Oxandabaratz ( Euskal Herriko Antiinperialistak), 6 agosto 2015 - The SakerDue
settimane fa, 25 luglio, a Kiev, capitale ucraina, c'è stata una
manifestazione presso l'ambasciata russa. Tale dimostrazione non era
come le altre, quando masse di banderisti minacciavano di assaltare
l'ambasciata, ma piuttosto patetica con 50 presenze, più o meno. Ma ciò
che era speciale era il leitmotiv: una manifestazione per chiedere la
liberazione dei "prigionieri politici russi". Che tipo di "prigionieri
politici russi" era abbastanza chiaro per via della data della
manifestazione, 25 luglio, giorno in cui il governo della Federazione
russa e il suo Presidente, Vladimir Putin, approvavano la legge contro
l'odio etnico. Ed era un caso che, in quei giorni, l'estremista di
destra Ilija Gorjachev, accusato di aver ucciso avversari politici
(delizioso caso che l'avvocato di Gorjachev fosse Mark Fejgin, lo stesso
che delle "anarco-femministe" Pussy Riot e della pilota ucraina Nadija
Savchenko) venendo condannato all'ergastolo. Quindi, era chiaramente una
dimostrazione per chiedere la liberazione dei prigionieri di estrema di
destra russi, non genericamente di prigionieri russi. Una
manifestazione che esprimeva solidarietà tra ultranazionalisti russi e
quelli post-maidanisti e rabbiosamente anti-russi ucraini. La
manifestazione all'ambasciata russa di Kiev non fu convocata da gruppi
sparuti o clandestini, ma da gruppi presenti dai massacri di Majdan:
Settore destro, battaglione Azov, Assemblea nazional-socialista e il
curioso gruppo " Pjotr i Mazepa" che si definisce "voce dei
nazionalisti russi in Ucraina che rispettano il nazionalismo ucraino"
(cioè, conciliare le due identità per il bene del "nazionalismo"). La
partecipazione era piena di stelle del movimento nazista russo, come
Ilija Bogdanov, ex-ufficiale dell'FSB che ha disertato presso la junta
non per "dissenso politico all'autoritarismo", come la stampa maidanista
e i loro portavoce
della NATO proclamano, ma per affinità ideologica,
così come sappiamo ora. Un curioso esempio di "internazionalismo"
nazifascista... e duro colpo alla narrativa euro-liberale del conflitto.
Non un liberale europeo ha cercato di spiegare il motivo di tale
manifestazione e non uno di loro potrebbe chiarire perché gli aderenti
russi al movimento ultranazionalista come il fascismo possano "tradire
la loro nazione" a favore di una nemica. Naturalmente, una persona
dall'intelligenza media (cioè senza il lavaggio del cervello dai media
della NATO) può vedervi solo "affinità ideologica" (non diversa dal
movimento russo vlassoviano, ustascia croato o dei collabos o doriotisti
francesi nella seconda guerra mondiale), ma ciò è anatema per i
liberali, che cercano con difficoltà di "de-ideologizzare" il conflitto.
Per i liberali europei, e tra tutti, i liberali di sinistra, il
desiderio di accusare il presidente russo Vladimir Putin quale "complice
dell'estrema destra" o almeno "qualcuno che chiude un occhio
sull'avanzata della destra". I liberali europei (destra o sinistra),
impegnati nella loro euro-supremazia geopolitica, trattano da
"nazionalista", "retrogrado", "populista", "pericoloso per i Diritti
Umani", "etico" o "autoritario" OGNI progetto politico che gli resiste
(bolivarismo, comunismo, baathismo o statalismo russo), tanto che la
diffamazione di Putin è normale tra loro.
La
diffamazione dei partigiani novorossi quali "espansionisti ortodossi
retrogradi" non è rara. Tale strategia è sfruttata con successo per
preparare le menti della sinistra occidentale ad accettare e lodare le
rivoluzioni colorate ideate da Soros, in nome della "democratizzazione"
e/o "la lotta all'autorità" (la 'folla in strada' è un immagine molto
piacevole per le sinistre di tutti i colori, e se ideologicamente non
sono attente, possono essere facilmente ingannate). Il trucco preferito
dei liberali è "de-ideologizzare" la lotta del popolo del Donbas per la
sopravvivenza e presentare la guerra come "istigata dall'imperialismo di
Putin" in una mera "guerra etnica tra due nazionalismi". Lo scopo
principale di tali intellettuali liberali (in particolare di sinistra) è
"degradare" e "delegittimare" il carattere antifascista e
anti-oligarchico della Novorossija, come afferma nella sua dichiarazione
del 25 luglio 2014, o le varie affermazioni di Novorrosija, RPD e RPL a
favore della socializzazione di mezzi pubblici, salute e sistema
educativo, riportando il potere al popolo dagli oligarchi e limitando la
colonizzazione economica estera. In effetti, l'ideologia della
Novorossiya si basa più sull'"asse sociale" della revisione della
catastrofe del 1991 e sull'assunzione degli "aspetti sociali positivi"
dell'URSS (con questo non dico che tutti i politici novorussi siano
marxisti o comunisti, ma che lo Stato sovietico e la sua assistenza
sociale sono molto presenti nella ribellione novorussa: vi furono
continue rivendicazioni dei lavoratori per combattere gli oligarchi). In
realtà, lo sport preferito dei liberali di sinistra è ritrarre i
progetti (geo)politici non-euro-NATO come "reazionari" e cercare di
spingere le attuali sinistre europee a non sostenere questi
programmi/Stati/ideologie. Lo fanno ogni volta che possono e la fanno
franca: nel 1991-1995 e nel 1999 in Serbia/Jugoslavia, dal 2011 in Libia
e Siria, oggi in Novorossia, in passato in URSS... (non posso elencare
tutti i casi). L'ideologo euro-sinistro è un imperialista in primo luogo
e poi di sinistra, così per i suoi seguaci l'asse ideologico è il
primato europeo. Ecco perché le sinistre anti-imperialiste e i movimenti
progressisti sono delegittimati da costoro, da ogni angolo immaginario,
perché sarebbero "nazionalisti" (dimenticando che non c'è nulla di più
nazionalista della colonizzazione anglo-francese-tedesca),
"tradizionalisti" o "autoritari" (chi non vuole esprimere valori
occidentali o del libero mercato), o "militaristo" (chi difende i propri
mezzi di sussistenza piuttosto che "mendicare" un "trattamento
migliore" dai padroni del mondo). Soffrono del tradizionale 'complesso
di Edipo': predicano la purezza ideologica a sinistra, ma non hanno idea
di come arrivarci per paura del loro "padrone" (perché, in generale,
provengono da famiglie della classe dominante). Nel caso di Russia e
Novorossia, la narrazione degli euro-imperialisti della NATO di tutti i
colori cerca di spacciare la Novorossija quale "emanazione di Putin" o
"creazione del Cremlino". Questo è tutto. Ignorano la chiara
implicazione imperialista degli avvenimenti di Majdan (pressione
diplomatica, ONG finanziate, biscotti di Nuland o addestramento dei
militanti di UNA-UNSO della NATO in Estonia) contro un governo
democraticamente eletto. A ciò si aggiunge l'aiuto militare della NATO
al neo-governo golpista; ma credono ad ogni falsità della junta o della
NATO su qualsiasi falsa "invasione russa" nel Donbas solo perché la
resistenza popolare contro il "paradiso europeo" gli è insopportabile
(mentre la presenza in Ucraina di esercito degli Stati Uniti, Blackwater o Academi,
o l'assistenza della NATO, è sistematicamente ignorata). Un altro tema
di tali liberali è denunciare l'"elemento fascista/nazionalista" nelle
Forze Armate di Novorussia. Mentre la comunità italiana Voxkomm ha dimostrato che i fascisti non sono nemmeno l'1% dei ranghi novorussi (vedasi l'immagine sotto): Ciò
va paragonato alla grave presenza banderista nella junta occupata e
piena di fascisti: dall'onnipresenza della bandiera rosso-nera, dalla
celebrazione del 14 ottobre (anniversario della fondazione dell'UPA)
come "Giorno dei difensori ucraini"), dal capo del SBU che fa discorsi
presso Pravij Sektor, dal saluto di Poroshenko " Slava Ukrajini, Herojam Slava!",
dall'eccessiva presenza di tale slogan, dal revisionismo... ma il
pubblico della stampa occidentale non l'ha mai saputo, dato ciò che in
precedenza è stato detto: l'idea è "de-ideologizzare" il conflitto,
offuscandone motivi o fatti reali (la rivolta del sud-est dell'Ucraina
contro l'imposizione della visione unilaterale occidentale
dell'"Ucraina" e la rivolta dei lavoratori contro l'oligarchia). Tale
menzogna è stata abilmente costruita confondendo "nazionalisti",
"monarchici", "destra" con i "fascisti". In realtà, naturalmente, non
tutti i nazionalisti e non tutta la destra sono fascisti, e non tutta la
destra nazionalista è fascista. Supportare i bianchi russi o la
monarchia (idee con cui non sono d'accordo) non fanno di una persona un
nazista. In realtà, ci sono molti più fascisti russi nei ranghi della
junta, soprattutto nei battaglioni di volontari, che nell'esercito di
Novorossija.
Nazisti contro la propria patria: breve spiegazione
Dopo aver confutato il racconto liberale sul conflitto in Novorossija e
la situazione russa, cerchiamo di spiegare i motivi per cui i nazisti
russi sono con la junta ucraina. Se diamo un rapido sguardo alla
manifestazione presso l'ambasciata russa a Kiev, vedremo che uno
striscione, intitolato " Reconquista" (il progetto ideologico internazionale del battaglione Azov), con il motto: " Oggi l'Ucraina, domani la Russia e l'Europa".
Ciò dimostra, naturalmente, lo scopo dell'"internazionalizzazione" del
conflitto su base ideologica. Ultranazionalisti e destre radicali da una
parte, gli "altri" dall'altra; con la "esportazione" di tale
"rivoluzione nazionale" in Russia come prima fase. Ma perché nazisti e
fascisti russi sostengono questa idea e su quali basi? Se ci affidiamo
alle parole dei nazisti o estremisti di destra russi, ci accorgiamo di
un sondaggio sulla marcia russa del 2014 su VKontakte. Come la
maggior parte dei lettori probabilmente non sa, la marcia russa è la
manifestazione annuale della destra russa in occasione della Giornata
Nazionale del 4 novembre. In questa indagine, il 56,6% dei partecipanti
ha detto che la marcia esprime solidarietà " per la fratellanza tra Ucraina e Russia e il rifiuto dello sciovinismo vatnik" (immagine qui sotto): Quindi
si schiera con la junta ucraina contro la Novorossija. C'è anche un
video della marcia russa che dimostra come la maggioranza dei
partecipanti fosse contro la Novorossija. Ma tale circostanza non è
molto rara: uno degli organizzatori della Marcia Russa, Denis Tjukin,
disse nel 2014 che "tutti i giovani nazionalisti russi sostengono
l'Ucraina". Tjukin è membro del partito nazista Russkie ed era anche alla manifestazione del 25 luglio a Kiev (immagine qui sotto).
E non solo Tjukin, capo del movimento Russkie,
Dmitrij Djomushkin in passato propose la "marcia slava" in Ucraina in
sostegno ai nazionalisti ucraini. In Ucraina possiamo trovare il
"filosofo" fascista e vlassoviano Egor Prosvirnin presente nei primi
giorni di Majdan, come dichiarò a Hromadske, la TV maidanista
ucraina. E Prosvirnin non è il solo, in realtà molti "nazionalisti"
russi combattono in Ucraina contro la Novorossija. Abbiamo già citato
Ilija Bogdanov, ma c'era anche Roman Zheleznov che innalzava la bandiera
banderista durante una manifestazione a Mosca, il 1° maggio 2014.
Bogdanov e Zheleznov combattono oggi nel battaglione Azov e sono membri
del movimento neonazista Restrukt (qui potete vedere foto di Zheleznov con il carcerato Ilija Gorjachev e l'avvocato Mark Fejgin, difensore anche delle Pussy Riot). E parlando del movimento ' Restrukt' in Russia, dobbiamo anche citarne due membri imprigionati in Russia: Nikolaj Korolev e Maksim Martsinkevich " Tesak",
che hanno scritto lettere dalla prigione esprimendo sostegno alla junta
ucraina. Particolarmente interessante è il caso di "Tesak", famoso sui
media occidentali come organizzatore di raid contro i gay, che lo
definivano "teppista al servizio di Putin". Alcun media occidentale ha
poi riferito che Tesak fu arrestato a Cuba su ordine dell'Interpol russa
e che è in prigione in Russia. Né informa del sostegno di Tesak
alla junta ucraina. Così ciò è chiaro: tutte le "stelle" del nazismo
russo sostengono il fascismo ucraino. Ma dobbiamo capirne le ragioni.
Infatti, la dimostrazione del 25 luglio presso l'Ambasciata Russa di
Kiev dà alcuni indizi. L'organizzatore di tale manifestazione, Alena
Semenjaka (del "Club tradizionalista ucraino" e principale ideologa di
battaglione Azov e Pravij Sektor), ha come elemento chiave ideologico la lotta per un'" Europa bianca dai valori tradizionali". Semenjaka, lettrice di Heidegger e Juenger, sostenitrice della " Reconquista europea"
del suprematismo bianco, è una dei principali sostenitori della
"recupero della Russia" alla causa europea. Naturalmente, la "Russia" di
cui parla non ha nulla in comune con la vera Russia. Parla di 'Russia
bianca', "Russia pura"... da inserire nell'Europa bianca; non di una
Russia patria di popoli diversi in contrapposizione all'occidente (ciò
che la vera Russia persegue). Da qui i suoi attacchi allo "Stato russo" o
"Russia multietnica" o "neo-Unione Sovietica di Putin", piuttosto che
alla "Russia", avendo tale visione dello Stato russo come patria
multinazionale nella tradizione sovietica. Tale visione della
Federazione russa come neo-Unione Sovietica è condivisa dai nazionalisti
russi. Nazionalisti ucraini e nazionalisti russi di Semenjaka,
Djomushkin e Tjukin concordano sul fatto che l'attuale Federazione russa
sia uno Stato che "denazionalizza i russi slavi". E questo è ciò che i
liberali occidentali, della sinistra europea, vogliono nascondere. In
effetti, la visione della 'Russia di Putin' (con cui non sono
politicamente d'accordo) e dei nazisti russi è molto, molto diversa. E
qui arriviamo alla tradizione politica russa. Nella storia, la Russia
non si percepisce come Stato nazione, patria di una sola nazione. La
Russia non si vede come Stato-nazione, ma come Stato ideocratico (gli
ultimi due Romanov, Alessandro III e Nicola II probabilmente furono
l'eccezione alla regola), così sotto il dominio zarista (lo Stato degli
ortodossi tradizionalisti), sotto il dominio sovietico (lo Stato
socialista internazionalista) e anche oramai con Putin (Stato
multipolare). Questo punto di vista di Stato ideocratico della Russia è
ciò che appare in Novorossija: Stato ideocratico che si oppone al
liberalismo del libero mercato (sottolineando il collettivismo, l'idea
collettiva), all'occidentalismo (alternativa geopolitica) e
all'esclusivismo nazionale. Fascismo e nazismo sono contrari a tutto
questo.
L'ideologia
di Semenjaka viene ripresa dai "nazionalisti" russi (tra parentesi
perché "nazionalista" è la parola che usano). Naturalmente non tutti i
nazionalisti russi adottano tale visione. Ci sono tradizionalisti,
monarchici, nostalgici dei bianchi che sostengono la Novorossija. Ma
sono nazionalisti russi (ovviamente da comunista, sono in disaccordo con
loro) che seguono la tradizione politica russa di un forte zarismo. È
piuttosto un pensiero politico conservatore pre-moderno ma ha poco a che
fare con il fascismo (nella sua versione pura). Il fascismo è un
prodotto del modernismo occidentale, variante antimaterialista. Il
fascismo (come il liberalismo) in Russia è legato alle élite
filo-occidentali e/o a gruppi marginali. Perciò le due fazioni in
Russia, destra radicale e liberali si sono unite nel sostenere la junta
ucraina. Vedono nell'Ucraina di oggi la "Russia europea", "la Russia
sfuggita allo statalismo divenendo una nazione"; e nella Russia di oggi
uno "Stato neo-sovietico semi-tartaro e non europeo", che "schiavizza" i
cittadini russi. Alcuni scrittori "nazionalisti" hanno tracciato l'idea
di Aleksandr Nevskij come "traditore" della "vera Rus" per aver deciso
di allearsi con i mongoli contro i teutonici "escludendo la Russia
dall'Europa", "scegliendo lo Stato alla nazione". La loro idea (e ancor
più nel post-Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti posero l'"Europa"
piuttosto che la "grande Germania" al centro delle loro idee), è
annullare la via ideocratica per "europeizzare la Russia" (la stessa dei
liberali, questi con il libero mercato, quegli altri con la guerra
razziale). Naturalmente, "gli europeizzatori della Russia" sono le nuove
marionette degli geostrateghi della NATO, così come certi radicali di
sinistra lo erano nelle rivoluzioni colorate (alcuni esponenti della
sinistra radicale, per fortuna non tutti!) Quindi, dopo aver esaminato i
loro nemici comuni (Unione Sovietica, Russia ideocratica) e la loro
comune visione del mondo (Europa bianca), possiamo vedere chiaramente la
simpatia dei nazisti russi per la junta ucraina, e quindi la loro lotta
comune, portando estremisti di destra russi a combattere e morire per
opprimere la "Novorossija filo-russa". E con ciò in mente, possiamo
vedere chiaramente la menzogna della narrazione occidentale liberale
(della falsa sinistra) che assimila Putin ai nazisti russi e poi alla
Novorossija. Coda di tale bufala liberale è vedere i terroristi di
Gladio (NATO) come Stefano Delle Chiaie supportare Azov, i
deputati verdi del Parlamento Europeo come Rebecca Harms fare discorsi
sotto le bandiere di Svoboda, o il deputato ceco Jaromir Stetina
invitare il neonazista Andrej Biletskij al Parlamento europeo.
GREETINGS FROM THE HEADQUARTERS OF CASAPOUND ITALIA IN ROME:
"There
is no and has never been an "ethnic war" between Ukrainians and
Russians who fight together for their homeland against the antinational
regime of Putin and failed ideal of Western multiculturalism.
"Nationalists" who support Putin are neo-Bolsheviks and Eurasianists who
eagerly join their forces with activists of European "Antifa" movement,
Kadyrov's mercenaries and other non-Slavic nationalities of Russian
Federation who represent its economic and political interests in Donbas
while real Russian nationalists are imprisoned or forced to flee from
their country."
Nota
1. "Pjotr i Mazepa" dal nome dello Zar Pietro il Grande e
dell'atamano cosacco "ucraino" Ivan Mazepa (che secondo i nazionalisti
ucraini fu il "primo combattente per l'indipendenza ucraina contro la
Moscovia"), che si combatterono nella battaglia di Poltava nel 1709,
quando Mazepa aiutò il re svedese Carlo XII contro i russi (la
coalizione cosacco-svedese fu sconfitta). Portando questi due nomi, il
primo "Imperator" della Russia e il "primo nazionalista ucraino", "Pjotr i Mazepa"
vuole "riconciliare i nazionalisti russi con quelli ucraini nella lotta
comune" (contro lo Stato russo multietnico, putinismo,
neo-sovietismo... qualunque cosa). Il programma di "Pjotr i Mazepa"
è costruire nel sud-est uno "Stato federato mononazionale russo" nello
"Stato ucraino mononazionale indipendente". L'obiettivo di tale gruppo
di estrema destra è al 100% in linea ai sogni imperialisti della NATO,
favorendo (ideologicamente e geopoliticamente) uno Stato etnico russo,
ma anti-Russia, per contrastare il polo alternativo della Federazione
Russa.
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