Xin Zhang The BRICS Post 8 luglio 2015 Durante
gli anni ' 90 e i primi anni 2000, le relazioni bilaterali tra Cina e
Russia furono spesso caratterizzate come "asse di convenienza".
Nonostante la difesa del mondo multipolare e il mutuo consenso su altre
importanti questioni negli affari internazionali, Russia e Cina hanno
ancora notevolmente differenti visioni su un appropriato ordine
internazionale, del rispettivo ruolo e come affrontare le altre grandi
potenze nel nuovo ordine mondiale. Ma la storica diffidenza tra i due
giganti apparentemente è scomparsa nella contemporanea creazione di più
stretti legami economici e politici. Dal cambio ai vertici di entrambi i
Paesi nel 2012, le relazioni sino-russe hanno cominciato a ridefinirsi e
reimpostarsi. Anche se le parti negano la formazione di un'ampia
alleanza, le relazioni bilaterali ufficiali si avvicinano a un ritmo
imprevisto anche dalla maggior parte degli esperti. In soli due anni, i
due Paesi hanno firmato una vasta serie di grandi accordi economici tra
cui esportazione di petrolio e gas, gasdotti, bancari e finanziari, su
ferrovie ad alta velocità e aerei di grandi dimensioni. Hanno anche
deciso di sostenere la de-dollarizzazione, intensificare la cooperazione
militare e coordinare grandiosi progetti d'integrazione regionale. Il
presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping hanno
osservato che il "nuovo ordine mondiale" sfiderà quello dominato dal
paradigma di Washington, soprattutto il suo principio fondante del
"consenso di Washington".
Il consenso di Washington
Con consenso di Washington ci si riferisce a una serie di politiche di
riforma che secondo il governo degli Stati Uniti e gli
istituti
finanziari con capitale statunitense debbano attuare le nazioni per
garantirsi la crescita economica. Fu coniato negli anni '90 riguardo le
economie latino-americane. È opportuno notare che tale opposizione al
Washington Consensus di Cina e Russia non vuole essere una misura
rivoluzionaria, almeno non nel prossimo futuro. Da un lato Cina e Russia
hanno beneficiato dell'espansione post-guerra fredda del neoliberismo,
parzialmente approvando la politica sostenuta dal consenso di
Washington. Il loro successo economico in larga misura è risultato dalla
graduale integrazione nell'ordine liberale del mondo. Dall'altra parte,
i sistemi economici politici nazionali di questi due Paesi si
distaccano dai sistemi capitalisti liberali. Anche se Russia e Cina sono
ora assai meno vincolate a sistemi internazionali e riserve di capitale
internazionale, isolandosi dalla "condizionalità" internazionale
finanziaria accumulando notevoli quantità di valute, tuttavia perseguono
politiche che non si distaccano completamente da quelle prescritte dal
consenso di Washington. Mentre lo "sviluppo nazionale" è nuovamente
patrocinato direttamente o indirettamente dallo Stato in entrambi i
Paesi, dopo la fine del comunismo, i governi si sono dotati di nuovi
strumenti e competenze di governance per mobilitare misure capitaliste
per raggiungere gli obiettivi della modernizzazione nel breve periodo.
Internamente, entrambi i governi controllano dall'alto le economie
nazionali e influenzano gli investimenti privati attraverso meccanismi
sempre più 'sofisticati', come le partecipazioni di minoranza.
Esternamente, entrambi i Paesi hanno ruolo attivo nell'investimento
all'estero e nel commercio, diventando grandi investitori in molti Paesi
e settori nel mondo, con risorse che possono competere con quelle dei
tradizionali Paesi del centro capitalista. Le recenti iniziative per
l'istituzione della Banca di sviluppo BRICS, della Banca per gli
investimenti nelle infrastrutture asiatiche, e la proposta Banca
dell'Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, coincidono sempre
con questa tendenza. Mosca e Pechino, tuttavia, guidano anche i Paesi in
via di sviluppo nella richiesta di un ordine internazionale più 'equo' e
nella riforma della governance globale. Né Cina, né Russia hanno
apertamente sfidato l'ordine attuale del mondo capitalistico. Né cercano
di creare un mondo con proprie regole completamente isolato dal
capitalismo liberale. Di conseguenza, la rivalità bipolare "vita o
morte" tra NATO e Patto di Varsavia della guerra fredda è improbabile
che riemerga presto. Infatti, il presidente russo Putin in una
conversazione telefonica con l'omologo statunitense Obama la scorsa
settimana ha detto che " le relazioni russo-statunitensi rimangono il più importante fattore di stabilità e sicurezza internazionale".
Mondi paralleli
Dal 2003 Cina e Russia sono impegnate in tre approcci per modificare le
regole dell'ordine internazionale e della governance globale. Il primo è
riformare l'attuale sistema dall'interno. Ad esempio, entrambi i Paesi
hanno proposto diritti di voto e quote maggiori alle economie emergenti
presso il fondo monetario internazionale. Questo approccio era volto a
democratizzare il processo decisionale ed aumentare rappresentatività e
qualità della governance internazionale.
Il secondo è creare o modificare regole e istituzioni per riempire i
vuoti lasciati dall'attuale sistema internazionale. Un esempio recente è
la Banca asiatica di investimento infrastrutturale, che si rivolge
principalmente a Paesi e aree dall'enorme domanda per investimenti in
infrastrutture, ma che non sono adeguatamente aiutati dalle esistenti
istituzioni di finanziamento come la Banca asiatica di sviluppo (ADB).
Il terzo approccio è creare un "mondo parallelo" intorno alle attuali
istituzioni internazionali dominate dal capitalismo liberale.
Rispecchiando la modalità con cui le élite politiche cinesi introdussero
le riforme economiche negli anni '80, tale strategia mantiene intatto
il vecchio sistema pur consentendo al nuovo sistema di crescere di pari
passo. Anche se non può impegnarsi in una competizione diretta,
gradualmente il nuovo paradigma può crescere a tal punto che il vecchio
sistema diverrà irrilevante.
Cina e Russia, possibilmente insieme a diversi altri Paesi emergenti,
modificheranno o sfideranno la natura del "Leviatano liberale" creato e
mantenuto dagli Stati Uniti durante la guerra fredda. Se hanno
'intenzione' e 'capacità' di sostituirla con un'alternativa
fondamentalmente diversa, è una congettura. Ad esempio, nel campo
finanziario, Cina e Russia preferirebbero investimenti a lungo termine
principalmente attraverso il sistema bancario. Sono meno propense a
sostenere il modello altamente liquido anglosassone, assai aperto al
mercato azionario, quale principale mezzo di finanziamento. Molto
probabilmente opteranno per il controllo di capitale e l'uso politico
delle banche nazionali. Tale differenza, tuttavia, non cambia il fatto
che gli attuali sistemi cinese e russo sono fondamentalmente guidati da
profitto e siano sottotipi del capitalismo. Cina e Russia non
rovesceranno la barca. Nel prossimo futuro, la loro "sfida integrata" al
consenso di Washington sarà un problema altamente specifico e la sua
natura globale dipenderà molto dai dettagli delle specifiche istituzioni
e regole che promuovono. La "sfida integrata" diverrà il tema che
definirà l'ordine mondiale capitalista nel prossimo futuro.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell'autore e non riflettono necessariamente la linea editoriale dell'editore.L'India entra nella SCO: pivot in Eurasia
Arun Mohanty, RIR, 8 luglio 2015
L'adesione
prevista dell'India alla SCO, la prima visita ufficiale del premier
indiano Narendra Modi nelle cinque repubbliche dell'Asia centrale, in
combinazione con la politica dei 12 punti "Per collegarsi all'Asia
Centrale" sono indizi del perno di Nuova Delhi sull'emergente regione
eurasiatica.L'imminente
visita del primo ministro Narendra Modi in Russia per partecipare al
7.mo vertice dei BRICS così come al 15.mo vertice della SCO rafforzerà
una delle direttrici strategiche emergenti della politica estera
indiana, verso l'Eurasia. L'India molto probabilmente sarà ammessa nella
Shanghai Cooperation Organization (SCO) in occasione del vertice del 10
luglio a Ufa, capitale della Bashkortstan. La probabile ammissione
dell'India nella SCO che comprende Russia, Cina, Kazakhstan, Uzbekistan,
Tagikistan e Kirghizistan, si combina alla visita del primo ministro
indiano a tutte le Repubbliche dell'Asia Centrale (CAR) in un viaggio
che rafforza la direttrice eurasiatica della politica estera di Delhi.
L'India, osservatrice nella SCO dal 2005, pose domanda formale per la
piena adesione al 14.mo vertice dell'organizzazione di sicurezza
regionale a Dushanbe nel 2014. Togliendo la moratoria sulle nuove
adesioni, nel 2010, si è aperta la porta all'ammissione di nuovi membri
nell'organizzazione della sicurezza regionale. Anche se la Russia voleva
ammettere l'India fin dall'inizio, la riluttanza cinese si rivelava un
ostacolo all'ingresso dell'India. Con l'opposizione cinese alla piena
adesione dell'India alla SCO che cedeva, e la qualifica a membro
aderente, l'ingresso dell'India appare scontata. Gli aderenti alla SCO
si sono resi conto che l'adesione dell'India accrescerà prestigio e peso
dell'organizzazione. Il Pakistan è anch'esso destinato a essere ammesso
nella SCO a pieno titolo. Mentre l'India, maggiore democrazia del
mondo, accrescerà il profilo globale e regionale della SCO, New Delhi si
aspetta di raccogliere i dividendi in settori come lotta a terrorismo e
criminalità transnazionale, stimolazione della crescita economica ed
ampliato accesso alle vaste risorse energetiche della regione. Fin dalla
sua istituzione nel 2001, la SCO si è concentrata su due grandi aree:
sviluppo economico e lotta al terrorismo, entrambi d'interesse per
l'India. La Russia è un solido partner speciale e privilegiato
strategico dell'India. L'appartenenza alla SCO dell'India darà
l'opportunità di impegnarsi con la Cina più ampiamente sui problemi
riguardanti Afghanistan e Asia centrale, che rientrano nel grande
vicinato dell'India. Il ritiro imminente delle forze internazionali
dall'Afghanistan aggiunge una nuova dimensione ai legami India-Asia
centrale, in particolare nel contesto delle difficili relazioni tra
India e Pakistan. Il terrorismo in questa regione può avere gravi
implicazioni per la sicurezza dell'India. La mancanza di un progetto per
l'Afghanistan attiverà serie sfide alla sicurezza di tutti i vicini,
tra cui India, Russia, Cina e Asia centrale. La stabilità relativa
dell'Afghanistan, tuttavia, apre enormi opportunità economiche. L'India
punta sul gruppo di contatto SCO sull'Afghanistan, che dovrebbe svolgere
un ruolo più efficace in futuro. I tre mali del fondamentalismo
religioso, estremismo e terrorismo sono una grave minaccia non solo per
Afghanistan e Asia centrale, ma anche per le tre maggiori nazioni
eurasiatiche Russia, India e Cina. L'appartenenza alla SCO dell'India
permetterà di partecipare alla struttura antiterrorismo regionale (RATS)
di Tashkent.
Tre membri della SCO, Russia, Kazakistan e Uzbekistan, hanno grandi
riserve energetiche. L'ingresso dell'India nella SCO agevolerà la
partecipazione nel club dell'energia della SCO sostenuta dalla Russia,
illuminando le prospettive di un maggiore accesso a vaste risorse
energetiche. L'India compie investimenti significativi nel settore
energetico di Russia e Kazakistan. Ostacolata dalla mancanza di accesso
diretto all'Asia centrale, l'India potrebbe usare la SCO come veicolo
per rafforzare la cooperazione commerciale ed economica con l'Asia
centrale. L'India spera che il porto di Chabahar che ha sviluppato in
Iran, diventi operativo a breve. Il collegamento di Chabahar con
l'autostrada Zaranj-Delaram costruita dall'India in Afghanistan e con il
corridoio internazionale Nord-Sud farà accedere l'India ad Afghanistan e
Asia centrale bypassando il Pakistan. Ciò contribuirà ad aumentare la
presenza indiana in Asia centrale ed eventualmente in Afghanistan. Il
triangolo strategico Russia, India e Cina, che vide un inizio lento
quando fu proposto nel dicembre 1998 dall'ex-primo ministro russo
Evgenij Primakov, in gran parte per i contrasti India-Cina, acquisirà
denti più forti nella SCO. Bilanciando i loro interessi nella SCO,
Mosca, New Delhi e Pechino possono svolgere un ruolo importante nella
riconfigurazione geopolitica della grande regione eurasiatica,
escludendo altre potenze.
La visita del Primo Ministro Narendra Modi nelle CAR di oggi è la prima
del genere nella diplomazia indiana. Quattro dei cinque Paesi dell'Asia
centrale che visita: Uzbekistan, Kazakistan, Tagikistan e Kirghizistan,
sono membri della SCO. L'India ha firmato accordi di partnership
strategica con tre di essi: Kazakistan, Uzbekistan e Tagikistan. L'India
ha adottato la politica "Connect Central Asia" per una maggiore
presenza in questa regione strategicamente importante, ma l'attuazione è
stata lenta. Ora l'attenzione è di nuovo volta sulla regione
strategicamente vitale.
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