamo pronti a inviare aiuti umanitari nello Yemen, ma purtroppo l'Arabia Saudita l'impedisce. Siamo in contatto con la Mezzaluna Rossa e il Ministero della Salute dello Yemen, che hanno indicato la necessità di nuovi invii". L'Iran aveva già inviato 69 tonnellate di aiuti medici e beni di consumo. All'inizio di aprile, il Capo della Mezzaluna Rossa yemenita Muhamad Ahmad al-Qabab, in una lettera all'omologo iraniano Seyed Amir Mohsen Ziayee, aveva ringraziato l'Iran per gli aiuti umanitari e medici. L'Iran aveva sottolineato che alimentando il settarismo nei Paesi musulmani si favorivano solo gli interessi delle potenze egemoni e del regime sionista d'Israele, mentre Teheran faceva del suo meglio per preparare il terreno a una soluzione pacifica delle controversie tra Stati mediorientali, ed intensificava gli sforzi per mediare i colloqui tra i diversi gruppi yemeniti per stabilire la pace e avviando una proposta d'iniziativa di pace per lo Yemen al segretario generale delle Nazioni Unite. Secondo l'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, gli sfollati per la guerra erano 150000, almeno 1080 persone erano state uccise, tra cui 115 bambini, e altre 4352 erano state ferite, tra il 19 marzo e il 20 aprile. Inoltre 4,8 milioni di persone soffrivano per la penuria di alimenti.
Il 25 aprile, i sauditi bombardavano Sana, Aden, Sada e Hija, mentre negli scontri tra l'esercito yemenita e le milizie filo-saudite a Lahij, Abyan e Adhali rimavano uccisi 50 miliziani filo-sauditi e di al-Qaida. Negli scontri a Marib, l'esercito yemenita assediava le roccaforti delle forze filo-saudite. Navi da guerra saudite bombardavano la città di al-Muala, nella provincia di Aden, dopo che l'esercito yemenita e Ansarullah avevano sconfitto le locali forze filo-saudite. Ansarullah avanzava su Ataq, nella provincia di Shabwah, catturando grandi quantitativi di armi e infliggendo gravi perdite alle forze filo-saudite. Il 15 aprile, i combattenti popolari yemeniti sequestravano un enorme carico di armi paracadutato dai sauditi nella provincia di Marib, e un altro carico di armi paracadutato dai sauditi nella provincia di Lahij, veniva catturato da Ansarullah. Il 26 aprile i sauditi bombardavano Safra, provincia di Sada, uccidendo 4 persone, e Taiz, colpendo una scuola. Inoltre i sauditi bombardavano Sahar, Faj Atan, al-Nahdin, Sana, Ludar, nella provincia di Abyan, Marib, uccidendo altre 4 persone, e Aden. Il 29 aprile l'esercito yemenita e le forze popolari eliminavano 20 terroristi di al-Qaida respingendone l'attacco sull'aeroporto di Aden, mentre l'esercito yemenita eliminava ad al-Atif una base di al-Qaida e una di al-Islah. Ansarullah eliminava un'altra base di al-Qaida nel governatorato di Marib. I sauditi bombardavano l'aeroporto di Hudaydah, il quartiere orientale di Qurmaqsar ad Aden e la città di Harat.
t1_8Il 1° maggio, gli aerei sauditi bombardavano un ospedale e un campo medico, nel sud-ovest dello Yemen, uccidendo almeno 58 civili e ferendone almeno 67. Gli Stati Uniti ampliavano il supporto dell'intelligence all'Arabia Saudita nelle operazioni contro lo Yemen. "Cerchiamo di fargli avere una migliore visione del campo di battaglia e dell'avanzata delle forze huthi”. Affermava un ufficiale dell'intelligence statunitense. Gli aerei sauditi avevano anche bombardato due autocarri carichi di cibo presso Sada, oltre ad effettuare altri attacchi, il 2 maggio, presso Malahidh, vicino al confine saudita, e nel Wadi Lyah. Il 4 maggio l'esercito yemenita entrava nel quartiere al-Tawahi di Aden mentre combattenti tribali yemeniti attaccavano otto postazioni militari saudite a Jazan e Najran, eliminando 5 soldati sauditi. Aerei sauditi bombardavano Sahar, presso Sada con 50 missili, mentre l'artiglieria saudita bombardava Dhahar, sempre nella provincia di Sada, e Harad, nella provincia di Hajah, causando 43 morti e 140 feriti tra i civili. Le truppe saudite si ritiravano dalla provincia di Jizan dopo seri scontri con truppe tribali yemenite che occupavano quattro postazioni dell'esercito saudita. Ansarullah attaccava le posizioni dei miliziani filo-sauditi a Dar al-Sad e al-Tawahi, ad Aden, distruggendo diversi autoveicoli e catturando un deposito di armi dei filo-sauditi. In precedenza un gruppo di 50 militari sauditi sbarcava ad Aden con compiti di coordinamento tra l'esercito saudita e le milizie filo-saudite, per occupare l'aeroporto locale, la missione però falliva. Infine, un'imbarcazione della Marina saudita sarebbe stata catturata al largo di Aden, mentre i sauditi bombardavano il quartiere Jazirat al-Umal di Aden. Il 5 maggio, mentre i sauditi bombardavano la base aerea di al-Anad, nella provincia di Lahij, distruggendo la pista dell'aeroporto, l'esercito yemenita liberava i quartieri Dar Sad al-Bariqa e al-Tawahi di Aden, eliminando diversi miliziani filo-sauditi, tra cui il generale Ali Nasir Hadi. Il 7 maggio, gli yemeniti abbattevano un elicottero d'attacco AH-64 Apache saudita, ad al-Baqa, nella provincia di Sada. Le truppe tribali yemenite catturavano 60 soldati sauditi ad Ahad al-Masariha, nella provincia saudita di Jizan, dopo uno scontro a fuoco di 3 ore. Inoltre, gli yemeniti sequestravano anche 22 Hummer, 17 jeep, armi e munizioni. Il 9, 10 e 11 maggio i sauditi lanciavano 140 attacchi aerei sullo Yemen durante i quali 1 caccia F-16 marocchino veniva abbattuto dalla difesa yemenita nel Wadi Nushur, provincia di Sada, "Uno degli F-16 della Forza Armata Reale (FAR) a disposizione della coalizione guidata dall'Arabia Saudita per ristabilire la legittimità nello Yemen, è scomparso il 10 maggio alle 18:00 ora locale", dichiarava la FAR. Il 12 maggio, secondo la TV araba al-Mayadin, gli impianti petroliferi dell'Aramco, a Zahran Asir, nell'Arabia Saudita meridionale, venivano bombardati e incendiati dalle forze tribali dello Yemen.
Il ministro della Difesa malese Datukseri Hishammuddin Hussein e il comandante delle Forze Armate della Malaysia, Generale Tansri Zulkifeli Mohdzin, smentivano la notizie secondo cui la Malaysia aderiva alla coalizione saudita contro lo Yemen, affermando che le truppe malesi in Arabia Saudita erano presenti per evacuare i civili malesi e non per partecipare all'aggressione contro lo Yemen, "2 aerei da trasporto C-130 della Royal Malaysian Air Force saranno posizionati presso la Forward Operating Base (FOB) della Prince Sultan Air Base (PSAB) di Riyadh, Arabia Saudita. La FOB è stata istituita quale 'piattaforma' per avviare l'evacuazione dei nostri cittadini, per farli rientrare al sicuro in Malesia".
CELMMTjUUAAiW4M Il 19 maggio aerei sauditi bombardavano Sada e Sana, provocando decine di morti e feriti tra i civili. Il 21 maggio 18 soldati sauditi venivano eliminati al confine con lo Yemen, a Tal Tuwan, nel corso di un attacco di Ansarullah, che ne occupava anche la caserma. Il 22 maggio, nella provincia di Raymah, i bombardamenti sauditi uccidevano cinque civili e altri tre civili ad al-Hudaydah, mentre nella regione saudita di al-Tawal le milizie tribali yemenite bombardavano le postazioni e un deposito dell'esercito saudita. Il 23 maggio, a Bani Harith, le truppe yemenite abbattevano 1 cacciabombardiere F-15S saudita. Un altro velivolo saudita veniva abbattuto a Qataf, provincia di Sada. Numerosi militari sauditi abbandonavano le postazioni di frontiera e la base di Mazab all'avanzare dell'esercito yemenita, che occupava al-Qumri in Arabia Saudita e il jabal al-Arus nella provincia di Taiz, al confine saudita-yemenita. Il 25 maggio, nella città saudita di Jizan, si svolgeva una battaglia che portava alla distruzione di 4 blindati e all'eliminazione di 9 soldati sauditi da parte dell'artiglieria yemenita. Altri 3 mezzi sauditi furono distrutti a Tawliq, eliminando 10 soldati sauditi. Negli attacchi aerei sauditi a Taiz e Haja venivano uccisi 15 civili. Il 26 maggio, l'Arabia Saudita ritira le truppe a 20km dal confine yemenita, “fino all'arrivo di rinforzi e nuovi equipaggiamenti”. Tale decisione veniva presa dopo diverse settimane di intensi combattimenti con l'esercito e le forze popolari yemeniti che avevano catturato diverse postazioni e strutture militari in territorio saudita. Gli yemeniti controllavano otto postazioni nella regione meridionale dell'Arabia Saudita e avevano attaccato il comando della 7.ma Divisione dell'esercito saudita, saccheggiando grandi quantità di munizioni. L'esercito e le forze popolari dello Yemen avevano distrutto 2 blindati sauditi nella base di al-Shobhah, nel Dhahran al-Junub in Arabia Saudita e 1 blindato a Taqyah, e colpito con i mortai le posizioni militari saudite di al-Radif. Le forze di sicurezza yemenite arrestavano anche le 40 guardie dell'ambasciata saudita a Sana, che prendevano sotto controllo.
Il 30 maggio, gli attacchi aerei sauditi uccidevano 23 civili a Qitaf, provincia di Sada. Il 26 maggio altre 39 persone furono uccise dagli attacchi aerei sauditi su Aden, Sana, Hajah, Ib e al-Hudaydah. Il 5 giugno diversi soldati sauditi a bordo di un autoveicolo furono eliminati con una bomba posta lungo la strada per la base militare di Tuwaylaq, nel Jizan saudita. L'azione avveniva poco dopo che i comitati popolari yemeniti avevano occupato la base. L'esercito yemenita, i comitati popolari e Ansarullah bombardavano il sistema di comunicazione della base militare di Mazhaf, sempre nella regione saudita di Jizan. Inoltre oltre 30 razzi colpivano le postazioni militari saudite di Zahran, nella regione saudita di Asir, eliminando 2 soldati sauditi. Nel frattempo le incursioni aeree saudite facevano sei vittime a Sana. Il 6 giugno, l'esercito yemenita lanciava dalla zona di Sada 3 missili Kometa contro la base aerea saudita "Principe Qalid bin Abdulaziz" di Qamis al-Mushayt, nel sud-ovest del regno. Il comandante della Royal Saudi Air Force, tenente-generale Muhamad Ahmad al-Shalan, sarebbe deceduto nell'attacco missilistico yemenita. "Questo passo è un avviso ai criminali aggressori sauditi-statunitensi contro il popolo yemenita, per la loro brutalità inaudita", dichiaravano i responsabili politici di Ansarullah, che inviava una delegazione a Muscat per contatti con diplomatici degli Stati Uniti, e una a Mosca su invito del Ministero degli Esteri russo. Inoltre le forze popolari yemenite bombardavano con 80 razzi le postazioni saudite a Jizan e Najran, nel distretto di Tuwaylaq, eliminando almeno 4 soldati sauditi, mentre l'esercito yemenita lanciava 5 missili contro la raffineria saudita dell'Aramco che produce un ottavo dei barili di petrolio di tutto il mondo, e altri 13 missili contro la base militare saudita di Dhahran al-Asha. Le azioni avvenivano dopo che aerei sauditi avevano bombardato Bani Sayah e Sahar nella provincia di Sada, uccidendo oltre 70 civili, altri 11 civili nelle province di Shabwa e Hajah e tre a Sada. Il 7 giugno i raid sauditi colpivano il quartier generale dell'esercito a Sana, uccidendo almeno 45 persone, compresi 20 civili. Altri quattro civili furono uccisi e 20 feriti nel bombardamento di Taiz. Le forze yemenite bombardavano le basi militari saudite di Ayn al-Harah, Malhamah e al-Sharafa, e le posizioni saudite sul jabal al-Duqan, a sud di Jizan.KhamizMushaitUn ufficiale saudita, prigioniero del movimento Ansarullah, confessava che l'intelligence saudita "ha chiesto ai pirati somali di contrabbandare armi ai terroristi nello Yemen e compiervi azioni terroristiche", riferiva Isa Walad Hasan al-Umri di Ansarullah, "l'Arabia Saudita ha fornito ai pirati intelligence militare e geografica per organizzare attacchi terroristici, tra cui un'esplosione presso l'Università di Sana". Ryadh organizzava anche il contrabbando di armi e munizioni nello Yemen per i terroristi di al-Qaida operanti nello Yemen contro Ansarullah. 16 autocarri carichi di armi e munizioni, destinate ai terroristi di al-Qaida, erano entrati nello Yemen dal valico di Wadia, nella provincia yemenita di Hadramaut.JizanNote:

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