mercoledì 6 luglio 2011

LA RESPONSABILITA’ AL CASO

Un mondo senza eroi, prelude alla pace o alla fine. Il nostro paese dunque, prelude alla fine, in quanto, il concetto di pace, presuppone la giustizia e la libertà. Siamo talmente assuefatti, all’illegalità, al sopruso, al ricatto, al raggiro e all’intimidazione che, da tempo, sono divenuti i tratti caratteriali della “moderna” cultura italiana, assimilati come nuove regole relazionali. La paura di ritorsioni, che va dal licenziamento del semplice operaio, fino alla minaccia di morte di un conduttore televisivo, di un giornalista, scrittore, di un pentito di mafia o di un giudice e suoi famigliari, hanno avvolto il nostro paese dentro un velo di totale omertà, degna del peggiore regime. Pensare e tentare di rovesciare un tale sistema, attraverso un’azione democratica fatta di leggi e di regole, al fine di ripristinare principi, valori e il comune buon senso, non solo è impraticabile (per i motivi sopra addotti), ma direi, semplicemente fantasioso. Solo una sana rivoluzione popolare, riuscirà a porre fine a una tale ingiustizia e ristabilire l’ordine delle cose. Ma nulla di tutto ciò potrà mai accadere, senza il sacrificio di vite umane.
La paura dell’uomo moderno (in quanto, elemento improprio di un habitat in cui non si riconosce, unita alla paura sociale, relativa alla perdita del lavoro, della dignità e dell’impossibilità di provvedere con continuità a tutto ciò che il suo status gli impone), lo costringe alla rinuncia di ogni individualità, e slancio rivoluzionario, dentro un appiattimento di comportamenti e pensieri, condivisi per assuefazione, deresponsabilizzazione e, come male minore. Questa eccezionale forma di omologazione, dettata dalla paura e dalla soddisfazione del bisogno effimero (sinonimo di dipendenza), costringe gli individui ad adeguarsi ad una sottocultura dominante, inattiva e monolitica, senza potersi concedere slanci personalistici verso l’esterno, castrando ogni impulso liberatorio e rigeneratore. La paura di essere additato come “diverso” li fa precipitare in uno stato di angoscia persistente, che solo un rientro nell’omologazione, può attenuare. Questo è lo spaccato delle nostre moderne società liberiste, che per tale motivo, non sono in grado di aspirazioni, personalizzazioni e rinunce.
Il Sistema Liberista Relativista, non finirà per mano dei suoi schiavi e servi, ma per un errore progettuale intrinseco al Sistema stesso.
Per tanto, il liberismo relativista (all’opposto del concetto di verità, stato di diritto e di giustizia sociale), non è l’ascesa verso la vetta assolata di una montagna incantata, ma il precipitare dentro il buio profondo di un baratro del quale, oggi, abbiamo toccato il fondo. Per questo, oggi, parlare di crescita e di sviluppo, è indicativo della stupidità degli uomini, e del loro livello di consapevolezza. Perché le cose cambino per il meglio, l’umanità deve risalire velocemente la china di questo baratro e, finalmente “con i piedi per terra”, recuperare i valori etici, i principi e i parametri imperituri che, da sempre, hanno contraddistinto l’essere umano. Questo, oggi, è il vero significato etimologico del concetto di crescita.
Per evitare i danni, prossimi e relativi all’implosione del Sistema Liberista Consumista, sarebbe il caso di mettere in pratica alcuni miei suggerimenti, che reputo prioritari.
1°) Ritirare dal mercato tutto quel surplus di denaro in circolazione (carta straccia) non vincolato alla riserva aurea delle banche di emissione, e riconvertire il restante, in un nuovo conio di monete d’oro, d’argento e di rame, evitando così e per sempre ogni speculazione.
2°) Nazionalizzare le banche.
3°) Smantellare l’industria chimica per fare ritorno all’agricoltura tradizionale .
4°) Creare un progetto di bonifica, per ripulire il nostro paese da tutte le scorie e veleni che l’industria, nel suo complesso, ha riversato per decenni, in maniera indebita e criminale, sul territorio e nelle acque.
5°) Ridimensionare al massimo il trasporto delle merci su gomma, per privilegiare quello via mare e ferrovia.
6°) Sequestrare i beni di tutti gli imprenditori, inquinatori, untori e parassiti della società che, con criminalità organizzata e la classe politica, hanno contribuito a devastare e contaminare l’ambiente, rendendosi responsabili della morte di migliaia di cittadini e di infinite patologie tumorali.
7) Priorità assoluta - Ci vuole una legge che vieti categoricamente a questi personaggi di approdare nel nostro parlamento, per evitare, che il bipolarismo (come da noi), si trasformi in uno scontro impari, tra il potere dei privati (e i loro interessi particolari), e lo stato di diritto.
Sarebbe quindi più opportuno, scegliere i nostri parlamentari e rappresentanti politici, sorteggiandoli a “caso” fra tutti gli individui, della popolazione italiana. Rischieremmo molto meno e, il caso, sarebbe il solo ed unico responsabile.
Tutto questo produrrà lavoro pulito, occupazione, qualità della vita e felicità.
Gianni Tirelli
giovanni ha detto...
il n°3 è molto difficile da fare, potete inserire
sistemi alternativi come con l'aiuto di insetti,piante, fiori, ecc..
al fine di diminuire l'uso di sostanze chimiche, ma ora con il volume di problemi che abbiamo, non abbiamo più in N° sufficente di uccelli insettivori
di animali selvatici,non c'è più l'equilibrio
naturale naturale di cento anni fa

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