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Valentin Vasilescu, Reseau International, 4 dicembre 2015 La
Russia ha presentato immagini satellitari e da ricognitori senza pilota
riprese in Siria e che mostrano il traffico petrolifero organizzato
dallo SI in Turchia. Le immagini sono così evidenti che non richiedono
alcun commento. [1]
Il portavoce del Pentagono, colonnello Steven Warren, sembra mancare di
senso comune rifiutando l'idea che la Turchia collabori in qualsiasi
modo con lo SI e accusando la Russia. Anche se il Pentagono sa del
traffico petrolifero siriano da molti anni, non fece mai niente per
fermarlo. I generali russi sono i primi a fornire prove concrete per
punire il colpevole, ovvero la Turchia. Non solo il segnale dal
Pentagono sembra incoraggiare Turchia e SI a continuare il contrabbando
di petrolio siriano, ma rende gli Stati Uniti complicu del gangster
Erdogan, mentre guidano la presunta coalizione anti-SI. L'UE è in
procinto di estendere le sanzioni economiche imposte alla Russia il 20
marzo 2014, che adottò su proposta degli Stati Uniti (complici del
mafioso Erdogan) per il presunto coinvolgimento nella guerra civile in
Ucraina. Tale partecipazione non fu mai in alcun modo dimostrata, ma
ancora una volta si
tratta solo della volontà degli Stati Uniti. Sebbene
droni da ricognizione e satelliti-spia dell'esercito statunitense,
potenti quanto quelli russi, coprano il territorio dell'Ucraina, gli
Stati Uniti non poterono mai fornire alcuna prova delle loro pretese, a
differenza della Russia che dimostra tutte le dichiarazioni sul
contrabbando tra Turchia e SI. L'unica prova fornita dagli Stati Uniti
dai loro satelliti da ricognizione erano immagini di unità militari
russe a 75 km dal confine con l'Ucraina. La stampa occidentale fece
un'enorme propaganda con foto di colonne di carri armati, suggerendo la
massiccia invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Queste foto,
presumibilmente riprese in Ucraina, furono consegnate alla stampa dal
Comitato delle Forze Armate del Congresso degli Stati Uniti che le
avrebbero ricevute dagli omologhi ucraini. Ma si scoprì che le foto
risalivano al 2008 e furono prese in Ossezia del Sud da fotografi di Associated Press e Agence France Presse.
La situazione è questa: la Russia, che guida la lotta concreta al
terrorismo in Siria, ha subito perdite nell'attentato terroristico
contro l'Airbus 321 con 224 persone a bordo sulla penisola del Sinai, e
nell'attacco al cacciabombardiere Su-24 da parte dell'aviazione turca
sul territorio siriano. È la Russia che fornisce la prova dei
finanziamenti allo SI con il contrabbando di petrolio in Turchia, membro
della NATO e della coalizione anti-SI guidata dagli Stati Uniti e
aspirante membro dell'UE. Tuttavia, l'UE ha una diversa unità di misura
per la Russia, rispetto a quella per la Turchia che finanzia il
terrorismo. Inoltre, Erdogan amico dei terroristi, ha ricevuto anche un
assegno dall'Unione europea da 3 miliardi di dollari, presumibilmente
per fermare il flusso di rifugiati verso l'Europa. Finanziando un
finanziatore del terrorismo, l'UE schiaffeggia le famiglie delle vittime
del 13 novembre a Parigi. Non c'è da stupirsi che alcun capo di Stato
dell'Unione Europea abbia commentato le prove presentate dalla Russia,
facendo tutti finta di non vedere o sentire nulla. Coincidenza o no, il
22 aprile 2013 quando lo SI iniziò la conquista di territori petroliferi
della Siria orientale e centrale, su richiesta degli Stati Uniti l'UE
revocò l'embargo alle importazioni di petrolio dagli islamisti che
combattono in Siria. Così l'Unione europea è complice di Erdogan, amico
dei terroristi, come in passato lo fu dei trafficanti di armi. [2] [1]. Il contrabbando di petrolio in Turchia dello SI provato dall'esercito russo
[2]. I trafficanti di armi guidano il Parlamento europeo?
La Russia presenta le prove sul traffico petrolifero dello Stato islamico con la Turchia
Valentin Vasilescu, Rete Voltaire, Bucarest (Romania), 3 dicembre 2015
In
risposta alle provocazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan,
che ha detto che non è opportuno accusare alla leggera, il governo russo
ha organizzato una conferenza stampa del Viceministro della Difesa,
presentando le prove di ciò che denunciamo dalle nostre pagine da oltre
un anno: la Turchia, come Stato, è responsabile dell'esportazione del
petrolio rubato dallo SIIL in Iraq e Siria, creando da uno a due
miliardi di dollari di fatturato annuo per l'organizzazione
terroristica. Tale traffico viola le pertinenti risoluzioni del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.Una
conferenza stampa si è tenuta presso il Ministero della Difesa della
Federazione Russa il 2 dicembre 2015, alla presenza del Viceministro
della Difesa Anatolij Antonov, del Capo delle Operazioni
Tenente-Generale Sergej Rudskoj e del Capo della Direzione Operativa
dello Stato Maggiore Generale Tenente-Generale Mikhail Mizintsev.
Secondo i responsabili dell'Esercito russo, la fonte principale del
finanziamento dei terroristi dello SIIL è il contrabbando di prodotti
petroliferi. L'unico beneficiario di tale contrabbando è la Turchia [1].
Secondo i generali russi, la leadership politica del Paese, attraverso
la famiglia del presidente Recep Tayyip Erdogan, sarebbe coinvolta nel
contrabbando dello SIIL [2]. Ogni giorno, più di 8500 autocisterne sono
interessate dal traffico di petrolio dello SIIL trasportando su lunghe
colonne oltre 200000 tonnellate di petrolio in Turchia. I generali russi
hanno presentato una mappa con tre rotte principali del contrabbando di
petrolio dello SIIL da Siria e Iraq alla Turchia. La prima rotta, dai
campi petroliferi di Raqqa (nord-est della Siria), passa dalla Siria
occidentale (dove è stato abbattuto il Su-24 russo), dove il 25 novembre
2015 i satelliti hanno ripreso 395 autocisterne in attesa di scaricare
petrolio siriano nel porto di Dortyol, e altre 60 nel porto di
Iskenderun. Le stime dei generali russi mostrano che ogni 24 ore
un'autocisterna contrabbanda petrolio nei porti turchi. La seconda
rotta parte dai campi petroliferi presso la città di Dair al-Zur, nella
Siria orientale, e punta a nord, sulle rive dell'Eufrate, raggiungendo
la raffineria turca di Batman. Un'immagine satellitare del'18 ottobre
2015 riprende 1722 autocisterne presso Dair al-Zur in attesa di
caricare petrolio. La
terza rotta parte dal nord dell'Iraq, passa il confine con la Turchia
nel valico di Zakho e raggiunge la stazione di pompaggio turca di Cizre.
Un'immagine satellitare del 14 novembre 2015 mostra la presenza di 3220
autocisterne che passano il confine con la Turchia dal valico di
Silopi.
I
generali russi hanno presentato due immagini satellitari sul tratto di
strada dalla città siriana di Azaz al valico sul confine turco-siriano.
La prima è del 13 novembre 2015 e mostra una colonna di 240 autocisterne
sul lato turco del confine, e 80 autocisterne sul lato siriano. La
seconda immagine satellitare è del 16 novembre 2015 e riprende una
colonna di circa 360 autocisterne sullo stesso confine turco-siriano. Nonostante
i combattimenti nel nord della provincia di Aleppo, il traffico in
entrambe le direzioni (andata e ritorno) delle autocisterne tra Siria e
Turchia continua senza interruzione. Si può osservare che non vi è alcun
controllo delle guardie di frontiera turche su queste autocisterne
dello SIIL provenienti dalla Siria. Nonostante i bombardamenti della
coalizione guidata dagli Stati Uniti, lo scorso anno i ricavi
dell'organizzazione terroristica furono di circa 3 milioni di dollari al
giorno. In due mesi, gli aerei da guerra russi hanno effettuato
attacchi su 32 impianti petroliferi, 11 raffinerie, 23 stazioni di
pompaggio e 1080 autocisterne che trasportavano prodotti petroliferi. Il
risultato è che lo SIIL vede diminuire il reddito a 1,5 milioni di
dollari al giorno. Tuttavia, le organizzazioni terroristiche che operano
in Siria ricevono ancora grandi somme di denaro, armi e munizioni
dall'estero. Turchia e altri Stati essenzialmente sostengono i
terroristi dello SIIL. Forse una parte dei proventi del petrolio
consegnato alla Turchia, nell'ultima settimana, è servita ad inviare
2000 soldati, 120 tonnellate di munizioni e 250 veicoli allo SIIL e a Jabhat al-Nusra.
Tali consegne in Turchia erano regolari nei 3-4 anni passati e non vi
era alcuna indicazione che la Turchia le avrebbe fermate.
[1] " Dietro l'alibi dell'antiterrorismo, la guerra del gas nel Levante", Thierry Meyssan,
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