“Dire che l’acqua è composta di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, non la definisce, ma la mortifica. L’acqua scorre, ghiaccia, si scioglie, rinfresca e disseta. L’acqua travolge e ti annega, bagna e deterge, spegne e da vita. Se la formula dell’acqua è H2O, quale sarà la formula della vita? L’acqua come la vita è un’emozione e, le emozioni non si privatizzano.”
Possiamo definire lavoro, un’occupazione che produce veleni, propagandandoli poi, come squisitezze di un tempo, fatte con l’amore della nonna e di straordinaria qualità? Come testimonial di questo sistematico inganno, i furbetti della pubblicità hanno pensato bene di assoldare campioni sportivi di alto livello, cosi da potere garantire il loro marcio prodotto, aumentando i livello di fiducia. Denaro, sete protagonismo e illusione, sono le subdole armi che il Sistema Bestia adotta per corrompere chiunque.
Quante migliaia di cose inutili e dannose, produce l’industrialesimo pagano? Io credo un buon novanta per cento. Se, fossimo in grado, di riconvertire questo novanta per cento, in cose serie (come la tutela dell’ambiente, la qualità della vita, l’agricoltura biologica, il risanamento delle aree degradate e contaminate, lo stato sociale, il turismo, ecc), qualcosa potrebbe cambiare; ma è un’ipotesi remota. Questa gente deve andare a casa, oggi stesso!!
Il lavoro industriale non produce che dolore, morte e follia; arricchisce imprenditori cornuti e ignoranti e corrompe la politica.
Nel frattempo i ghiacciai marciscono e si spengono. Le acque di fiumi raggiungono il mare, con il loro micidiale carico di bombe chimiche e, un numero infinito di fabbriche fumanti, si fottono miliardi di metri cubi di acqua, rendendola inutilizzabile e putrida contaminando le falde più profonde.
I signori della “MINERALE”, ipotecano per sempre la nostra sete, e la privatizzazione degli acquedotti sarà l’ultimo atto di un Sistema becero che, specula sui bisogni primari dei cittadini, sulla sua conclamata inettitudine, dipendenza e incapacità di reagire ad ogni tipo di abuso. Il mercato della sete e il suo indotto, sono l’ultimo e più grande affare del Liberismo consumista. Entro un decennio, l’umanità sarà con l’acqua alla gola, ma la nostra fine, avverrà per disidratazione.
Terribili guerre, per l’approvvigionamento delle ultime riserve idriche, feriranno a morte il pianeta. Pestilenze, e catastrofi naturali, ridurranno l’umanità ad un pugno di mosche. Il fuoco, brucerà ogni cosa e, una spessa e densa nube di veleni, oscurerà il sole. Non è un film. E’ il nostro prossimo futuro.
L’acqua, dunque, non si può privatizzare perché è di tutti noi.
Già il semplice fatto di dovere motivare il “NO” imperativo alla privatizzazione dell’acqua è, non solo scandaloso e inquietante, ma mortifica una realtà di fatto, assoluta e imprescindibile che, fin dall’alba dei tempi, ha dato origine alla vita tutta, alla sua sopravvivenza e all’evoluzione della specie. Anche definire l’accesso all’acqua, un diritto, è un’ambiguità, poiché presuppone di fatto che, questo diritto, un giorno, possa decadere e cessare di esistere.
L’accesso all’acqua, dunque, è un obbligo; un “dovere” etico e morale a garanzia della continuità di quel progetto divino che, solo dei folli e servitori del maligno vorrebbero, per un disegno perverso, calpestare.
La sciagura del Liberismo Relativista, ha reso la vita degli individui, un inferno quotidiano (caos – disagio esistenziale - infelicità cronica - inquinamento ambientale – relativismo etico..), e se l’acqua finisse fra le grinfie dei “privati”, sarebbe, per le nostre società, il definitivo colpo di grazia.
Con quale animo e con quale leggerezza, questa nuova razza di moderni politici sottoscrivono e approvano tali vergognose leggi? Neppure il più barbaro degli uomini di ogni tempo, avrebbe mai neanche potuto formularle e immaginarle!!
La privatizzazione dell’acqua è l’ultimo atto di un piano eversivo che porterà i nostri figli verso un futuro di schiavitù.
Gianni Tirelli
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