LA CRESCITA GLOBALE... DELLA STUPIDITA'
La cosa diabolica e al tempo
stesso straordinaria del Capital/liberismo, sta nell’avere prodotto negli
individui una depressione profonda, un vuoto incolmabile, illudendoli,
parallelamente, di poterlo riempire, acquistando e consumando tutto quel Luna
Park dell’orrore che lo stesso Sistema genera senza sosta.
Non c’è nulla al mondo che possa crescere oltre un certo
limite che non sia la stupidità dell’uomo moderno, né tanto meno questo Sistema
marcio che non è più in grado neppure di smaltire ciò che produce, ingolfando
depositi e magazzini di merce invenduta. Quale decerebrato può ancora credere
in un aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non
siano gli stessi che l’economia hanno affossato? Loro, comodi e ben pasciuti, che non hanno la
più pallida idea di cosa realmente accada oltre i confini dei loro interessi
particolari.
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene
prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e
perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra
relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e
pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo
azzeramento.
Gli "autorevoli" economisti,
affermano che nel 2016 la domanda mondiale crescerà, e tutti noi, allora, ci
potremo agganciare alla ripresa. Le balle di sempre – retoriche, nauseabonde e
rivoltanti che attoniti ascoltiamo da almeno un ventennio.!
La gente non vuole più consumare, e non solo
per motivi legati al potere d’acquisto e alla scarsità di denaro, ma perché, la
stessa, ha preso coscienza del fatto che tutto questo consumismo imperante, non
si è tradotto in felicità e benessere. Al contrario, ha reso le persone
fragili, insicure, povere e frustrate e, di contro, riempito gli stomaci senza
fondo, di imprenditori, banchieri e politicanti senza scrupoli e senza vergogna
che, come buchi neri, travolgono nel loro vortice di profitto e di potere, le
nostre vite.
Una società vera, coerente, ragionevole e
solida, basa il suo tasso di civiltà sul risparmio e, in gran parte, sul
consumo di beni di prima necessità.
Le nostre occidentali, in totale contro
tendenza, hanno puntato la loro sopravvivenza sul commercio di beni e prodotti,
effimeri, voluttuari e, per lo più, inutili e dannosi.
Quanto può reggere, ancora, un sistema del
genere? Già da tempo se ne avvertono gli allarmanti scricchiolii, premonitori
di una sua prossima e imminente implosione.
Non dimentichiamoci, poi, che a più
“consumismo”, corrispondono più rifiuti e spazzatura. E questo, non è un
problema da poco, ma una vera emergenza planetaria, che se non contrastata in
tempo vanificherà ogni ipotetica e supposta ripresa e benessere.
Per questi ovvi motivi, io credo che non ci
sarà alcuna domanda che possa innescare una ben che minima crescita, e produrre
quello sviluppo sempre invocato.
Secondo il concetto di crescita tanto
auspicato dal Sistema Bestia, i cittadini dovrebbero consumare e comprare a
credito, beni inutili, voluttuari, dannosi e inquinanti, per mettere in moto
l’INDUSTRIA dell’EFFIMERO che, parallelamente, dovrà assumere personale a
salari da fame – lavoratori che, a loro volta, sono costretti ad acquistare i
beni da loro stessi prodotti alla catena di montaggio, perché la fabbrica non
chiuda, i padroni si ingrassino, e la crescita riparta. Dobbiamo, per questo, riconvertire al più presto le nostre abitudini ed
esigenze, in altre, più attinenti e consone alla vera natura dell’uomo
ragionevole.
Oggi, le scelte individuali di una gran parte
dei cittadini, rifuggono ogni codice etico, deontologico e buon senso, e sono
incredibilmente la proiezione dei loro lati e comportamenti peggiori, che
diversamente dal rimuoverli, tendono a consolidarli, attestandoli a virtù da
ostentare, sinonimi di carattere, personalità e di nuova libertà. In questo
modo, si rendono complici e responsabili del degrado umano, di valori ed
economico, della società che dovrebbero rappresentare, ipotecando in questo
modo il futuro delle nuove generazioni.
E’
giunto il tempo per i grandi detentori di patrimoni, di mettere mano al
portafogli per salvare un paese depredato dall’ingordigia di interessi
particolari. E non come gesto di cristiana generosità compassionevole, ma per restituire
agli italiani il mal tolto, frutto di corruzione, di spartizione, estorsione,
evasione e collusione, e a fronte di tutti quei danni ambientali, etici e
morali, che hanno imbarbarito la qualità della nostra vita, e ipotecato il
futuro delle nuove generazioni.
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