giovedì 23 giugno 2011

LA SOLITUDINE E LA TRAGICA FINE DI UN NANO IMPOSTORE CON TACCHI E TRAPIANTO

Un capo del governo che non prende in alcuna considerazione l’indignazione dei cittadini, delle istituzioni e il giudizio severo di tanti paesi stranieri relativo al suo operato di politico, e si oppone a tutto ciò motivando con arroganza la giustezza delle sue decisioni e la sua millantata buona fede, con atteggiamenti e comportamenti che peggiorano ulteriormente l’illegittimità dei suoi atti, è destinato, a breve, ad una fine tragica, miserevole e senza sconti. Se per il nostro Premier, la costituzione italiana (come ha affermato), è un inferno, quale posto migliore per un tale mefistofelico personaggio!!! Dovrebbe dormire fra quattro guanciali! Ad un osservatore attento e disincantato, le sue ennesime farneticanti dichiarazioni, rappresentano l’ultimo atto di una storia politica dal finale scontato e dal sapore tragicamente nero gotico.

Il perseverare in questo atteggiamento, che oltrepassa i limiti del pudore fino a sconfinare nella psicopatia bipolare e compulsiva, è significativo di un desiderio inconscio di autodistruzione catartica e senza sconti. Un uomo solo e triste che, per via del suo fallimento umano, morale e spirituale e di una frustrazione destabilizzante figlia di complessi e di sensi di colpa incontrollabili, coinvolge in questa sconfitta personale, tutto un paese e un’intera società.

Questo, è il risultato relativo al vuoto prodotto da un’estrema e lancinante solitudine e di uno smarrimento patologico. Dai suoi atteggiamenti, grossolanamente rimarcati da una spavalda ma infondata sicurezza gestuale dai toni fascistoidi, possiamo ricavare le ragioni di un retaggio infantile e paranoide che, nel culto lacerante e sistematico della personalità e del potere, intende placare i demoni di un perverso disagio esistenziale.

A cosa gli è servito tutto questo potere, se al rispetto presunto, ha incassato il servilismo dei suoi cortigiani e l’odio, gli insulti e il disprezzo, del popolo italiano?

Povero uomo!!! Mi ricorda quel marito che per fare dispetto alla moglie si era tagliato gli “attributi”.

Così, intende fare carta straccia della costituzione, illudendosi di beneficiarne personalmente, diversamente dall’attenersi scrupolosamente ai suoi dettami e fondamenti, affinché lo stato di diritto, l’equità sociale e il bene comune più in generale, siano garantiti a tutti gli individui della società.

Oramai, l’eterno scontro, si è trasformato in una gara all’ultimo sangue fra i magistrati da una parte, e la cricca dall’altra. Il primo che, per sorpresa e velocità, arriverà ad impugnare la spada, trafiggerà l’altro per sempre.

Vincerà la giustizia o il regime?

Gianni Tirelli

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