IL SISTEMA
CHIUSO DEI GRANDI GRUPPI DI POTERE
Un’economia
etica, sana, priva di interferenze di natura speculativa e opportunistica,
guarda ai bisogni reali dell’individuo, tenendo conto delle sue necessità
strutturali e scale di valori, a tal punto, che a determinare il Mercato è la
domanda, e non l’offerta. Questo è un mercato etico per definizione, che si
allinea e prende nota delle indicazioni e richieste suggerite dal consumatore,
per non correre il rischio di sobbarcarsi i costi del non venduto; un consumatore
che, dall’origine, possiede quei parametri necessari per capire ciò che vuole e
ciò che gli serve davvero - un consumatore “con le mani in pasta” che utilizza
tutto ciò che acquista giustificando così le sue spese e limitando al minimo le
eccedenze inutilizzate, fino ad azzerarle. Un’economia questa, dove è la
domanda a dettare le regole, e il quantitativo congruo di merce e beni da
produrre e commerciare – e che in virtù di un tale meccanismo organizzativo,
riduce al minimo la quantità di spazzatura, di scorie e rifiuti. In un’economia
del genere, solo una piccola parte è destinata alla produzione di beni
“voluttuari”, ma anche questa si attiene a criteri logici indicati
saltuariamente dalla domanda, e dall’eccezionalità del momento. Beni, che per
l’oculatezza della scelta, non saranno in seguito rimpiazzati da altri ma, nel
tempo, destinati a divenire duraturi.
Nelle
nostre società, che per decenza abbiamo definito “moderne”, accade l’esatto
contrario. L’impianto etico è stato scalzato di netto dal suo ruolo di giudice
supremo dei nostri atti e scelte, ritenendolo, il Sistema, un vero e proprio
impedimento e ostacolo al suo piano di produzione e commercializzazione di beni
e prodotti effimeri, che in una condizione di normalità non avrebbero mai visto
la luce. In questo modo, il consumatore, defraudato da ogni punto di
riferimento e capacità critica, demanda al Sistema ogni sua responsabilità e
scelta, ritenendolo il solo interlocutore credibile e attendibile fra il
Mercato e la sua coscienza - una concezione dunque relativistica della realtà
sociale, dove il singolo delega a terzi (al Sistema) le sue responsabilità
oggettive perché incapace di assumersi le conseguenze dei suoi comportamenti e
scelte.
Il moderno
Sistema Economico Finanziario, oggi, è simile a un grande Casinò, dove i
giocatori ne sono i proprietari, non che gli azionisti. Si gioca d’azzardo, si
punta, si rischia, si bleffa, si bara e si corrompe, si perde e si vince. Non
esistono regole all’interno del Casinò, né tanto meno limiti di natura etica e
morale, ma tutto è lecito, dove il più furbo, il più scaltro e il più spietato,
alla fine avrà la meglio. Il valore nominale dei soldi, è sotto forma di
fiches, che per nessun motivo (questa è la sola regola), saranno in seguito
commutati in denaro, né potranno uscire dai confini della casa da gioco per
essere immessi sul mercato e produrre lavoro, investimenti, e ricchezza. E’ un
sistema chiuso, circolare a se stesso, giustificato dal solo divertimento di
partecipare al gioco, dal piacere di fottere i cittadini, e dalla soddisfazione
di avere accumulato patrimoni e potere, nel minor tempo possibile.
Esistono
dunque due economie: una finanzaria e speculativa (titoli – bot – azioni –
obbligazioni – fondi – ecc) inserita nel circuito chiuso dei banchieri, dei
grandi ricchi e delle lobby , e una seconda, stagnante e recessiva, che per
mancanza di denaro circolante, costringerà le masse dentro una schiavitù senza
precedenti. Le banche centrali, stampano denaro a ritmi impressionanti
(praticamente soldi falsi) per foraggiare le richiste di liquidità del “Sistema
chiuso” dei grandi gruppi di potere, che a loro volta dovranno pagare la
tangente per restituire il favore.
Ed è questo
il motivo per cui il mercato dei beni di lusso è solido e in forte ascesa e
quello reale a caduta libera.
Il cetriolo
finisce sempre in culo all’ortolano!
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