
L'ultimo post di
MoA sulla Siria concludeva: “
Gli
Stati Uniti hanno perso la partita. Dovrebbero accettare l'offerta
russa o mollare”. Nonostante i battibecchi con il solito neocon che lo
sospetta, l'amministrazione Obama starebbe accettando quel consiglio e
gettando la spugna ufficialmente: “I consiglieri di Obama dicono che c'è
poco che possono fare per cambiare la situazione nel breve termine. Le
proposte sono in via di elaborazione per le riunioni nei prossimi
giorni, ma Obama ha chiarito che non è disposto a confrontarsi con i
russi e rischiare l'escalation, né ha una nuova ampia strategia per
risolvere il conflitto o per la sconfitta dello Stato islamico”. "
Non c'è soluzione a questo punto che possa essere considerata", ha detto Michael McFaul, ex-consigliere della Casa Bianca di Obama poi ambasciatore in Russia, prima di tornare alla
Stanford University.
"Potranno solo contenerlo". L'amministrazione Obama, per ora, rinuncia
ufficialmente alle operazioni di "regime change" in Siria ed è
improbabile che intensificherà i combattimenti contro lo Stato islamico.
Ma questa è solo la posizione ufficiale. Ufficiosamente, possiamo
tranquillamente assumere che CIA e varie entità oscure del Pentagono
continueranno le loro trame in Siria e in Iraq. Ma grazie ai russi, è
ora chiaro a tutti che gli Stati Uniti non hanno mai veramente
combattuto lo Stato islamico o
al-Qaida e altri jihadisti
presenti in Siria. Mentre gli Stati Uniti hanno compiuto in totale di
137 attacchi aerei in Siria in tredici mesi, i russi ne hanno effettuato
148 in una sola settimana.
Il pubblico, che si riflette nei commenti sui media degli Stati Uniti,
ha finalmente riconosciuto che
gli Stati Uniti non combattevano sul
serio o addirittura volontariamente favorivano la crescita del fenomeno
jihadista. Infatti Obama l'ha recentemente ammesso. Alla
domanda sul
motivo per cui gli Stati Uniti non contrastarono lo Stato Islamico
quando era ancora alle prime fasi: “La ragione, il presidente ha
aggiunto: "per cui non iniziammo a compiere degli attacchi aerei in Iraq
non appena il SIIL apparve, fu perché questo avrebbe tolto pressione
sul (Primo Ministro Nuri Qamal) al-Maliqi”. Obama voleva il "cambio di
regime" in Iraq e l'ha avuto (nonostante Maliqi avesse vinto le
elezioni), lasciando lo Stato islamico crescere abbastanza da minacciare
seriamente lo Stato iracheno. Solo allora gli Stati Uniti intervennero e
solo quanto bastava per dire di quanto allo Stato Islamico veniva
"permesso" crescere. Ma tale "traccheggio" non è l'unico modo in cui
l'amministrazione Obama ha contribuito all'avanzata del SIIL. Il
dipartimento del Tesoro si chiede da dove lo Stato Islamico riceva tutte
le land cruiser Toyota
Hilux che usa come piattaforme armate.
Il Tesoro non dovrebbe guardare lontano. La risposta si trova tramite
una semplice ricerca via web o presso il
dipartimento di Stato: “
Recentemente,
quando il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha ripreso l'invio di
aiuti non letali ai ribelli siriani, la lista comprendeva 43 autocarri
Toyota. Gli Hilux erano sulla lista dei desideri dell'esercito libero
siriano. Ubai Shahbander, consulente a Washington della Coalizione
nazionale siriana, è un fan del camion. "Attrezzature specifiche come i
Toyota Hiluxes sono ciò che chiamiamo forza abilitante per le forze
dell'opposizione moderate sul terreno", aggiunge. Shahbander dice che i
pickup forniti dagli USA trasporteranno truppe e rifornimenti sul campo
di battaglia. Alcuni inoltre diverranno piattaforme armate”. Il
governo inglese consegnò mezzi simili cosi come i turchi e gli alleati
del Golfo degli Stati Uniti. S'indovini dove tutti questi pickup sono
finiti. Sembra che ormai il cosiddetto esercito libero siriano fosse e
non sia altro che un corriere per consegnare armi ed equipaggiamenti a
Stato islamico e
al-Qaida. L'invio ufficiale di "aiuti non
letali", divenuti poi "armi da combattimento" può ora finire, ma il
programma "non ufficiale" della CIA e i suoi 10000 mercenari molto
probabilmente continueranno la loro guerra contro la Siria. Se non altro
perché la CIA come il Pentagono sono seriamente incazzati da come i
russi si sono infilati nel gioco: “
Nancya Youssef:
Sentito al Pentagono: "In questo momento, siamo le puttane della
prigione di Putin". Se l'amministrazione Obama davvero "lasciasse che i
russi facciano le loro cose" perché vi è la necessità per il segretario alla Difesa di Obama, Carter, di
minacciare la Russia di terrorismo: "
Questo
avrà conseguenze per la Russia stessa, che giustamente teme attentati.
Nei prossimi giorni, i russi cominceranno a soffrire perdite".
Come al solito la CIA nasconde le sue azioni nefande dietro certi "alleati" che organizzeranno il terrorismo in Russia e
aumenteranno la fornitura di armi ai loro mercenari jihadisti "moderati" in Siria: “
(Il
funzionario ben posizionato) ha detto che i gruppi riforniti non
includevano né Stato islamico (SI) o al-Nusra, entrambi organizzazioni
terroristiche bandite. Invece, ha detto che le armi sarebbero andate a
tre alleanze ribelli: Jaysh al-Fatah, esercito libero siriano (FSA) e
Fronte meridionale”. Quell'"ufficiale ben posizionato" ha fatto uno
scherzo divertente, ma il reporter della BBC probabilmente non ha
(voluto) notarlo. Come non si può rifornire al-Nusra, ma solo il
Jaysh al-Fatah, quando
al-Nusra è il componente principale dell'alleanza
Jaysh al-Fatah? Anche gli esperti sulla Siria
ora ammettono che il maggiore flusso di armo è stato ed è sempre stato diretto ai peggiori jihadisti: “
Probabilmente
il 70% delle armi statunitensi inviate in Siria è finito nelle mani di
Nusra. Idris, Hazam e divisione 30 gliele hanno date tutte”. E tale
percentuale vale solo per le armi consegnate con i programmi ufficiali.
E' difficile contare i colpi da mortaio da 120mm che il Pentagono
intende ancora inviare. Tra le armi consegnate sottobanco, circa il 100%
probabilmente è stato venduto o preso dai jihadisti. I 500 TOW che i
sauditi sostengono di inviare ora sicuramente faranno qualche danno
significativo all'esercito siriano. Ma finiranno da al-Qaida e
aiuteranno lo Stato islamico a guadagnare terreno su ciò che resta dei
mercenari "moderati". L'aumento del flusso di armi non è l'
unico modo
con cui CIA e "alleati" continueranno a mestare nel torbido: “Alcune
fonti interne alla #FSA sostengono gli Stati Uniti comunicano con loro,
informandoli degli imminenti attacchi aerei russi (non confermato)”. Se
fosse vero, e io tendo a crederlo, Pentagono e CIA continuano a dare
informazioni tattiche su movimenti e posizioni degli eserciti russo e
siriano. Mentre i sauditi hanno detto, tramite la BBC, che aumenteranno
l'invio di armi anticarro in Siria, possiamo anche aspettarci che il
Qatar getterà ulteriori MANPADS, come fece nel 2013, per abbattere
alcuni elicotteri russi. Ma a differenza dell'esercito siriano, che ha
perso degli elicotteri per gli inaspettati MANPADS del Qatar, l'esercito
russo è predisposto a tale (sopravvalutata) minaccia. Il video mostra
gli elicotteri da combattimento corazzati russi Mi-24P volare bassi e
veloci sulla Siria utilizzando una quantità abbondante di razzi di
disturbo,
eliminando i terroristi in preda al panico.
Il Centro operativo della Coalizione 4+1 a Baghdad, Damasco e Libano,
guidato da un tenente-generale russo, non solo raccoglie e valuta
l'intelligence, ma stende anche piani operativi per la grande lotta
contro lo Stato islamico e altri terroristi. Un compito che il comando
ha sicuramente è fermare il flusso di armi ai terroristi. Finora le armi
attraversano liberamente Turchia e Giordania e nulla è stato fatto per
interrompere il flusso da tali Paesi. Questo è stato sempre, a mio
avviso, un grave errore. Le spie "occidentali", i mercanti di armi e i
boss delle varie milizie jihadiste vivono tranquillamente nei loro hotel
di Gaziantep e Amman. Ciò dovrà finire e i convogli di armi dovranno
essere distrutti o sabotati prima che raggiungano Siria o Iraq. Ogni
pallottola che passa i confini potrebbe uccidere un altro soldato
siriano, iracheno o russo, un altro generale iraniano, altri civili e
innocenti. Fermando l'invio di proiettili, nel tempo, si fermeranno pure
le uccisioni. Se Giordania e Turchia non sono disposte a cessare e
desistere dal fornire armi e munizioni ai jihadisti, dovranno almeno
subire parte del male che provocano. Le loro, e dei
sauditi, risorse e volontà politica non sono infinite.Traduzione di Alessandro Lattanzio -
SitoAurora
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