L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA MUSICA ITALIANA
E
poi arriva l’estate e il caldo da alla testa. I soliti marchettari che
hanno la presunzione di ritenersi degli “artisti” mettono sul mercato
discografico le loro canzonette demenziali facendo a gara alla scalata
della classifica. Una musica che più che leggera è una mazzata sui
maroni delle persone che ancora hanno conservato un minimo di senso
critico e di dignità. Una musica dove la sua leggerezza è tale da
costringere l’uditore, o meglio il suo stomaco, a improvvisi attacchi di
nausea e conseguenti conati sussultori di vomito. Soggetti canterini
che definire “artisti”, compositori e autori è un insulto
all’etimologia.
E’
il consumismo dell’arte che si fa merce; bene effimero. L’usa e getta
dell’emozione, il narcisismo che monta sul consenso delle masse
ignoranti e adoranti – è il rozzo qualunquismo che si fa profitto,
denaro, privilegio e potere, che non disturba, non uccide, non scuote,
né fa pensare, ma addormenta, rincoglionisce, omologa, appiattendo la
coscienza collettiva sulla condivisione del nulla, del vuoto cosmico,
sulle note scarnificate di una musica in putrefazione il cui tanfo
acidulo e soporifero sterilizza ogni altra emozione, incenerisce ogni
atmosfera, sacrifica ogni slancio poetico, magia, personalismo e impulso
rivoluzionario. E’ la musica leggera dei nostri tempi moderni. Una
commistione di affari, di pubbliche relazioni e prostituzione, dove
l’arte, la creatività e la passione restano parole morte, in calce sul
sepolcro dell’ottusità generale.
E
intanto tutto scorre come magma lavico dentro la stridente coerenza di
una stupidità che diventa legge, dogma, casa di cura, dove gli ossimori
tradiscono ogni logica e buon senso, e la bellezza… si, la bellezza,
esala il suo ultimo respiro lasciando il mondo attonito difronte a tanta
vergogna.
Per
tutto questo ringraziamo quella folta ed “eletta schiera” di cantanti e
cantautori dell’ultima ora che periodicamente riversano nell’etere
comune i loro rifiuti sonori; sottofondo retorico e fastidioso di un
estate anonima giunta al termine senza colpo ferire, senza nulla da
dire, senza niente da dare. Un’estate snervante, un’estate incosciente,
che ad un tratto passa il testimone ai burrascosi problemi sociali,
politici e ambientali che si addensano minacciosi all’orizzonte di
questa nostra breve esistenza.
“Amici
cantautori eletta schiera che si vende la sera per un po’ di milioni,
voi che siete capaci fate bene ad avere le tasche piene e non solo i
coglioni”. Leggera è la musica italiana, leggere sono le vostre parole,
ma quando la salita si fa tesa, la leggerezza pesa, e a volte può
schiacciare.
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