sabato 28 novembre 2015

piattaforma_co. AI COMPAGNI PROLETARI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

          AI COMPAGNI PROLETARI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
 
Cari compagni,
stiamo seguendo con molta attenzione le vicende che interessano il vostro partito, che è entrato nella fase conclusiva della sua parabola.
La direttrice di marcia indicata dalla vostra segreteria è ormai chiara: dietro lo slogan del “rilancio” procede lo scioglimento del PRC all’interno del contenitore socialdemocratico e laburista formato dai dirigenti di SEL, da alcuni ex deputati del PD e del M5S, da burocrati sindacali e associazionisti, il cui traguardo politico-elettoralista è un nuovo centrosinistra borghese.
L'obbiettivo finale è indicato a chiare lettere, con assoluta precisione e senza possibilità di equivoci, nel Documento politico approvato dal vostro CPN del 7/8 novembre 2015: "Costruire un soggetto unitario e plurale della sinistra antiliberista, chiaramente alternativo al PD, collocato in Europa nell'ambito del GUE e della Sinistra Europea".
Nulla di comune, dunque, con il comunismo e la sua ideologia proletaria, il marxismo-leninismo; nulla di comune con l'esperienza storica del comunismo e con la realtà attuale dei partiti comunisti rivoluzionari esistenti oggi nel mondo.
L’epilogo annunciato del PRC è solo l’ultimo capitolo della deriva socialdemocratica portata avanti in modo esplicito dal rinnegato Bertinotti e proseguita una tappa dopo l’altra da Ferrero e dal gruppo che ha diretto il vostro partito negli ultimi anni.
 
Compagni, vi invitiamo a compiere un bilancio approfondito di questa fallimentare esperienza. Essa è iniziata sotto le bandiere dell’”eurocomunismo”, dunque con il ripudio – sotto la pretesa della rifondazione - della teoria e della prassi marxista-leninista.
L’offensiva ideologica è continuata attraverso i ripetuti e vergognosi attacchi alla figura ed all’opera di Stalin, poi estesi anche a Lenin ed a Marx.
E’ andata avanti attraverso le strumentali polemiche sulla questione della violenza rivoluzionaria, giungendo alla rilettura revisionista della Resistenza, alle ambiguità nei confronti del necessario sostegno alla lotta di liberazione dei popoli, fino al misconoscimento della centralità della classe operaia travestito da un “movimentiamo” di facciata.
E’ infine approdata alla logica conclusione che era inscritta nelle sue premesse: una completa integrazione con la socialdemocrazia, vero e proprio puntello sociale del capitale e della borghesia. 
Sul piano politico, abbiamo assistito alla confluenza del PRC nel cosiddetto Partito della Sinistra Europea, campione delle euro-illusioni e dell’anticomunismo più volgare. In nome della politica della concertazione e del collaborazionismo con le peggiori politiche liberiste si sono cercati a livello locale e nazionale accordi vergognosi con il PD.
Le disastrose esperienze elettoraliste della Sinistra Arcobaleno, di Rivoluzione Civile, dell’Altra Europa con Tsipras dimostrano a quale livello di operazioni trasformiste piccolo borghesi, di confusionismo ideologico e politico, si è spinta la direzione del vostro partito per cercare di sopravvivere e conquistare qualche poltrona utile ai giochi parlamentari.
Tutto ciò non ha avuto e non ha nulla in comune con la prospettiva di una rivoluzione proletaria e di una trasformazione socialista della società italiana, che, oggi come nel passato, è l'obiettivo dei comunisti. Anzi, oggi in modo ancor più urgente che nel passato.
 
Proseguiamo. In questi anni le iscrizioni al PRC sono state costantemente in calo. I militanti più coerenti sono stati messi alla porta, infrangendo le stesse norme statutarie. Ogni serio dibattito sulla degenerazione del partito e sulle continue svolte di linea politica è stato impedito con il metodo intollerabile del “fatto compiuto”. Le compagne ed i compagni iscritti non hanno più avuto alcuna possibilità di svolgere un’attività ispirata al riconoscimento della giustezza della rivoluzione e del socialismo, data la “piega democraticista” e il pacifismo piccolo-borghese nel quale vengono sistematicamente incanalate le rivendicazioni di classe.
La crisi politica ed organizzativa che da tempo ha attanagliato il vostro Partito è fin troppo evidente e ora sta precipitando, conseguenza inevitabile della politica di conciliazione e collaborazione fra gli interessi del proletariato e gli interessi della borghesia.
Siamo convinti che, a questo punto, l’opposizione interna, in particolare quella dei militanti proletari, debba fare un salto di qualità e assumersi coraggiosamente le proprie responsabilità. 
La tattica delle manovre interne è finita. E’ ora che prevalga un altro atteggiamento: quello dei sinceri comunisti che - consapevoli dell’irreversibile degenerazione opportunista - si pongono l’obiettivo della rottura completa e assoluta col riformismo e del dialogo costruttivo con le esperienze di quei comunisti che da anni lavorano per contribuire alla ricostruzione in Italia di un forte Partito comunista ed alla lotta per una società socialista.
 
Noi siamo fermamente convinti che i comunisti e i proletari rivoluzionari che militano nel PRC debbano compiere, in vista della consultazione interna e dell’assemblea di gennaio 2016 - che servono solo a legittimare una scelta già compiuta dalla segreteria - uno sforzo coraggioso per liberarsi dalle posizioni erronee e separarsi definitivamente dal revisionismo, dall’opportunismo e dalla socialdemocrazia, svolgendo una propaganda per questa netta separazione fra tutti gli iscritti e i simpatizzanti del PRC.
Quale unità strategica può esservi, infatti, con i socialdemocratici, con i laburisti, con i riformisti, con i disorganizzatori del movimento operaio e comunista, con i rinnegati del socialismo? Nessuna!
Senza lottare apertamente contro costoro, senza smarcarsi nettamente da costoro, senza scindersi da costoro non si può nemmeno parlare di una politica comunista coerente ed indipendente, di un lavoro sincero e proficuo in modo da permettere alla classe operaia di vedere bene e fino in fondo la differenza tra i rivoluzionario autentici e gli opportunisti.
La classe operaia ha bisogno dell’unità dei sinceri comunisti, non dell’unità tra i marxisti e i travisatori del marxismo e del leninismo, cioè i neo-revisionisti e gli opportunisti di tutte le risme.
Questo, secondo noi, richiede la drammatica situazione attuale, caratterizzata dall’aggravarsi della crisi e dell’offensiva capitalista, dalla reazione politica e dalle minacce di guerra imperialista.
Tutti i compagni che sostengono la completa indipendenza dalla borghesia e l’indispensabile scissione con la socialdemocrazia, il riformismo, il revisionismo, che propugnano l'egemonia della classe operaia nel processo rivoluzionario, che riconoscono la necessità dell'abbattimento rivoluzionario del dominio della borghesia e dell’instaurazione della dittatura del proletariato per costruire il socialismo e il comunismo, debbono sentire il dovere di staccarsi immediatamente dall’agonizzante PRC, di collegarsi ed avviare subito un lavoro in comune con i comunisti (marxisti-leninisti) per avvicinare la fondazione di un autentico Partito comunista quale reparto di avanguardia organizzato e cosciente del proletariato, indissolubilmente legato al Movimento comunista internazionale.
Stringiamo dunque i legami, cooperiamo, avviamo un percorso comune, che ci rafforzi a vicenda.  Realizziamo l’unità dei comunisti nella classe operaia e nelle masse popolari, dando vita a iniziative e interventi unitari all’interno delle lotte politiche, sindacali e sociali, nelle ricorrenze del movimento comunista ed operaio, sulla base di analisi e proposte condivise.
Compagni, lottiamo, uniamoci, organizziamoci insieme per avanzare verso la costruzione di un vero Partito comunista basato sul marxismo-leninismo e l’internazionalismo proletario!
  Novembre 2015

Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it tramite lists.riseup.net 




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