martedì 1 settembre 2015

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA MUSICA ITALIANA

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA MUSICA ITALIANA
E poi arriva l’estate e il caldo da alla testa. I soliti marchettari che hanno la presunzione di ritenersi degli “artisti” mettono sul mercato discografico le loro canzonette demenziali facendo a gara alla scalata della classifica. Una musica che più che leggera è una mazzata sui maroni delle persone che ancora hanno conservato un minimo di senso critico e di dignità. Una musica dove la sua leggerezza è tale da costringere l’uditore, o meglio il suo stomaco, a improvvisi attacchi di nausea e conseguenti conati sussultori di vomito. Soggetti canterini che definire “artisti”, compositori e autori è un insulto all’etimologia.
E’ il consumismo dell’arte che si fa merce; bene effimero. L’usa e getta dell’emozione, il narcisismo che monta sul consenso delle masse ignoranti e adoranti – è il rozzo qualunquismo che si fa profitto, denaro, privilegio e potere, che non disturba, non uccide, non scuote, né fa pensare, ma addormenta, rincoglionisce, omologa, appiattendo la coscienza collettiva sulla condivisione del nulla, del vuoto cosmico, sulle note scarnificate di una musica in putrefazione il cui tanfo acidulo e soporifero sterilizza ogni altra emozione, incenerisce ogni atmosfera, sacrifica ogni slancio poetico, magia, personalismo e impulso rivoluzionario. E’ la musica leggera dei nostri tempi moderni. Una commistione di affari, di pubbliche relazioni e prostituzione, dove l’arte, la creatività e la passione restano parole morte, in calce sul sepolcro dell’ottusità generale.
E intanto tutto scorre come magma lavico dentro la stridente coerenza di una stupidità che diventa legge, dogma, casa di cura, dove gli ossimori tradiscono ogni logica e buon senso, e la bellezza… si, la bellezza, esala il suo ultimo respiro lasciando il mondo attonito difronte a tanta vergogna.
Per tutto questo ringraziamo quella folta ed “eletta schiera” di cantanti e cantautori dell’ultima ora che periodicamente riversano nell’etere comune i loro rifiuti sonori; sottofondo retorico e fastidioso di un estate anonima giunta al termine senza colpo ferire, senza nulla da dire, senza niente da dare. Un’estate snervante, un’estate incosciente, che ad un tratto passa il testimone ai burrascosi problemi sociali, politici e ambientali che si addensano minacciosi all’orizzonte di questa nostra breve esistenza.
“Amici cantautori eletta schiera che si vende la sera per un po’ di milioni, voi che siete capaci fate bene ad avere le tasche piene e non solo i coglioni”. Leggera è la musica italiana, leggere sono le vostre parole, ma quando la salita si fa tesa, la leggerezza pesa, e a volte può schiacciare.

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