Tyler Durden Zerohedge 01/10/2015 A giugno, il comandante della Forza al-Quds
iraniana, Qasim Sulaymaini, visitava una cittadina a nord di Lataqia,
sul fronte della guerra civile prolungata in Siria. In seguito a tale
visita, promise che Teheran e Damasco avrebbero fissato una nuova
strategia che avrebbe "sorpreso il mondo". Solo un mese dopo, Sulaymani,
in violazione dell'embargo delle Nazioni Unite, visitava la Russia e si
riuniva al Cremlino. Il Pentagono ora dice che queste riunioni erano
"molto importanti" accelerando il coinvolgimento della Russia in Siria.
Il generale avrebbe fatto un'altra visita a Mosca a settembre. La
tempistica qui non è una coincidenza. L'Iran da tempo fornisce sostegno
segreto e palese al regime di Assad tramite trasferimenti finanziari,
supporto logistico e l'intervento di Hezbollah nella lotta del governo
di Assad nel riprendere il controllo del Paese. Come abbiamo documentato
ampiamente nelle ultime settimane, ciò che sembra essere accaduto è
l'Iran, in grado d'invadere la Siria ma che semplicemente sostiene Assad
(perché così ovviamente sarebbe un disastro le preservazione
dell'accordo P5 + 1 sul nucleare), volgersi a Mosca, che ha utilizzato
il veto del Consiglio di sicurezza per bloccare il rinvio della guerra
in Siria a L'Aia, nota alleata di Teheran e Damasco. Mentre è chiaro
esattamente quale sia il passo di Putin, la Russia chiaramente vede la
possibilità di avanzare l'agenda geopolitica del Cremlino in un momento
chiave della storia. Mosca è pronta a far buon viso a cattivo gioco
nella situazione di stallo più controversa con l'occidente dalla guerra
fredda (a causa del conflitto in Ucraina e dell'annessione della
Crimea), e nel relativo sforzo per preservare la quota di mercato di
Gazprom in Europa.
In breve, Putin sembra vedere ciò come l'ultimo vantaggio geopolitico.
Cioè, la Russia i) espande l'influenza in Medio Oriente a dispetto di
Washington ed alleati, una mossa che aiuta anche a proteggere gli
interessi energetici russi e conservare il porto sul Mediterraneo di
Tartus, e ii) sostenere gli alleati di Teheran e Damasco preservando
così il contrappeso all'alleanza USA-Arabia Saudita-Qatar. Nel
frattempo, l'Iran riceve il sostegno del colosso militare russo per
proteggere il nesso regionale delicato fonte dell'influenza di Teheran
sul Medio Oriente. E' assolutamente fondamentale
per l'Iran mantenere
Assad al potere, dato che la perdita della Siria effettivamente
taglierebbe i collegamenti tra Iran ed Hezbollah. La stessa dinamica si
svolge in Iraq. Cioè, l'Iran combatte il SIIL tramite le varie milizie
sciite proprio come combatte la coalizione saudita nello Yemen
attraverso gli sciiti huthi. E' quindi estremamente significativo che
Baghdad accetti di condividere le informazioni con Siria e Russia, in
quanto ciò significa sostenere efficacemente le milizie sciite filo-Iran
in lotta per il controllo dell'Iraq, godendo del sostegno dei militari
russi. Ciò che dovrebbe essere ovvio è che si tratta di un piano
coordinato.
Il Cremlino ha di fatto accettato di usare la potenza aerea russa sugli
avversari di Assad in Siria e sui militanti sunniti in Iraq a sostegno
delle truppe di terra iraniane, anche perché Stati Uniti e loro alleati
hanno fallito miseramente nell'impedire che i ribelli anti-Assad non
divenissero estremisti, Putin lancia la sua "guerra al terrore". Sarebbe
difficile progettare un più elegante gioco di potere. Se pensate che
sia inverosimile, si consideri il seguente pezzo della Reuters: “ Centinaia
di truppe iraniane sono arrivate in Siria negli ultimi 10 giorni e
presto si uniranno alle forze governative e ai loro alleati libanesi di
Hezbollah in una grande offensiva terrestre sostenuta da attacchi aerei
russi, dicono due fonti libanesi. "Gli attacchi aerei (russi) nel
prossimo futuro, saranno accompagnati da progressi a terra dell'esercito
siriano e dei suoi alleati", ha detto una delle fonti vicine agli
sviluppi politici e militari del conflitto. "E' possibile che le
operazioni di terra si concentreranno nelle campagne di Idlib e Hama",
ha aggiunto la fonte. Le due fonti hanno detto che l'operazione avrebbe
lo scopo di riconquistare i territori perduti dal governo del Presidente
Bashar al-Assad. Si punta a un'alleanza militare emergente tra la
Russia e gli altri alleati principali di Assad Iran e Hezbollah,
concentrandosi a riconquistare le aree del nord-ovest della Siria,
occupate dai ribelli con rapide avanzate quest'anno. "L'avanguardia
delle forze di terra iraniane arriva in Siria:.. soldati e ufficiali in
particolare parteciperanno a questa battaglia. Non sono consulenti...
intendiamo centinaia con equipaggiamenti e armamenti che saranno seguiti
da altri", ha detto la seconda fonte. Gli iracheni dovrebbero anche
partecipare all'operazione, ha detto la fonte”. E poi considerare
questo, appena uscito (via Reuters): “Il Ministero degli Esteri russo ha
detto che avrebbe considerato qualsiasi richiesta dal governo iracheno
per effettuare attacchi aerei contro lo Stato islamico in Iraq, ma ha
detto di non averla ancora ricevuta, segnala l'agenzia di stampa RIA
Novosti, citando il Ministero degli Esteri che avrebbe valutato la
logica "politica e militare" di tale mossa, se la richiesta fosse
imminente”.
Infine, per concludere e confermare ulteriormente la veridicità della
tesi, ecco l'Arabia Saudita in preda al panico di fronte alla
prospettiva della presenza della Russia volta a spezzare completamente
l'imbroglio mediorientale (via Reuters): “ L'Arabia Saudita, nemico
principale del Presidente Bashar al-Assad, ha chiesto alla sua alleata
Russia di porre fine agli attacchi sulla Siria, dicendo che avevano
causato vittime civili mentre non colpivano i militanti integralisti
dello Stato islamici che Mosca dice di contrastare. Nelle osservazioni
presso le Nazioni Unite a New York, un diplomatico saudita ha suggerito
che la Russia e l'altro principale alleato di Assad, l'Iran, non possono
pretendere di combattere il "terrorismo" dello Stato islamico, e allo
stesso tempo sostenere il "terrorismo" delle autorità siriane.
L'ambasciatore saudita Abdallah al-Mualimi ha espresso "profonda
preoccupazione per le operazioni militari, che 'Le forze russe hanno
effettuato a Homs e Hama oggi, luoghi dove le forze del SIIL non sono
presenti. Questi attacchi hanno causato numerose vittime innocenti.
Chiediamo di fermarli immediatamente o si ripeterà'. Sui Paesi che
sostengono di aderire alla lotta al terrorismo del SIIL, non possono
farlo se allo stesso tempo sostengono il terrorismo del regime siriano e
dei suoi alleati stranieri terroristici come Hezbollah e la Forza Quds e
altri gruppi terroristici settari", ha aggiunto nei commenti trasmessi
dalla televisione saudita al-Arabiya. SI è l'acronimo per Stato
islamico, noto anche come SIIL. Hezbollah è la milizia sciita libanese
che combatte apertamente a favore del governo di Assad, e la Forza Quds,
delle Guardie Rivoluzionarie d'elite iraniane, si ritiene ampiamente
aiutare Damasco”.
Sarebbe difficile sopravvalutare il significato di ciò che sembra
accadere qui. È a dir poco un colpo di Stato nel Medio Oriente, con
l'Iran che sostituisce l'Arabia Saudita come potenza regionale e la
Russia sembra soppiantare gli Stati Uniti quale principale superpotenza
burattinaia. Non aspettatevi che Arabia Saudita e Israele stiano in
disparte. Se la Russia rafforza la posizione dell'Iran in Siria
(espandendo influenza e potenza di Hezbollah), e se la forza
aerea russa prende effettivamente il controllo dell'Iraq permettendo
così all'Iran di esercitare maggiore influenza sul governo di Baghdad,
il fragile equilibrio di potere esistente nella regione sarà capovolto, e
se accadesse non si aspetti che Washington, Riyadh, Gerusalemme e
Londra semplicemente se ne stiano gentilmente fermi. Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
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