martedì 19 gennaio 2010

MA, O B A M A, non era quello che, avrebbe.....?


Intervento di Naomi Klein lo scorso 14 gennaio, nel programma di Amy Goodman Democracy Now!, sugli avvenimenti ad Haiti e su coloro che stanno già lucrando sulla tragedia.

Come ho scritto su “Shock Economy”, si approfitta delle crisi
come pretesto per imporre politiche che non possono essere effettuate in condizioni di stabilità. Durante i periodi di crisi estreme, i popoli sono alla disperata ricerca di aiuti umanitari di ogni genere, qualsiasi forma di finanziamento, e non in una posizione favorevole per negoziare i termini di tale assistenza.

E voglio fare una digressione momentanea per leggervi uno straordinario documento, che ho appena pubblicato sul mio
sito Web. Il titolo dice “Haiti: fermarli prima che impongano lo “shock” un’altra volta”. L’informazione è stata pubblicata poche ore fa sul Web di Heritage Foundation (una fondazione “think tank” dell’èlite della classe dominante statunitense che formula le politiche e le ideologie implementate dai governi di turno).

“Nel mezzo della sofferenza, la crisi di Haiti offre delle opportunità agli USA. Oltre a dare aiuto umanitario immediato, la risposta degli USA di fronte al tragico terremoto offre l’opportunità di ristrutturare il governo e l’economia di Haiti, disfunzionali da tempo, oltre a migliorare l’immagine degli USA in quella regione”. E il documento continua.


Non so se le cose stanno migliorando, dato che
l’Heritage Foundation ha risposto dopo 13 giorni all’uragano Katrina con 32 proposte neoliberali per aiutare i colpiti di quel disastro. Pubblichiamo questo documento, anche sul nostro web. Le loro proposte per le vittime di New Orleans hanno portato alla chiusura delle case popolari, trasformando la costa del Golfo del Messico in una zona franca ed eliminando le leggi che hanno obbligato gli imprenditori a pagare un salario minimo ai loro dipendenti. Allorahanno impiegato 13 giorni nel formulare quella raccomandazione nel caso di Katrina, ma non hanno aspettato neanche 24 ore per Haiti.

Dico che
“non so se le cose stanno migliorando” perché hanno tolto quel documento dal loro sito due ore fa. Allora, forse qualcuno li ha informati che non andava bene che ci fosse. Ed hanno messo un documento molto più ragionevole. Questo disastro, come ha detto Amy, da una parte è naturale, un terremoto, ma dall’altra parte è una creazione e sta peggiorando la povertà degli haitiani che si aggrava e della quale i nostri governi sono complici. I disastri naturali sono peggiori nei paesi come Haiti, per esempio, a causa dell’erosione del suolo, che si produce quando la povertà obbliga i settori emarginati a costruire le loro case in condizioni precarie. Come risultato, le case crollano facilmente. Tutti questi fenomeni sono collegati. Ma in nessun momento possiamo permettere che questa tragedia, in parte naturale e in parte artificiale, venga usata per indebitare ancora di più Haiti nè per promuovere politiche che favoriscano le nostre corporazioni. E questa non è una teoria di cospiratori. Lo hanno fatto una volta dopo l'altra.

Fonte:
http://i3.democracynow.org/2010/1/14/naomi_klein_issues_haiti_disaster_capitalism

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