giovedì 6 agosto 2015

I comandi della “locomotiva dell’economia mondiale”, sono ancora nelle mani dei comunisti cinesi

I comandi della “locomotiva dell’economia mondiale”, sono ancora nelle mani dei comunisti cinesi

by sitoaurora
Oleg Cherkovets, Dottore in Scienze Economiche, Pravda, 5 agosto - Histoire et Societé0019b91ec845120e867443La "Pravda" ha già detto ai propri lettori della relazione speciale della Banca mondiale dedicata allo sviluppo dell'economia cinese, pubblicata all'inizio di luglio. Essa, in particolare, registra una crescita economica del PIL della Cina del 7,4%, lo scorso anno, e le previsioni di un crescita per quest'anno del 7,1%, e nel 2016 del 7%. Ciò dimostra che, nel contesto della stagnazione in cui si trovano le economie dei Paesi capitalisti più sviluppati, la Cina resta la locomotiva dell'economia mondiale come, pochi giorni dopo ad Ufa, nel contesto dei vertici di SCO e BRICS, sottolineava il presidente russo Vladimir Putin. Poco dopo arrivava la conferma di questa conclusione, assolutamente logica, dalla rispettabile agenzia analitica occidentale Morgan Stanley. Si stima che nel 2010 la quota della Cina rappresentasse il 23% del volume totale della crescita economica globale, e secondo i dati del 2014 questa cifra è salita al 38%. Immaginate quasi il 40% della crescita economica del mondo dovuta a un solo Paese. E alcuni hanno il coraggio di parlare di "rallentamento della crescita cinese". In effetti, piacerebbe a tutti avere parte di tale "rallentamento"! Tuttavia, se il rapporto della Banca Mondiale ha richiamato l'attenzione della comunità mondiale non solo per aver fornito le prove dell'ovvio successo economico della Cina. Infatti, non vi è nulla di sorprendente, dato che si tratta della seconda maggiore economia del mondo, e che sarà presto la prima. Ma le circostanze che accompagnano l'uscita del documento, e quelle che l'hanno seguito subito dopo, sono un evento davvero eccezionale. Possiamo parlare di uno scandalo di proporzioni globali: mai prima nella storia la Banca Mondiale è stata indotta a rimuovere un capitolo da un documento pubblicato sotto la sua autorità, ma ora è accaduto, quattro giorni dopo la pubblicazione del rapporto. Cosa è successo?
chinese-economy2 Il capitolo cancellato era dedicato allo sviluppo del sistema bancario e finanziario della Cina e alle "raccomandazioni" della Banca mondiale sul suo sviluppo. Presentava dati importanti non solo economici, ma soprattutto socio-politici. Così oggi, il governo cinese controlla ufficialmente quasi i 2/3 degli attivi bancari del Paese (per confronto: secondo la Banca Mondiale, in Russia e Brasile, visto che parliamo di Paesi membri dell'organizzazione BRICS, circa il 40% degli attivi bancari è controllato dallo Stato). Tale differenza, anche se di tratta di peso, non è ciò che impressiona di più. Secondo i calcoli degli esperti della Banca Mondiale, in realtà, il governo della Cina attraverso azionariato e leve giuridiche ed amministrative controlla almeno il 95% (!) degli attivi bancari. E ciò significa che le "arterie" di questa potente economia è nelle mani dello Stato socialista. nella persona delle istituzioni governative, permettendo di attuare pienamente importanti principi dell'economia socialista, assicurando non solo norme giuridiche, ma concedendo direttamente prestiti ai progetti nazionali e sociali. Tutto ciò, per esempio, nella nostra semiborghese e semi-criminale realtà russa è veramente difficile da immaginare. Sì, è proprio la concentrazione di banche e finanze direttamente nelle mani, o sotto il controllo, dello Stato socialista che materializza un'inedita offensiva economica veramente pacifica, come già scrivevano i classici del marxismo-leninismo, e che la Cina attua letteralmente sotto i nostri occhi nel mondo. Gli esperti danno le seguenti informazioni: il contributo della Cina, il maggiore, al capitale della Nuova Banca di Sviluppo ("Banca BRICS ") è di 41 mld di dollari, un accordo finalmente raggiunto all'inizio di luglio al vertice BRICS di Ufa; altri 40 miliardi per il grande progetto interstatale "Cintura economica della Via della Seta". Oltre 25 miliardi di dollari per il progetto della "Via della Seta Marittima". Ma è solo l'"aperitivo. "Nel complesso, i piani d'investimento della Cina nel mondo fino al 2025 prevedono 1410 miliardi (!). La rivista Foreign Affairs ritiene che tali investimenti siano senza precedenti nella storia del mondo, ricordando che il famoso "Piano Marshall" statunitense che legò l'Europa occidentale agli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, rappresentò in dollari attuali non più di 103 miliardi. Come si suol dire, si sente la differenza!
Sottolineiamo ancora una volta: i dati forniti mostrano non solo il valore delle risorse accumulate in oro e valute dalla Cina socialista, nella cifra astronomica di 5000 miliardi, ma anche un fatto molto più importante (!) il successo della politica finanziaria e di credito dello Stato socialista. E come non parlare di alcuni nostri chiacchieroni da salotto che letteralmente si fanno in quattro per cercare di rappresentare la Repubblica Popolare come Paese non socialista e dalla politica capitalista. Che dire del tentativo diretto della Banca Mondiale, citato nel rapporto, che "fortemente consiglia" alla Cina di privatizzare il settore bancario e anche le principali aziende pubbliche industriali? "Privatizzare", che parola familiare, no?! Ma la reazione del Partito comunista cinese e della Cina a tale "raccomandazione", per così dire, è diametralmente opposta a quella generalmente osservata in Russia e nella maggior parte dei nostri vicini della CSI, tranne naturalmente la Bielorussia. I compagni cinesi hanno direttamente e ufficialmente denunciato l'interferenza negli affari interni della Cina dell'organizzazione internazionale, al fine, tenetevi forte!, di minare il sistema socialista del Paese. Tutto questo è vero, precisamente il giudizio dei comunisti russi sui tentativi di privatizzazione nel nostro Paese del resto della grande proprietà pubblica. E' vero che non abbiamo più, purtroppo, un sistema socialista, ma i comunisti cinesi hanno ancora una volta dimostrato di non volere ripetere gli errori dell'era Gorbaciov. Infine, la cosa da cui abbiamo iniziato. Dopo forti critiche da Pechino, la Banca Mondiale ha fatto una mossa inaudita nella storia rimuovendo il capitolo incriminato. Il gigante rosso ha avuto un'altra vittoria politica. Questo, per inciso, dimostra ancora una volta come i comandi della "locomotiva" economica mondiale siano in buone mani.107189661_10_edit_2412268bTraduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora

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