AI COMPAGNI PROLETARI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Cari compagni,
stiamo seguendo con molta attenzione
le vicende che interessano il vostro partito, che è entrato nella fase conclusiva
della sua parabola.
La direttrice di marcia indicata
dalla vostra segreteria è ormai chiara: dietro lo slogan del “rilancio” procede
lo scioglimento del PRC all’interno del contenitore socialdemocratico e
laburista formato dai dirigenti di SEL, da alcuni ex deputati del PD e del M5S,
da burocrati sindacali e associazionisti, il cui traguardo
politico-elettoralista è un nuovo centrosinistra borghese.
L'obbiettivo
finale è indicato a chiare lettere, con assoluta precisione e senza possibilità
di equivoci, nel Documento politico approvato dal vostro CPN del 7/8 novembre
2015: "Costruire un soggetto
unitario e plurale della sinistra antiliberista, chiaramente alternativo al PD,
collocato in Europa nell'ambito del GUE e della Sinistra Europea".
Nulla di comune,
dunque, con il comunismo e la sua ideologia proletaria, il marxismo-leninismo;
nulla di comune con l'esperienza storica del comunismo e con la realtà attuale
dei partiti comunisti rivoluzionari esistenti oggi nel mondo.
L’epilogo annunciato del PRC è solo
l’ultimo capitolo della deriva socialdemocratica portata avanti in modo
esplicito dal rinnegato Bertinotti e proseguita una tappa dopo l’altra da
Ferrero e dal gruppo che ha diretto il vostro partito negli ultimi anni.
Compagni, vi invitiamo a compiere
un bilancio approfondito di questa fallimentare esperienza. Essa è iniziata sotto
le bandiere dell’”eurocomunismo”, dunque con il ripudio – sotto la pretesa
della rifondazione - della teoria e della prassi marxista-leninista.
L’offensiva ideologica è continuata
attraverso i ripetuti e vergognosi attacchi alla figura ed all’opera di Stalin,
poi estesi anche a Lenin ed a Marx.
E’ andata avanti attraverso le
strumentali polemiche sulla questione della violenza rivoluzionaria, giungendo
alla rilettura revisionista della Resistenza, alle ambiguità nei confronti del
necessario sostegno alla lotta di liberazione dei popoli, fino al
misconoscimento della centralità della classe operaia travestito da un
“movimentiamo” di facciata.
E’ infine
approdata alla logica conclusione che era inscritta nelle sue premesse: una
completa integrazione con la socialdemocrazia, vero e proprio puntello sociale del
capitale e della borghesia.
Sul piano politico, abbiamo
assistito alla confluenza del PRC nel cosiddetto Partito della Sinistra Europea,
campione delle euro-illusioni e dell’anticomunismo più volgare. In nome della
politica della concertazione e del collaborazionismo con le peggiori politiche
liberiste si sono cercati a livello locale e nazionale accordi vergognosi con
il PD.
Le disastrose esperienze elettoraliste della
Sinistra Arcobaleno, di Rivoluzione Civile, dell’Altra Europa con Tsipras
dimostrano a quale livello di operazioni trasformiste piccolo borghesi, di
confusionismo ideologico e politico, si è spinta la direzione del vostro partito
per cercare di sopravvivere e conquistare qualche poltrona utile ai giochi parlamentari.
Tutto ciò non ha avuto e non ha nulla in
comune con la prospettiva di una rivoluzione proletaria e di una trasformazione
socialista della società italiana, che, oggi come nel passato, è l'obiettivo
dei comunisti. Anzi, oggi in modo ancor più urgente che nel passato.
Proseguiamo. In
questi anni le iscrizioni al PRC sono state
costantemente in calo. I militanti più coerenti sono stati messi alla porta,
infrangendo le stesse norme statutarie. Ogni serio dibattito sulla
degenerazione del partito e sulle continue svolte di linea politica è stato impedito
con il metodo intollerabile del “fatto compiuto”. Le compagne ed i compagni
iscritti non hanno più avuto alcuna possibilità di svolgere un’attività
ispirata al riconoscimento della giustezza della rivoluzione e del socialismo,
data la “piega democraticista” e il pacifismo piccolo-borghese nel quale
vengono sistematicamente incanalate le rivendicazioni di classe.
La
crisi politica ed organizzativa che da tempo ha attanagliato il vostro Partito
è fin troppo evidente e ora sta precipitando, conseguenza inevitabile della politica di
conciliazione e collaborazione fra gli interessi del proletariato e gli
interessi della borghesia.
Siamo
convinti che, a questo punto, l’opposizione interna, in particolare quella dei
militanti proletari, debba fare un salto di qualità e assumersi coraggiosamente
le proprie responsabilità.
La
tattica delle manovre interne è finita. E’ ora che prevalga un altro
atteggiamento: quello dei sinceri comunisti che - consapevoli
dell’irreversibile degenerazione opportunista - si pongono l’obiettivo della
rottura completa e assoluta col riformismo e del dialogo costruttivo con le
esperienze di quei comunisti che da anni lavorano per contribuire alla ricostruzione
in Italia di un forte Partito comunista ed alla lotta per una società
socialista.
Noi siamo
fermamente convinti che i comunisti e i proletari rivoluzionari che militano
nel PRC debbano compiere, in vista della consultazione interna e dell’assemblea
di gennaio 2016 - che servono solo a legittimare una scelta già compiuta dalla
segreteria - uno sforzo coraggioso per liberarsi dalle posizioni erronee e
separarsi definitivamente dal revisionismo, dall’opportunismo e dalla
socialdemocrazia, svolgendo una propaganda per questa netta separazione fra
tutti gli iscritti e i simpatizzanti del PRC.
Quale unità
strategica può esservi, infatti, con i socialdemocratici, con i laburisti, con
i riformisti, con i disorganizzatori del movimento operaio e comunista, con i
rinnegati del socialismo? Nessuna!
Senza lottare
apertamente contro costoro, senza smarcarsi nettamente da costoro, senza
scindersi da costoro non si può nemmeno parlare di una politica comunista
coerente ed indipendente, di un lavoro sincero e proficuo in modo da permettere
alla classe operaia di vedere bene e fino in fondo la differenza tra i
rivoluzionario autentici e gli opportunisti.
La classe
operaia ha bisogno dell’unità dei sinceri comunisti, non dell’unità tra i
marxisti e i travisatori del marxismo e del leninismo, cioè i neo-revisionisti
e gli opportunisti di tutte le risme.
Questo,
secondo noi, richiede la drammatica situazione attuale, caratterizzata dall’aggravarsi
della crisi e dell’offensiva capitalista, dalla reazione politica e dalle
minacce di guerra imperialista.
Tutti i
compagni che sostengono la completa indipendenza dalla borghesia e l’indispensabile
scissione con la socialdemocrazia, il riformismo, il revisionismo, che
propugnano l'egemonia della classe operaia nel processo rivoluzionario, che
riconoscono la necessità dell'abbattimento rivoluzionario del dominio della
borghesia e dell’instaurazione della dittatura del proletariato per costruire
il socialismo e il comunismo, debbono sentire il dovere di staccarsi immediatamente
dall’agonizzante PRC, di collegarsi ed avviare subito un lavoro in comune con i
comunisti (marxisti-leninisti) per avvicinare la fondazione di un autentico
Partito comunista quale reparto di avanguardia organizzato e cosciente del
proletariato, indissolubilmente legato al Movimento comunista internazionale.
Stringiamo dunque i legami, cooperiamo,
avviamo un percorso comune, che ci rafforzi a vicenda. Realizziamo l’unità dei comunisti nella classe operaia e nelle masse
popolari, dando vita a iniziative e interventi unitari all’interno delle lotte
politiche, sindacali e sociali, nelle ricorrenze del movimento comunista ed
operaio, sulla base di analisi e proposte condivise.
Compagni, lottiamo, uniamoci,
organizziamoci insieme per avanzare verso la costruzione di un vero Partito
comunista basato sul marxismo-leninismo e l’internazionalismo proletario!
Novembre 2015
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