Dezzani: sui francesi veglia la Dgse, e i risultati si vedono
19/11 •
Per scovare i mandanti della carneficina del “venerdì 13” non serve
allontanarsi da Parigi, probabilmente basterebbe visitare il quartier
generale della Dgse, la Cia francese. Lo sostiene Federico Dezzani,
analizzando le falle, troppo clamorose, della sicurezza: tre kamikaze
che si fanno saltare in aria allo stadio, uccidendo solo se stessi, per
dar modo ai colleghi di scorrazzare in pieno centro su una Seat Leon
nera, per quasi mezz’ora, sparando nel mucchio. Tutti gli indizi,
afferma Dezzani, conducono ai vertici dei servizi segreti francesi,
rinnovati sotto Nicolas Sarkozy e confermati sotto la presidenza di
François Hollande: «Con il subentrare allo spionaggio transalpino di
personaggi vicini agli angloamericani è avviata nel 2012 la strategia
della tensione. Dopo una pausa coincidente con i primi due anni della
presidenza di Hollande, il terrorismo islamico riesplode in concomitanza
alla caduta verticale del capo dello Stato nei sondaggi». Sarebbe
questo, sostiene l’analista, il vero ruolo della “Direction générale de
la sécurité extérieure”: organizzare l’accurata copertura necessaria a
rendere efficace l’azione dei commando, nient’altro che manovalanza
reclutata e addestrata.Articoli Recenti
Magaldi: dietro al terrore, menti massoniche e 007 traditori
18/11 • idee •
«Le
menti e le mani che hanno prima pianificato ed effettuato gli attentati
a “Charlie Hebdo” e poi le terribili stragi di venerdì 13 novembre 2015
sono le stesse, identiche. E sono menti e mani che amano
particolarmente le simbologie della tradizione esoterica e massonica
occidentale… in modo impressionante», afferma Gioele Magaldi, segnalando
una sinistra coincidenza storica: «Non ho ancora sentito nessuno, a
livello di mainstream mediatico, ricordare che il venerdì 13 ottobre del
1307, proprio in Francia, il re Filippo il Bello ordinò l’arresto dei
Templari. Da allora, quella data ha assunto una rilevanza fondamentale
in determinati ambienti appunto esoterici e massonici, e persino nella
produzione letteraria e filmografica». Autore del bestseller “Massoni.
Società a responsabilità illimitata”, Magaldi ha denunciato già nel 2014
i piani criminali della superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush
reclutando anche leader come Blair, Sarkozy ed Erdogan per una sorta di
strategia della tensione (mondiale) inaugurata l’11 Settembre con
l’attacco alle Torri, che diede il via alla “guerra infinita”.
«I
tragici fatti di Parigi, sia del 7 gennaio che dello scorso 13 novembre
2015, sono anzitutto opera di coloro che hanno creato a tavolino prima
Al Qaeda e poi l’Isis», insiste Magaldi, intervistato da Lorenzo
Lamperti per “Affari Italiani”. «Chi ha voluto realizzare la strage di
Parigi, facendola compiere proprio un venerdì 13, ha mandato un segnale
preciso di natura infra-massonica». Magaldi, già “gran maestro” della
loggia Monte Sion e poi leader del Grande Oriente Democratico, si
riserva di spiegare in seguito di che “segnale infra-massonico” si
tratti e perché, «al lume delle notizie riservate che mi sono
pervenute», dice, «sia stato scelto egualmente l’autunno per questo
attentato, ma non il mese di ottobre, bensì quello di novembre». Magaldi
afferma di annoverare «diversi amici fraterni onesti e scrupolosi, tra i
quadri e i dirigenti dei servizi d’intelligence (di diverse nazioni)
operanti in Francia e in particolare a Parigi». Gli hanno “suggerito”
che «senza una falla grossa come una casa nell’operato degli stessi
servizi segreti occidentali e francesi (qualche agente infedele che,
evidentemente, ha “collaborato” con i terroristi, tradendo con infamia i
propri doveri e la propria dignità di uomo e di servitore dello Stato),
quello che è accaduto venerdì 13 novembre non sarebbe mai potuto
accadere».
Troppo
facile, il “lavoro” dei killer: «Ma stiamo scherzando? Terroristi che
arrivano indisturbati a pochi passi da dove si muove il presidente della
Repubblica e che vanno a fare il più atroce attentato in un locale che
avrebbe dovuto essere scientificamente guardato a vista da servizi
d’intelligence e sicurezza, in quanto già attenzionato in precedenza per
possibili atti di terrorismo e violenza? Senza la connivenza di
apparati deviati dell’intelligence militare e civile, tutto ciò non
sarebbe stato assolutamente possibile». Puntuali, i riflessi politici
dopo la strage: il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo,
Franco Roberti, ha detto che “dobbiamo esser pronti a cedere una parte
delle nostre libertà” di comunicazione. Un Patriot Act all’italiana? «Se
Franco Roberti si è espresso cosi, il Movimento Roosevelt, entità politica
metapartitica da me presieduta, chiederà ufficialmente le sue
dimissioni», avverte Magaldi. Dimissioni «per manifesta incompatibilità
ideologica con i principi e i fondamenti di quelle istituzioni
democratiche e liberali che egli, con le strutture da lui guidate,
dovrebbe difendere dalle minacce del terrorismo e della malavita
organizzata».
Magaldi
ricorda che il massone progressista Benjamin Franklin, uno dei massimi
padri della nascita della prima Repubblica costituzionale e democratica
al mondo, gli Stati Uniti d’America, soleva affermare: «Chi è pronto a
dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di
temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza». E dire
che la soluzione, quella vera, sarebbe a portata di mano: «Se solo si
volesse (ma non si vuole, perché lo show del terrorismo hollywoodiano a
cura dell’Isis fa comodo a molti), si dovrebbe procedere con un’azione
militare poderosa, per via aerea ma soprattutto via terra, concertata
tra tutte le maggiori potenze almeno nominalmente democratiche,
preferibilmente sotto l’egida dell’Onu». Un’azione risoluta, «per
spazzare via il cosiddetto Califfato dell’Isis dalla faccia della
terra». Se solo si volesse, aggiunge Magaldi, in poco tempo i miliziani
dell’Isis sarebbero travolti. «Solo che, per essere credibile,
legittimato, giustificabile e ben accetto, al presente come per il
futuro, un tale intervento militare, una volta conseguita la vittoria,
dovrebbe essere seguito rapidamente e seriamente dalla costruzione di
infrastrutture materiali e immateriali, culturali, istituzionali ed
economiche».
Se
si vuole la pacificazione occorre un colossale investimento, quindi,
per «trasformare quei territori martoriati medio-orientali (ora dominati
dal Califfato) in società libere, democratiche, laiche, con un grande
dispendio di risorse per aiutare la popolazione locale». Attenzione:
«Non si tratta di fingere di “esportare la democrazia”,
come volevano far credere all’opinione pubblica mondiale i farabutti
massoni contro-iniziati che, tramite la superloggia sovranazionale
Hathor-Pentalpha (si legga il primo volume della serie di “Massoni”, per
capire di che si tratti), andarono a mettere a ferro e fuoco l’Iraq nei
primi anni ‘2000 e altri territori in tempi successivi». Per Magaldi si
tratta di costruirla davvero una vita democratica, libera, laica,
pluralista e pacifica in quello che ora è l’habitat totalitario,
integralista e ierocratico dell’Isis, ma anche nel resto del Medio
Oriente. «E per farlo, occorre che i governi delle maggiori potenze
democratiche mondiali collaborino con gli ambienti islamici più laici e
moderati dell’area nord-africana e medio-orientale».
C’è il rischio che ora, in Europa,
prendano sempre più forza i populismi e gli estremismi, come Le Pen in
Francia o Salvini in Italia? Falso allarme: «E’ uno spauracchio, questo
della possibile avanzata dei movimenti populistici ed estremistici,
agitato strumentalmente da coloro che poi, per far fronte a questa
eventuale avanzata, propongono governi consociativi che, per loro
natura, annullano la normale dialettica democratica tra forze politiche
alternative». Governi consociativi come quello di Mario Monti, che poi
favoriscono l’approvazione, quasi sempre con scarso dibattito
politico-mediatico, di misure legislative contrarie all’interesse del
popolo sovrano ma assai utili ad interessi privati sovranazionali e
apolidi: «Si ricordi l’approvazione totalitaria e silenziata del funesto
Fiscal Compact, ad opera del governo Monti, in Italia, e altri
provvedimenti simili presi in tutta Europa».
Magaldi non tifa certo per i populismi e gli estremismi, tanto più se
di natura neo-nazionalistica, ma osserva che «i gruppi dirigenti di
questi movimenti, solitamente, quando vanno al governo, si dimostrano
del tutto docili e subalterni a quegli stessi poteri apolidi che di
consueto si servono di maggioranze consociative e formalmente
“moderate”».
Magaldi
punta il dito contro la regia occulta una certa massoneria
internazionale, ma coi dovuti distinguo: «Non bisogna confondere il
carattere cinico e apolide delle élites massoniche neoaristocratiche e
reazionarie, cui mi sto riferendo, e che in alcuni loro segmenti sono
responsabili dell’atroce strage di Parigi del 13 novembre scorso, dal
positivo cosmopolitismo dei gruppi massonici progressisti, per i quali
la patria non è la propria nazione, ma ogni luogo dove occorra
combattere per la democrazia, la libertà e i valori racchiusi nella Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani approvata all’Onu il 10 dicembre 1948, grazie al “matrocinio”
della libera muratrice Eleanor Roosevelt». Proprio nel nome dei
Roosevelt, Eleanor e il marito Franklin Delano, promotore del New Deal
che resuscitò l’America dalla Grande Depressione sulla base delle
ricette macro-economiche di un altro massone, il grande economista John
Maynard Keynes, ha dato vita al suo movimento italiano. Missione:
democratizzare la politica,
sfidando l’egemonia culturale dell’élite che terremota gli Stati con
“armi di distruzione di massa” come l’austerity, basata sul taglio
dell’investimento pubblico per dare mano libera all’oligarchia
finanziaria. Dietro all’economia
c’è un vertice politico occulto, insiste Magaldi, dominato da elementi
massonici di stampo neo-feudale. E’ un disegno preciso, che avanza tra
macerie e vittime. E va fermato nel solo modo possibile: con la democrazia.
«Le menti e le mani che hanno prima pianificato ed effettuato gli
attentati a “Charlie Hebdo” e poi le terribili stragi di venerdì 13
novembre 2015 sono le stesse, identiche. E sono menti e mani che amano
particolarmente le simbologie della tradizione esoterica e massonica
occidentale… in modo impressionante», afferma Gioele Magaldi, segnalando
una sinistra coincidenza storica: «Non ho ancora sentito nessuno, a
livello di mainstream mediatico, ricordare che il venerdì 13 ottobre del
1307, proprio in Francia, il re Filippo il Bello ordinò l’arresto dei
Templari. Da allora, quella data ha assunto una rilevanza fondamentale
in determinati ambienti appunto esoterici e massonici, e persino nella
produzione letteraria e filmografica». Autore del bestseller “Massoni.
Società a responsabilità illimitata”, Magaldi ha denunciato già nel 2014
i piani criminali della superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush
reclutando anche leader come Blair, Sarkozy ed Erdogan per una sorta di
strategia della tensione (mondiale) inaugurata l’11 Settembre con
l’attacco alle Torri, che diede il via alla “guerra infinita”.Prima dell’acqua potabile, Messina avrà il plastico del Ponte
18/11 • idee •
Berlusconi
ci aveva provato con la Protezione Civile di Bertolaso, il suo ras
delle Grandi Opere e dei Grandi Eventi per il business del ventunesimo
secolo: un Italia da trasformare interamente in un lucroso enorme luna
park per turisti. Varie ed eventuali implicazioni criminali di quel
tentativo a parte, dal punto di vista politico-economico anche Matteo
Renzi sembra pensare ad un progetto del genere, almeno fin da quando ha
sostituito Lupi alle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) con il suo
fedelissimo Delrio. Non sorprende quindi che abbia appena conferito alla
Protezione Civile poteri straordinari, dopo aver affondato Marino
consegnando il Giubileo al renziano Team Expo, del quale ogni giorno i media
embedded tessono le lodi con toni agiografici. Anche il Vaticano sembra
partecipare attivamente al programma. Millenario fiuto per gli affari. E
l’odore dei soldi inasprisce la guerra fra bande. Oltretevere come nel
Pd. Per il riutilizzo dell’area Expo sono già in arrivo almeno duecento
milioni di euro.
Non
ci sarebbe stato bisogno in realtà di nessun Vatileaks per sapere che
la Chiesa Cattolica è una delle multinazionali più avide e corrotte del
pianeta. E la gestione delle attrazioni e dei flussi turistici è sempre
stata una delle sue specialità. Renzi è un animatore turistico, e fare
dell’Italia il suo villaggio probabilmente è proprio il compito che gli è
stato assegnato. Perché il progetto in realtà non è soltanto
berlusconiano. Questa è anche l’idea che le classi dirigenti d’Europa
e del resto del mondo hanno dell’Italia: un resort di loro proprietà
dove venire ad ammirare panorami, monumenti, e culi, al dolce canto dei
tenorini di Sanremo.
Quindi
il premier che gli serve in Italia è un curatore, un commissario, come
Monti, ma con un’immagine mediatica più accattivante. Un commissario
cazzaro. E gli serve una Costituzione truccata come una Volkswagen
apposta per mantenere il Commizzaro al suo posto il più possibile.
Secondo
gli ultimi sondaggi, in un eventuale ballottaggio il Movimento 5 Stelle
batterebbe il Pd. L’Italicum sarà quindi modificato in modo che assegni
la maggioranza assoluta dei seggi al perdente. Poi il Team Expo
sostituirà Camera e Senato con due padiglioni. Alla maggioranza del
resto degli italiani resteranno i ruoli di cameriere stagionale,
sguattero precario, guida turistica abusiva. Pizzaiolo. Cubista. Sfondo
da selfie. Agli intellettuali, quello di posteggiatori. Meno i turisti
capiranno l’italiano, più apprezzeranno i loro stornelli. Messina avrà
il plastico del ponte prima dell’acqua potabile. Mentre il Commizzaro
s’impegnerà a dimostrare ai Casamonica d’essere un giostraio più abile
di loro.
(Alessandra Daniele, “Il Comizzaro”, da “Carmilla online” dell’8 novembre 2015).
Berlusconi ci aveva provato con la Protezione Civile di Bertolaso, il
suo ras delle Grandi Opere e dei Grandi Eventi per il business del
ventunesimo secolo: un Italia da trasformare interamente in un lucroso
enorme luna park per turisti. Varie ed eventuali implicazioni criminali
di quel tentativo a parte, dal punto di vista politico-economico anche
Matteo Renzi sembra pensare ad un progetto del genere, almeno fin da
quando ha sostituito Lupi alle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) con
il suo fedelissimo Delrio. Non sorprende quindi che abbia appena
conferito alla Protezione Civile poteri straordinari, dopo aver
affondato Marino consegnando il Giubileo al renziano Team Expo, del
quale ogni giorno i media
embedded tessono le lodi con toni agiografici. Anche il Vaticano sembra
partecipare attivamente al programma. Millenario fiuto per gli affari. E
l’odore dei soldi inasprisce la guerra fra bande. Oltretevere come nel
Pd. Per il riutilizzo dell’area Expo sono già in arrivo almeno duecento
milioni di euro.
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