“Bisogna mostrarsi uniti!! (Berlusconi). Non possiamo lasciare Milano in mano ad un matto e trasformare questa città in una zingaropoli (Bossi). Tappezzeremo Milano di manifesti: “Fuori i comunisti da Milano” (Moratti).
Come inizio di campagna elettorale all’insegna della moderazione, non c’è che dire; il resto é tutto in divenire. Un eccellente programma politico denso di proposte reali e di slogan accattivanti per autentici citrulli di un passato remoto! Se questo è il tono che dovrà caratterizzare gli ultimi giorni di campagna elettorale, prima del ballottaggio milanese , per Giuliano Pisapia sarà un plebiscito. “Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico!” Del resto, l’ignoranza e la volgarità, si qualificano per quello che sono e, nessun ipotetico esercizio di convincimento esterno, potrà dissuadere gli assertori di una tale disciplina, dall’insensatezza dei loro comportamenti.
Il terzo Polo non si schiera (non si apparenta) attenendosi a quella neutralità ipocrita e malsana della categoria degli “Ignavi”, ben descritta da Dante Alighieri nel canto III dell’inferno, che li giudica indegni di meritare sia le gioie del Paradiso sia le pene dell'inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare nudi per l'eternità attorno a una insegna, punti da vespe e mosconi. Il loro sangue, unito alle loro lacrime, si mescola al fango dell'Inferno, come se questi dannati fossero dei cadaveri, morti viventi sepolti vivi, col corpo straziato dai vermi. Dante definisce queste anime come quelle di peccatori "che mai non fur vivi". Il disprezzo del poeta, verso questa categoria di peccatori, è massimo e completo.
Pierferdinando Casini, in veste di giudice supremo di verità e imparzialità, prende posizione contro Di Pietro, Grillo e la sinistra “radicale, allo scopo di garantirsi pubblicamente la laurea “ad honoris causa” del perfetto moderato. Ma chi ci crede più! Lui, il politico dei “senza se e senza ma”, cattolico ma divorziato, paladino della famiglia, schierato idealmente con il suocero Caltagirone.
Questa ipocrita e irresponsabile neutralità di Casini e soci, contribuisce a condizionare, irrimediabilmente, la formazione di nuove, possibili e auspicabili coalizioni, necessarie per liberare dall’immobilismo e dagli egoismi del potere, un bipolarismo prigioniero delle volontà, dei capricci e degli interessi particolari di un piccolo despota e banda.
Solo il buon Di Pietro, l’analfabeta, il giustizialista, il populista, è in grado di restituire un minimo di dignità e di autentica democrazia a una bagarre vile e vergognosa, dove infamia e mistificazione tradiscono ogni buon senso, corretta analisi e frammento di verità.
Il colpo basso che la Moratti che ha messo in atto, a pochi istanti dalla chiusura del talk show e senza che venisse data a Pisapia possibilità di replica, è la conferma del livello di volgarità morale, infamia e che contraddistingue questa maggioranza. Un atto grave che mette a nudo i metodi di questa destra eversiva a cui le regole democratiche e il confronto sereno e pacato,vanno strette. Resta evidente a tutti che, un tale infame attacco, degno del peggiore dei mascalzoni, non è il frutto del cervellino della Moratti, ma un’imbeccata del Nano Padrone che, in maniera strumentale ha usato il Sindaco uscente a fine di interesse particolare e strumento di propaganda “ad personam”. Capire poi, se questo intervento a gamba tesa, abbia realmente prodotto dei vantaggi a Silvio Berlusconi, questo no ci è dato sapere. Sappiamo che il numero di preferenze che fanno riferimento al Premier, comparato con le precedenti amministrative, si è dimezzato, a conferma di una disaffezione conclamata che ne sancisce il suo tracollo.
E’ per tanto lecito immaginare che, senza il sostegno del Cavaliere alla Moratti, le conseguenze sarebbero state ancora peggiori, consegnando così a Giuliano Piasapia, la vittoria al primo turno.
All’indomani della batosta, Berlusconi dichiara: “Per vincere al ballottaggio, bisogna far venire fuori la vera Faccia di Pisapia!!” Questa spudorata e volgare affermazione, sconfina nel delirio psicopatico, visto che la sua, di Faccia, è ben chiara e nota a tutti: “Amico di merende di Dell’Utri, datore di lavoro di Vittorio Mangano, fiduciario di Nicola Cosentino, apprendista muratore della P2 di Gelli, indagato per prostituzione minorile, collusione, concussione, corruzione, truffa, evasione fiscale e compagnia bella. E poi di seguito continua: “Non possiamo lasciare Milano nelle mani dei centri sociali e dell’estremismo!!” Qui ci troviamo di fronte a un caso psichiatrico e patologico grave, di dissociazione della personalità e della realtà, dove il concetto di verità viene sistematicamente relativizzato in ragione delle pulsioni che, gli avvenimenti, proiettano sulla malattia e che, la stessa, poi, traduce sull’individuo.
E’ il carnefice che trasfigura in vittima, accusando la stessa di carneficina!
Sarebbe comunque oltremodo auspicabile, una città nelle mani dei “centri sociali” (locuzione rassicurante), in alternativa ad una banda di criminali o società a delinquere di stampo mafioso.
Il comportamento infame, di una classe politica che, sistematicamente (in mancanza di proposte e di dati di fatto) annaspa nella spazzatura e nel passato degli avversari politici, per rendere più appetibile la sua opera di mistificazione e di contraffazione della realtà, è a dir poco sconcertante. Questo metodo vergognoso (in uso ai peggiori regimi autoritari), rischia di essere un messaggio negativo e destabilizzante nella formazione etica e morale dei nostri giovani, che lo assimileranno come comportamento lecito e retorico.
Diversamente da Giuliano Pisapia, di quale passato glorioso si possono vantare questi figuri che, con un autocompiacimento vanesio, si auto-definiscono moderati e democratici ? Per cosa hanno lottato, e in nome di quali ideali? In quali piazze hanno manifestato il loro impegno, e per quali diritti?
La tanto sbandierata e bistrattata libertà (con la quale, impunemente e indebitamente, amano riempirsi la bocca), è stata loro servita su di un piatto d’argento, frutto del sangue e del sacrificio di tanti italiani morti per la patria, la libertà e la giustizia. Da quale pulpito si permettono di giudicare il passato di un uomo onesto e consapevole come Pisapia, che ha speso la sua esistenza lottando contro le ingiustizie del potere e i privilegi di casta?
Chi sono i veri estremisti, i carnefici, i traditori della patria, i moderni fascisti del trasformismo moderato? Sono gli onesti Pisapia o i codardi berluscones?
Per questa marmaglia di farabutti, abbiamo speso fin troppe parole di indignazione, reprimendo rabbia e disgusto e troppi rospi ci siamo dovuti ingoiare nell’arco di quasi un ventennio, frustrando le nostre ragioni e mortificando la verità!
Adesso basta! E’ tempo di liberazione!
Oggi, l’antiberlusconismo (come l’antifascismo allora) è una moderna forma di resistenza – un atto dovuto, un dovere civile dal quale, nessuno, si può (o si dovrebbe) sottrarre.
Silvio Berlusconi, durante un monologo monotematico di qualche tempo fa, aveva dichiarato di essere sceso in politica per riunire, sotto la sua protettiva ala, tutti i moderati italiani; Alla faccia dei moderati! E’ più verosimile pensare a dei galeotti che, dopo avere scontato la pena, vengono assoldati da un potente Capo Banda Nano che, a fronte di privilegi, impunità e facili guadagni, ha incassato il loro cieco e bieco servilismo, una assoluta fedeltà, e l’insuperabile tecnica volta a negare l’evidenza dei fatti.
Il nostro capo di Governo, può contare su un “curriculum vitae” umano, politico e imprenditoriale, da garantire, fugando ogni dubbio, la sua innata e connaturata propensione alla moderazione e alla moralità. Dell’Utri, Vittorio Mangano, Licio Gelli, Nicola Cosentino, Previti e Scapagnini da un lato, Ruby, Minetti, Noemi, D’Addario e “Olgettina” dall’altro, (per fare solo due nomi), sono i “capisaldi” a garanzia di moderazione e moralità del nostro Premier .
Il Grande “moderato”, accomuna i magistrati, ai brigatisti rossi: un cancro da estirpare” – si rivolge agli elettorati di sinistra, definendoli dei “coglioni e sporchi comunisti” – Daniela Santanchè, chiama la Bocassini, una metastasi – il pluriomicida Vittorio Mangano trasfigura in eroe e Marcello Dell’Utri a grande intellettuale. Di contro, lo psicopatico nano, dichiara che durante la sua legislatura sarà sconfitto il tumore!! A Napoli, prima delle amministrative, promette di eliminare la tassa sulla spazzatura e condonare gli alloggi abusivi. Stiamo ancora aspettando la cancellazione del bollo auto e del milione di posti di lavoro promesso in quel di Vespa, in calce al contratto con gli italiani!!
"Io sono una moderata” - argomentava la Moratti prima del voto – “Lo sono sempre stata - questo, a differenza di Pisapia, che è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Assise del furto di un veicolo utilizzato poi per un sequestro e il pestaggio di un giovane”. “L'amnistia non è assenza di responsabilità".
Pisapia, ha poi pubblicato su Internet, la copia della sentenza d’Appello (dalla quale risulta la sua completa estraneità ai fatti), annunciando una querela e affermando che: “La Moratti mente e Milano, non merita un sindaco bugiardo.
All’indomani della sconfitta, Letizia Moratti afferma: "Milano deve ripartire una fase nuova per la politica del centrodestra, in grado di aggregare tutte le forze realmente “moderate” e produttive della nostra città”. Intanto la polemica monta e, in pochi secondi, è svanito il tanto invocato garantismo del centrodestra.
La mistificazione della realtà, il killeraggio mediatico e la delegittimazione preventiva degli avversari, sono le pratiche oramai consolidate di questa maggioranza, assunte a regole relazionali e a comportamentali che ne caratterizzano l’indole “moderata”. Di contro, le persone ragionevoli e di buon senso che, all’interesse particolare antepongono il bene comune e lo stato di diritto, vengono additate a forcaiole, giustizialiste e radicali.
Se Giuliano Pisapia, al ballottaggio (come succederà) dovesse battere la Moratti, non ci sarebbe da meravigliarsi, sentendo Silvio Berlusconi accusare i cittadini milanesi di alto tradimento.
Gianni Tirelli
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