venerdì 11 dicembre 2015

Al via la Leopolda, ma sinistra lancia "assedio" Renzi potrebbe rispondere; non ci saranno sul palco le bandiere del Pd




"Il centrosinistra è stato ucciso da Renzi". Nichi Vendola suona la carica. E lancia 'l'assedio' da sinistra alla Leopolda, con una serie di iniziative che - con accenti e intenti diversi - dentro e fuori il Pd proveranno a fare da controcanto al progetto renziano. Con una proposta "alternativa" che in prospettiva mira a spostare più a sinistra l'asse del Partito democratico. L'obiettivo deve essere l'unità del centrosinistra, afferma Laura Boldrini, perché "se non si sta insieme non si ferma l'avanzata della destra populista".
Sarà probabilmente Matteo Renzi, spiegano i renziani, a farsi carico di dare una risposta chiara nel corso della tre giorni della Leopolda, che si apre oggi.
Un primo messaggio, sottolineano, il premier lo ha già dato con il segnale di unità dato con lo scorso weekend di banchetti nelle piazze e poi invitando tutti i parlamentari Pd a partecipare alla Leopolda. E magari intervenire. Ma non cede il segretario-premier alla richiesta di far debuttare sul palco le bandiere del Pd, perché - spiega chi gli è vicino - non è quello lo spirito della Leopolda, che non è un'iniziativa di partito ma più un incubatore di idee e un laboratorio per la nuova classe dirigente. Da quel palco perciò la prima risposta di Renzi a chi lo pungola da sinistra, scommettono i parlamentari a lui vicini, sarà tracciare il solco dell'azione del governo per il prossimo anno, per portare avanti un progetto di cui il premier rivendicherà i risultati.
Ma alla vigilia, è tutto un ribollire. E non solo per l'annuncio di manifestazioni di protesta: gli obbligazionisti delle quattro banche salvate dal governo sfileranno domenica, in contemporanea con l'intervento conclusivo dell'evento. Ma anche perché a smarcarsi è anche un pezzo di maggioranza Pd: l'area di sinistra dei Giovani turchi, che già nelle ultimi settimane avevano manifestato segnali di insofferenza e ieri avevano sposato l'appello di tre sindaci per l'unità del centrosinistra.
"Il Pd in alcuni territori è una somma di interessi e progetti individuali", scrive Matteo Orfini, che cita Palmiro Togliatti per spiegare che i partiti svolgono ancora una funzione importante. Poi annuncia: "Sabato durante la Leopolda, sarò nella periferia di Roma, a Pietralata, col Pd". Sono 'movimenti' in vista del congresso che arriverà nel 2017, sibila qualche renziano.
Ma la sinistra Dem si muove ancora in ordine sparso. E se Enrico Rossi, che si è già candidato per sfidare Renzi per la segreteria, alla Leopolda ci sarà, la minoranza Dem - guidata da Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice - sabato sarà intanto al teatro Vittoria di Roma per una manifestazione che punterà l'accento proprio sulla necessità di rilanciare l'unità del centrosinistra, in alternativa al partito della nazione. Ci saranno Pier Luigi Bersani ma anche, a parlare di politica estera, Emma Bonino. E Giuliano Pisapia manderà un messaggio. A Napoli, quello stesso giorno, si ritroverà Sinistra italiana, dentro la quale si muovono due anime: chi vuole rompere col Pd da subito alle amministrative e chi, come l'ex dem Alfredo D'Attorre, spinge per valutare caso per caso. La presidenza di Sel commissaria la federazione di Bologna, che vorrebbe sostenere la ricandidatura di Virginio Merola.
Intanto, Laura Boldrini lancia un forte invito ad accogliere l'appello dei tre sindaci per la sinistra: "Ne condivido l'ispirazione. Il centrosinistra in molte città ha dato prova di buon governo. Bisogna fare leva su queste esperienze positive e riaprire anche sul piano nazionale il tema dell'unità del centrosinistra".
   
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