martedì 27 ottobre 2015

Usa: 18.100 miliardi debito pubblico, Il 3 novembre giorno del fallimento?

Usa: 18.100 miliardi debito pubblico, Il 3 novembre giorno del fallimento?

Usa: 18.100 miliardi debito pubblico, Il 3 novembre giorno del fallimento?
WASHINGTONIl prossimo 3 Novembre il debito pubblico USA supererà la soglia di 18.100 miliardi di dollari che rappresenta il tetto fissato nel 2013 dal Congresso americano. Dunque, o innalzano il tetto o dovranno dichiarare default.

‎In realtà se non fosse per le implicazioni sulla attuale situazione europea non avrei neanche sprecato lo spazio di un post per dibattere la possibilità di un default USA: dimentichiamocelo!
Nel teatrino globale al quale siamo ormai avvezzi questo tema è di una prevedibilità imbarazzante: ovviamente aumenteranno il tetto al debito e andranno avanti.
Agitare il debito come spauracchio è come ammonire i bambini sull’arrivo dell’uomo nero…diversamente dalla popolazione, i banchieri sanno che una moneta a debito è inesauribile così come gli adulti sanno che l’uomo nero non passerà mai….
Del resto, avendo la Fed il privilegio di un debito denominato in una valuta che rappresenta il mezzo di regolamento ufficiale della maggior parte dei beni scambiati sulle piazze internazionali non vi è alcuna ragione per non espanderlo.
La cosa interessante è però un’altra: puntualmente, come accadde nel 2011 e nel 2013, i conservatori ed alcuni repubblicani americani hanno posto alcune condizioni anche perché altrimenti la scenografia ne avrebbe risentito….ed in cambio del voto per innalzare il tetto di circa 1.500 miliardi hanno chiesto tagli alla spesa pubblica con particolare riferimento alla sicurezza sociale, alla sanità ed al controllo sulla qualità dei prodotti. Le priorità, essi sostengono, devono essere il pagamento degli interessi sul debito e le spese militari (articolo pubblicato sul Financial Times del 22 Ottobre 2015).
Dicevo dell’attinenza con l’Europa. Tutto ciò ricorda qualcosa?
Forse la BCE e le agenzie di rating non hanno “suggerito” (per usare un eufemismo) ai Governi europei di aumentare l’avanzo primario e garantire il servizio del debito pubblico?
Forse non stiamo assistendo ad una stretta sulla spesa per la sanità che ci viene spiegata con l’esigenza di contenere il deficit di bilancio?
Forse il debito pubblico dei Governi europei verso la BCE e le banche annesse è meno fittizio di quello del Tesoro Usa verso la Fed?
Non credo proprio. Tutto ciò conferma solo che il debito è uno strumenti di governo.
Siamo così simili agli americani che ci sono tutte le condizioni per sottoscrivere persino il TTIP, il trattato commerciale capestro etero-diretto ad uso e consumo dei giganteschi conglomerati bancari-aziendali‎ che si muovono come corazzate atomiche in un mare popolato da barchette da diporto, dove le barchette sono i brandelli disordinati e orfani che formano le industrie nazionali europee.
Questo è il quadro esatto è tragico di ciò che sta accadendo.
Cosa fare, mi viene chiesto. Occorre uno slancio politico, ideale e strategico che non ha precedenti nella storia d’Europa, così come senza precedenti è l’assedio che stiamo subendo.
Uno slancio che non credo adatto ad alcuno dei partiti politici esistenti, a meno che non emerga un leader capace di una scelta organica e radicale di ricostruzione di basi nuove sulle quali incardinare un modo del tutto innovativo di fare impresa, di fare moneta, di fare politica, di fare cultura. Un modello nuovo, non una versione migliorativa di quello esistente.
‎Nutro molta più fiducia nell’aggregazione organizzata delle forze vitali ancora presenti sul territorio italiano ed europeo, soprattutto aziende di media e piccola dimensione, organizzate in consorzi di scambio di beni e servizi attraverso strumenti di regolamento alternativi all’attuale moneta a debito e capaci quindi di aggirare la trappola del debito.
Sono sicuro che basterebbe un piccolo successo iniziale per attrarre altre imprese e poi professionisti e famiglie e soprattutto pezzi della pubblica amministrazione. In tal modo il contro-virus si estenderebbe rapidamente alla sfera pubblica imbrigliando le reti e le strategie degli occupanti.
E’ durissima da realizzarsi ma constatata l’assenza di “condottieri” questa è l’unica strada percorribile per #tornaresovrani.
Di Alberto Micalizzi

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