martedì 15 dicembre 2015

LE PERVERSE LOGICHE DEL TUTTO E SUBITO.....Gianni Tirelli


 
Tutto oggi è stato stressato, contraffatto, compresso, pompato e umiliato. E questo non riguarda solo la sfera della nostra esistenza ma tutto ciò con cui quotidianamente interagiamo e ci rapportiamo – sia che si tratti di lavoro, comunicazione, affetti e alimentazione.
Ogni cosa è stata piegata alla logica del “tutto e subito” per soddisfare una perversa domanda globale di beni e bisogni effimeri nella maggiore parte dei casi, trasfigurati in vere e proprie patologie, dipendenze e pulsioni nevrotiche.
Per tenere testa a una tale richiesta di massa, il Sistema Bestia è stato in grado di coartare fino a cancellare quel processo temporale di formazione, maturazione, evoluzione delle cose, ritenendolo una imperdonabile perdita di tempo e quindi di profitto.
Per tanto, tutti i danni prodotti alla qualità della nostra vita e all’ambiente nel suo complesso, sono il risultato ultimo della meccanizzazione e tecnicizzazione che sull’appagamento in Tempo Reale della spropositata domanda di consumi in atto, attua il suo piano di distruzione.
Tumori, e infinite altre vergognose malattie e patologie, disturbi neurologici, infarti, sclerosi, diabete, allergie e tanto altro, non sono che la logica conseguenza di un’alimentazione alterata nei suoi processi vitali ed evolutivi, risultato ultimo di un’alterazione dello stato di coscienza, indotta da una massiccia opera di propaganda che si prefigge di snaturare ogni regola e principio biologico, in nome del risultato Immediato e dell’interesse particolare.
Verdure, ortaggi e frutta fuori stagione che persistiamo a consumare durante l’anno come le voglie irreprimibili di una donna in cinta, appartengono a quella categoria di beni ai quali è stato sottratto il loro naturale tempo di crescita, sovvertendone ogni regola e alterando le loro funzionalità con l’aggiunta di principi chimici e interventi di manipolazione genetica.
Di fatto, questi prodotti conservano solo l’aspetto, la forma dei loro fratelli originali, ma di tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali non vi è traccia alcuna.
L’estinzione di migliaia di specie animali e vegetali nel mondo, non è soltanto relativa all’inquinamento del territorio, dell’aria e delle acque, ma è funzionale alla facilità e alla velocità di applicazione di tutte quelle macchine tecno/infernali messe sul mercato, che alla fatica fisica hanno sostituito l’azione necro/meccanica.
Quale civiltà nella storia del mondo sarebbe mai stata in grado di mettere in atto quel piano di deforestazione di cui si sono macchiate le nostre moderne società?
Motoseghe infernali di ultima generazione che sono in grado di abbattere alberi secolari in pochi secondi, come fossero fuscelli. Questa abissale sproporzione, si pone a paradigma di quella devianza e depravazione morale, etica e spirituale messa in atto dell’uomo iper/tecnologico di quest’epoca insensata.
Oceani, mari, fiumi e laghi, sono ridotti a latrine a cielo aperto, mentre una flotta di migliaia pescherecci armati fino ai denti, rastrella i fondali marini sterminando ogni specie acquatica, animale e vegetale. Baleniere come corazzate in assetto di guerra fanno strage di cetacei per saziare la sete di sangue di individui asserviti alla volontà del maligno.
Cacciatori per sport a bordo dei loro gipponi cromati, bardati di tutto punto, anfibi, tuta mimetica, fucile automatico, cartucciera “Rambo” (che sembra stiano per avere uno scontro a fuoco con dei terroristi), scaricano la loro frustrazione sulle ultime specie viventi del pianeta, causandone l’inesorabile estinzione. Vorrei vederli armati di arco e di frecce e con cinque figli a casa da sfamare - morirebbero di fame nel giro di qualche settimana.
Il valore della vita dunque, non consiste nel raggiungimento di una meta, ma nel percorso motivato (il durante) che ci spinge a dare un senso ad ogni giorno della nostra permanenza su questa terra.
È attraverso il cammino e in virtù di tutte di tutte le esperienze buone o cattive che nel corso del viaggio incontriamo (ostacoli, emozioni, momenti di gioia e di pace, di angoscia e dolore), che modelliamo la nostra personalità e il carattere, e acquisiamo consapevolezza e discernimento affinando la capacità di decisione. In questo modo, e solo così, siamo in grado di conoscere e sublimare noi stessi per comprendere i veri bisogni del nostro essere.
Pertanto la meta non è che un’utopia, un grossolano errore di valutazione, un falso culturale che ci allontana dal nocciolo della questione, dalla verità.
Noi siamo la strada, mentre la meta non è che un miraggio.

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