venerdì 11 settembre 2015

LA CRESCITA GLOBALE... DELLA STUPIDITA' .........G:Tirelli


LA CRESCITA GLOBALE...  DELLA STUPIDITA' 

La cosa diabolica e al tempo stesso straordinaria del Capital/liberismo, sta nell’avere prodotto negli individui una depressione profonda, un vuoto incolmabile, illudendoli, parallelamente, di poterlo riempire, acquistando e consumando tutto quel Luna Park dell’orrore che lo stesso Sistema genera senza sosta.
Non c’è nulla al mondo che possa crescere oltre un certo limite che non sia la stupidità dell’uomo moderno, né tanto meno questo Sistema marcio che non è più in grado neppure di smaltire ciò che produce, ingolfando depositi e magazzini di merce invenduta. Quale decerebrato può ancora credere in un aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non siano gli stessi che l’economia hanno affossato?  Loro, comodi e ben pasciuti, che non hanno la più pallida idea di cosa realmente accada oltre i confini dei loro interessi particolari. 
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo azzeramento.
 Gli "autorevoli" economisti, affermano che nel 2016 la domanda mondiale crescerà, e tutti noi, allora, ci potremo agganciare alla ripresa. Le balle di sempre – retoriche, nauseabonde e rivoltanti che attoniti ascoltiamo da almeno un ventennio.!
La gente non vuole più consumare, e non solo per motivi legati al potere d’acquisto e alla scarsità di denaro, ma perché, la stessa, ha preso coscienza del fatto che tutto questo consumismo imperante, non si è tradotto in felicità e benessere. Al contrario, ha reso le persone fragili, insicure, povere e frustrate e, di contro, riempito gli stomaci senza fondo, di imprenditori, banchieri e politicanti senza scrupoli e senza vergogna che, come buchi neri, travolgono nel loro vortice di profitto e di potere, le nostre vite.
Una società vera, coerente, ragionevole e solida, basa il suo tasso di civiltà sul risparmio e, in gran parte, sul consumo di beni di prima necessità.
Le nostre occidentali, in totale contro tendenza, hanno puntato la loro sopravvivenza sul commercio di beni e prodotti, effimeri, voluttuari e, per lo più, inutili e dannosi.
Quanto può reggere, ancora, un sistema del genere? Già da tempo se ne avvertono gli allarmanti scricchiolii, premonitori di una sua prossima e imminente implosione.
Non dimentichiamoci, poi, che a più “consumismo”, corrispondono più rifiuti e spazzatura. E questo, non è un problema da poco, ma una vera emergenza planetaria, che se non contrastata in tempo vanificherà ogni ipotetica e supposta ripresa e benessere.
Per questi ovvi motivi, io credo che non ci sarà alcuna domanda che possa innescare una ben che minima crescita, e produrre quello sviluppo sempre invocato.
Secondo il concetto di crescita tanto auspicato dal Sistema Bestia, i cittadini dovrebbero consumare e comprare a credito, beni inutili, voluttuari, dannosi e inquinanti, per mettere in moto l’INDUSTRIA dell’EFFIMERO che, parallelamente, dovrà assumere personale a salari da fame – lavoratori che, a loro volta, sono costretti ad acquistare i beni da loro stessi prodotti alla catena di montaggio, perché la fabbrica non chiuda, i padroni si ingrassino, e la crescita riparta. Dobbiamo, per questo, riconvertire al più presto le nostre abitudini ed esigenze, in altre, più attinenti e consone alla vera natura dell’uomo ragionevole.
Oggi, le scelte individuali di una gran parte dei cittadini, rifuggono ogni codice etico, deontologico e buon senso, e sono incredibilmente la proiezione dei loro lati e comportamenti peggiori, che diversamente dal rimuoverli, tendono a consolidarli, attestandoli a virtù da ostentare, sinonimi di carattere, personalità e di nuova libertà. In questo modo, si rendono complici e responsabili del degrado umano, di valori ed economico, della società che dovrebbero rappresentare, ipotecando in questo modo il futuro delle nuove generazioni.
E’ giunto il tempo per i grandi detentori di patrimoni, di mettere mano al portafogli per salvare un paese depredato dall’ingordigia di interessi particolari. E non come gesto di cristiana generosità compassionevole, ma per restituire agli italiani il mal tolto, frutto di corruzione, di spartizione, estorsione, evasione e collusione, e a fronte di tutti quei danni ambientali, etici e morali, che hanno imbarbarito la qualità della nostra vita, e ipotecato il futuro delle nuove generazioni.

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