giovedì 1 ottobre 2015

La Russia in Siria: fine del mondo unipolare

La Russia in Siria: fine del mondo unipolare

by sitoaurora
Javier Alexander Roa, Mision Verdad, 1 ottobre - Histoire et Societe1443691677-russiaIl 30 settembre 2015 il Parlamento russo ha approvato la richiesta del Presidente Vladimir Putin sull'invio di truppe russe all'estero e l'uso della forza aerea nella Repubblica Araba di Siria. Si apre una nuova fase di interventi futuri e installazioni di basi militari della Russia nei Paesi alleati su richiesta dei governi sovrani. L'approvazione da parte del Senato del Parlamento russo indica che l'unipolarismo egemonico degli Stati Uniti d'America volge al termine. Ciò non significa che si arriva alla fine della storia, potremmo anzi dire che assistiamo a una nuova era di conflitti e sviluppo degli armamenti che comprenderà lo spazio. Sotto il governo di Vladimir Putin (a differenza dell'URSS della perestrojka), la Russia è attenta a non avventurarsi in un conflitto armato all'estero e alle richieste di Paesi alleati come la Repubblica araba siriana, principalmente per due motivi:
1. Rispettare convenzioni e risoluzioni del diritto internazionale ed evitare la morale della "forza" (nel gioco diplomatico) di altri Paesi, come ad esempio i membri chiave dell'organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), verso le norme internazionali.
2. Non ripetere la sconfitta amara dell'intervento delle forze militari in Afghanistan nel 1979 - 1989, quando Arabia Saudita e Stati Uniti d'America finanziarono la guerriglia jihadista contro le truppe sovietiche, usando il territorio pakistano come base logistica e di addestramento dei mujahidin, preludio alla nascita del radicalismo "islamico".
L'approvazione del Parlamento russo all'uso delle forze militari all'estero, soprattutto per eliminare il terrorismo in Paesi come la Siria, non si limita alle basi militari che la Federazione russa (nel prossimo futuro) costruirà o ingrandirà nei Paesi alleati. Un esempio è l'aumento delle navi da guerra, e ampliamento ed ammodernamento della base navale di Tartus, nella Repubblica araba siriana fin dal 1971. Vladimir Putin ha detto "La Russia non ha praticamente basi all'estero. Abbiamo i resti delle nostre forze armate, rimanenti dall'Unione Sovietica, in Tagikistan a lottare contro la minaccia terroristica al confine con l'Afghanistan. È abbiamo una base aerea in Kirghizistan, volta allo stesso obiettivo, creata dopo gli attacchi terroristici dall'Afghanistan contro il Kirghizistan, su richiesta della dirigenza del Kirghizistan. Una base militare in Armenia rimane dall'Unione Sovietica, ospitando una nostra divisione". Queste basi aeree saranno attivate nei prossimi mesi nella lotta al terrorismo. Oltre alle manovre navali della Russia nel Mar Mediterraneo, nelle ultime settimane gli aerei dell'Aeronautica russa Su-24, Su-25, droni ed elicotteri da combattimento sono arrivati negli aeroporti siriani iniziando a compiere voli da ricognizione su Dayr al-Zur, Hasaqah, Raqa, Suwayda, Homs e Damasco, raccogliendo informazioni e rilevando le posizioni dei terroristi di Stato islamico e al-Nusra, affiliata ad al-Qaida. Hanno anche installato computer e laboratori elettronici per rilevare i movimenti dei gruppi terroristici attraverso i satelliti. La Russia ha esteso l'infrastruttura di alcuni aeroporti siriani e posto perimetri di sicurezza per proteggere uomini e mezzi.
La Russia si propone di combattere sul serio il terrorismo
Su-24-rockets-Russian-MoD La Russia non ha partecipato direttamente agli attacchi contro lo Stato islamico in Siria o Iraq. Come non ha partecipato direttamente a conflitti in altri Paesi. Il governo di Vladimir Putin ha assistito con pazienza alle evidenti aggressioni economiche, mediatiche e politiche di Stati Uniti ed Europa contro la Russia. Gli errori di Unione Europea, NATO e Stati Uniti d'America sono state le armi migliori della Russia, oggi leader di un piano credibile contro il terrorismo dopo il fallimento degli "alleati" nell'estinguere il terrorismo dello Stato Islamico che hanno impiantato in Siria e Iraq, e diffusosi in altri Paesi. L'accordo sulla cooperazione su intelligence e sicurezza tra Russia, Iraq, Siria e Iran, il 27 settembre 2015, per combattere i gruppi terroristici di Stato islamico e al-Qaida è un segno del ruolo vitale che la Russia gioca quando entrano in azione potenza aerea e consulenza militare degli eserciti di Siria e Iraq. Le condizioni previste dalla Russia per impegnarsi nella lotta al terrorismo in Siria e in Iraq, sono arrivate:
• I governi colpiti dal terrorismo di Stato islamico e al-Qaida, come Iraq e Repubblica araba di Siria, hanno chiesto l'intervento delle forze militari russe per eliminare i gruppi terroristici (nel quadro internazionale).
• La forza aerea della coalizione guidata dagli Stati Uniti d'America non ha dimostrato efficacia nella lotta al terrorismo, ed ha anche fatto tutto il contrario, Stato islamico e al-Nusra si sono rafforzati con armi e uomini giunti da altri Paesi, come l'Europa.
• Dopo la riunione dei presidenti di Russia e Stati Uniti d'America nell'ambito della 70.ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, hanno concordato dei canali di comunicazione tra gli eserciti russo e statunitense per evitare errori negli attacchi ai gruppi terroristici in Siria.
• Il Senato del Parlamento russo ha approvato l'invio di truppe all'estero e l'uso della forza armata in Siria.
• Vi è un accordo di cooperazione tra Iran, Siria, Russia e Iraq per combattere il terrorismo e infine l'accordo di cooperazione sarà esteso ad altri Paesi, creando l'Alleanza della lotta contro al-Qaida e Stato islamico.
La Russia cerca con questo piano di combattere sul serio il terrorismo, mostrare i muscoli della rinascita a superpotenza, ponendo fine all'unipolarismo e guidando la diplomazia internazionale nel contenimento degli Stati Uniti d'America facendogli il rispetto di regole, risoluzioni, leggi e accordi internazionali. Dato che armi chimiche o qualsiasi altra scusa non sono motivo d'intervento militare in Paesi sovrani.

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