venerdì 18 febbraio 2011



Anonimo gianni tirelli ha detto...

IL SENSO DELLA VITA NELLA RISPOSTA TRADITA

Le stucchevoli domande, sul senso della vita, della morte, o sull’origine dell’universo, fanno presupporre che, di fatto, ci sia qualcuno o qualcosa nell’infinito spazio, in grado di rispondere a questi interrogativi. Diversamente, una domanda, per la quale non esiste una risposta, rientra nel campo, delle congetture filosofiche e delle stramberie intellettualoidi. In verità, non c’è alcuna risposta a tutto ciò ne, una particolare circostanza, causa primaria dell’origine dell’universo, essendo, lo stesso, sempre stato; e ciò che è sempre stato, lo sarà all’infinito. È la domanda priva di risposta, che genera la vita che noi conosciamo e, quindi, la coscienza. Se in astratto, avessimo la risposta, cesseremmo di essere la domanda e quindi, di esistere, perché privati della coscienza. È nella non risposta che si evince il senso stesso della vita e, nella domanda, infinitamente disattesa, prende forza lo spirito di auto conservazione. Se sapessimo del dopo e del domani, potrebbe mai esistere la vita che noi conosciamo? No, e dirò di più. Nessun tipo di vita, potrebbe mai esistere in una tale ipotetica, paradossale dimensione: solo il nulla. È in virtù di questo stratagemma dell’assoluto, che l’umanità si adopra, pensa, e respira. Non c’è alcun mistero da palesare! Chi mai sarebbe il depositario di un tale mistero, e chi l’artefice? È nell’accettazione del ” così com’è” che, la forma diventa uomo, credente, e servo del mistero. È nella solidarietà, che ci si sente partecipi di un tutto, che accomuna, a se, ogni ragione, e prescinde da ogni mistero e passione. L’uomo relativo del ventunesimo secolo, ribelle, narciso e opportunista, ha sfidato e umiliato, le logiche di un disegno perfetto e immutabile ( proprio perché mai determinato, e sempre stato) ma, a tempo debito, senza sconti e, in forza delle sue, infinite ragioni, il disegno, riporterà dentro l’alveo dell’originario equilibrio, ogni anomalia.
È quindi nella risposta negata che tutto prende senso. Se per astratto, avessimo la matematica e assoluta certezza, della relatività di una vita fine a se stessa, per quale empirico motivo, dovremmo educare i nostri figli, ho inculcare loro il senso di giustizia, scale di valori e principi etici? E poi, che ne sarebbe, degli ideali, della solidarietà, delle regole civili e del domani? Solo caos e follia suicida. Le nostre moderne società occidentali senza futuro, vanno in questa direzione, sovvertendo ogni regola e prevaricando ogni limite. Il prezzo da pagare sarà altissimo. In verità, tutti noi, nel nostro cuore, crediamo e speriamo, in una nuova dimensione oltre la vita. I più recalcitranti materialisti che, proprio in virtù del loro atteggiamento mentale, cercano di esorcizzare la paura del dopo, in realtà, sono i più sinceri, coraggiosi e fedeli sostenitori dell’eternità. Nell’interrogativo dell’uomo, convive il suo timore e, nel timore, la sua speranza. Solo la filosofia di una coscienza pura, può cimentarsi nell’arte di spiegare l’infinito, e di comprenderlo, e la scienza e la tecnologia, mortificarlo.

Gianni Tirelli

Blogger Roby Bulgaro ha detto...

Caro Gianni, mi inchino di fronte ad un'esposizione così illuminata; e ribadisco quel che ho detto prima: come non essere d'accordo con te? Per me impossibile.


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Shiva ha detto...

Sai...se le persone illuminassero al loro mente con le "giuste" domande il mondo sarebbe un paradiso terrestre.
Proprio su queste domande (apparentemente prive di risposta nella nostra realtà) duemila anni fa venne generata la "mafia" più potente e con più picciotti di ogni tempo: LA CHIESA cristiana. Chi meglio di loro ha governato il mondo con le bugie?
E POI VEDIAMO UOMINI VANTARSI DI ESSERE CRISTIANI. COME I MAFIOSI SI VANTANO DI APPARTENERE ALLA MAFIA. Basta pensare ed analizzare la storia, quante similitudini...anzi dico di più: CHIESA=MAFIA=STATO eccola la nostra trinità, una trinità che ha un solo DIO, IL DENARO. Forse sono OT, ma ho appena letto anche l'articolo sulle nefandezze dette da Benigni...1+1=2


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