lunedì 2 novembre 2015

Prima pagina IL PCL NELLA TIMIDA RIPRESA AUTUNNALE DELLE LOTTE.


Prima pagina

IL PCL NELLA TIMIDA RIPRESA AUTUNNALE DELLE LOTTE.

2 Novembre 2015
Firenze


La fine di ottobre sembra segnare un piccolo disgelo di questo rigido autunno, per quanto riguarda la ripresa della lotta di classe e dell’opposizione sociale nel nostro paese.

Nel giro di poche settimane si concentrano infatti DIVERSI SCIOPERI DI PARTICOLARI SETTORI, AZIENDE O COMPARTI. il 29 ottobre ed il 30 ottobre abbiamo visto lo sciopero generale della logistica, indetto da SICobas e ADL per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Il 1 novembre, giorno doppiamente festivo (domenica e ognissanti), è occasione di uno sciopero del commercio in difesa del diritto al riposo (La Festa non si Vende). Il 3 novembre protesteranno i dipen­denti della Erics­son, dal 5 al 28 si dispiegherà la lotta articolata in Tele­com. Il 26-27 si fer­me­ranno invece i lavo­ra­tori di Fs, Tre­ni­ta­lia, Rfi, Tre­nord ade­renti a Usb, Cat e Cub (escluso il per­so­nale della divi­sione Cargo).
Il PCL ha sostenuto e sostiene tutte queste lotte, legate a specifiche condizioni di lavoro, o al rinnovo dei loro contratti.

Ma nelle prossime settimane si sviluppano anche alcune iniziative che intendono avere un respiro più generale, volto a innescare una generalizzazione dell’opposizione sociale al governo ed al padronato del nostro paese.

VENERDÌ 13 NOVEMBRE 2015 si terrà uno SCIOPERO NAZIONALE DELLA SCUOLA, indetto da Cobas, Unicobas, CUB e USI, con l’appoggio e la partecipazione di comitati e coordinamenti locali (autoconvocati Roma, Comitato intersindacale di Milano e Toscano, ecc), come della OpposizioneCGIL nella FLC, della LIP e anche di sindacati corporativi come ANIEF. E’ un segnale positivo ed importante.
Si chiude in qualche modo il lungo sbandamento che ha attraversato la ripresa dell’anno scolastico. Una lunga fase di ambiguità e incertezza, segnata dalla frammentazione scuola per scuola delle lotte, dalla capitolazione dei sindacati moderati (CISL e SNALS) e dalla paralisi della FLC-CGIL (divisa tra settori più modernizzanti, che dirigono il comparto, e altri più movimentisti, che hanno una presenza determinante in segreteria; congelata da un conflitto permanente e poco visibile con la segreteria confederali).
Certo, non è la ripresa di una dinamica di massa, di un largo movimento di lotta contro il governo. Ma è la rottura di un empasse, che potrebbe portare anche allo sviluppo di una nuova dinamica di lotta, quanto più lo sciopero sarà partecipato e visibile. La stessa convergenza di diverse forze su questa data è significativa. Non era scontata. Non è stata facile. Non è completa, neanche nel sindacalismo di base (USB non partecipa, volendo concentrarsi sulla sua data di sigla).
Il PCL appoggia, sostiene e partecipa a questo sciopero, augurandosi che possa esser l’innesco di una ripresa dell’unico movimento di massa contro il governo di quest’anno.

VENERDÌ 20 NOVEMBRE USB ha indetto uno SCIOPERO NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO, per il rinnovo del contratto, contro la Legge di stabilità ed il governo. USB, quindi, mantiene e rilancia il profilo indipendente delle proprie mobilitazioni, quasi a disegnare una “linea di fase” (non capiamo se assunta strategicamente o per successive approssimazioni): dallo sciopero del 24 ottobre 2014 al boicottaggio pubblico dello sciopero CGIL del 12 dicembre, dal corteo milanese “noexpo” del 28 febbraio ad, appunto, questo sciopero del 20 novembre. Si rinuncia a costruire appuntamenti di lotta unitari, anche solo con gli altri soggetti del sindacalismo di base, insistendo invece sulle proprie scelte di organizzazione. E quindi contribuendo alla frammentazione e la divisione che caratterizza la maggior parte delle iniziative contro il governo Renzi.

SABATO 21 NOVEMBRE LA FIOM HA INDETTO UN CORTEO NAZIONALE A ROMA. Per il rinnovo del contratto, contro il governo Renzi, aperto a tutte le forze della sinistra e dell’opposizione sociale. Dopo il fallimento dell’iniziativa annunciata per il 17 ottobre scorso (corteo nazionale contro la miseria), per il rischio di una scarsa adesione e per tensioni nella “Coalizione sociale” sul suo profilo politico, la FIOM prova a riassumere un ruolo centrale di tessitura dell’opposizione sociale, a partire però dalla specifica vertenza sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Se questo corteo sarà confermato e se questa sarà l’impostazione, il PCL lo appoggerà e ci parteciperà.
Pur avendo definito una piattaforma contrattuale ambigua e alla ricerca della compatibilità (vedi il giudizio dell’OpposizioneCGIL, che condividiamo pienamente, http://sindacatounaltracosa.org/2015/10/27/piattaforma-fiom-dichiarazione-di-voto/), pur avendo per ora rinunciato ad aprire una fase di lotta del comparto (sciopero di categoria), la FIOM ha dato un segnale al complesso della sinistra politica e sociale del nostro paese. Ha chiamato ad una mobilitazione nazionale contro il governo Renzi. Non solo questo appuntamento si configurerà oggettivamente come la manifestazione d’autunno della sinistra di opposizione (iniziativa che avremmo voluto da tempo e che abbiamo pubblicamente chiesto a tutte le forze della sinistra sociale e politica; http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=4649), ma il profilo del corteo rimarcherà per sua natura la centralità del conflitto di classe e della questione del lavoro (in controtendenza rispetto agli sbandamenti aclassisti, movimentisti e confusivi degli ultimi anni).

SABATO 28 NOVEMBRE CGIL CISL UIL e sindacati vari del PUBBLICO IMPIEGO E DELLA SCUOLA hanno indetto un corteo nazionale a Roma, per il rinnovo del contratto e contro la legge di stabilità. E’ oggettivamente un passo indietro rispetto alla possibile dinamica della lotta. Questo corteo mette infatti al centro della mobilitazione l’unità sindacale con la CISL, e quindi con le sue incertezze e moderazioni nei confronti del governo Renzi. Di fronte alla scelta di prevedere solo 7 euro di aumento contrattuale nel 2016, di fronte all’annuncio di importanti interventi antisindacali (vicenda Colosseo e iniziative antisciopero), di fronte ad una Legge di stabilità che regala ai ricchi (IMU, TASI e tasse varie) per bastonare i poveri (tagli sanità e Regioni, aumento IVA dal 2017), la CGIL ha scelto di accordarsi al sindacalismo moderato e non indire neanche un ora di sciopero. E’ una scelta di incertezza e paura di fronte all’attacco Renziano, che conferma nel senso comune di massa l’incapacità di resistere alle offensive del governo, dopo la scandalosa scomparsa delle lotte sul Job ACT dello scorso anno. Una scelta grave, che sta già creando dissensi e mal di pancia in larghi settori di lavoratori e lavoratrici. Il PCL non sostiene questa iniziativa. Chiede al contrario lo sciopero generale immediato e la costruzione di un vero movimento generale di lotta contro il governo Renzi e le sue politiche padronali.

Come abbiamo visto, si delinea quindi una timida ripresa delle lotte, dei modesti tentativi di far rialzare la testa alla sinistra politica e sociale del nostro paese, uno sforzo a riprendere un’opposizione al governo Renzi centrata sul lavoro. Sono tentativi e percorsi ancora molto parziale, frammentato, politicamente incerti. Il PCL, in ogni caso, sarà presente in ognuno di essi: per far crescere un’opposizione di massa alle politiche autoritarie, padronali e antisindacali di Renzi, per sviluppare in questa opposizione una piattaforma classista e anticapitalista.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORi

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