sabato 25 luglio 2015

Continuano le demolizioni di Israele

Continuano le demolizioni di Israele

Israele ha ordinato la demolizione nelle prossime due settimane di 37 strutture nel paese palestinese di Susia.
Photo: Archivo
Israele ha ordinato la demolizione nelle prossime due settimane di 37 strutture nel paese palestinese di Susia, alcune delle quali sono case finanziate dalla Spagna, ha confermato a EFE la ONG israeliana “Rabbini per i Diritti Umani”, che si occupa della difesa legale della località.
La demolizione lascerà senza tetto 91 palestinesi dei quali 45 sono bambini e includerà anche la distruzione di una piccola clinica locale.
Varie ONG spagnole hanno finanziato le strutture a Susia, nel sud del territorio Cisgiordano di Hebron, ma le case sono minacciate adesso con la distruzione, tra le altre azioni, e la demolizione delle opere di risanamento della scuola.
La cooperazione spagnola finanzia anche l’appoggio legale alla comunità, ubicata nella area C del territorio palestinese occupato della Cisgiordania, sotto il controllo amministrativo e militare di Israele e che lotta da anni contro i tentativi di demolizione.
Il paese, un gruppo di capanne e strutture precarie senza acqua corrente, nè elettricità, dove vivono più di 300 persone, ha sofferto già due sfollamenti nel 2001 e nel decennio del 1980, ed è circondato da colonie ebree che hanno occupato parte della sua terra.
Oggi, mercolèdi 22, i rappresentanti di varie ambasciate dell’Unione Europea andranno sul posto per pronunciarsi contro la demolizione.
Anche Washington, principale alleato di Israele, ha preso posizione chiaramente contro questa misura e il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, ha detto la scorsa settimana che la demolizione di questo villaggio e l’espulsione dei palestinesi dalle loro case sarà dannosa e provocatrice, e farà supporre un modello dannoso di sfollamento e confisca delle terre, in particolare, considerando le attività d’insediamento di questa zona.
Negli ultimi anni Susia e diventato un simbolo e molte ONG lo pongono come esempio di una politica israeliana che vuole sostituire la popolazione palestinese locale con i coloni ebrei.
“È ovvio che è un ingiustizia verso gente indifesa e che mostra da decenni che l’intenzione di Israele nelle colline a sud di Hebron è la sostituzione della popolazione della zona, per annettere le terre a Israele”, ha dichiarato a EFE il rabbino Arik Ascheman, direttore di “Rabbini per i Diritti Umani”.
L’’esercito israeliano ha ordinato la demolizione delle strutture prima del prossimo 3 agosto, ma potranno avvenire in qualsiasi momento, ha sostenuto la ONG.

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