Così il presidente della Repubblica plaude all’impegno bipartisan per l’approvazione della Manovra economica: “Si è trattato di una prova straordinaria di consapevolezza e di coesione nazionale, che rafforza la fiducia nell'Italia, delle istituzioni europee e dei mercati”. Niente di più fantascientifico, ingenuo e infantile!
Se analizzassimo punto per punto questa dichiarazione, comparandola alla reale situazione/condizione socio/politica italiana e al dissesto economico, dovremmo concludere che, in nostro Capo di Stato, stia farneticando.
Il buon Napolitano esulta, come ad accreditare le sue ritrite, retoriche e sempre evase invocazioni al dialogo, come le ragioni di un tale risultato. Un puro esercizio di illusionismo confortato inoltre, dal fatto che, nessuna delle sue indicazioni abbiano mai fatto breccia nell’arido cuore di questa cricca anaffettiva e cialtrona!
L’uso, poi, dell’aggettivo “straordinario”, relativo ad una tale messinscena mi ha lasciato impietrito e sgomento. Ma l’euforia del momento, per l’inaspettato e insperato traguardo, porta il nostro Presidente ad avventurarsi sul terreno dei valori e delle responsabilità, che afferma, finalmente ritrovate, e di un amor patrio permeato di consapevolezza, di coesione nazionale e di rinnovata fiducia nel paese. Ma poi, quando l’euforia si fa delirio, e le scariche adrenaliniche annullano ogni più remoto senso del limite dentro una sorta di ubriacatura “post vittoria”, Napolitano si spinge oltre i confini della realtà, intravedendo in questa manovra, la fiammella che riaccenderà la fiducia nei mercati europei.
Le ragioni di un tale e mal riposto ottimismo, mi sono tecnicamente oscure. Mi rifiuto di credere che il nostro Presidente della Repubblica si sia convertito alla filosofia/strategia berlusconiana del, “siamo forti, ricchi e felici”, sempre e comunque, a dispetto di ogni evidente realtà.
Che cosa può esserci di “straordinario” in un contratto, fra due comitati d’affari, che stipulano i termini di una disfatta? Una manovra che ha sancito la capitolazione di questo paese con l’aggravante della complicità di una sinistra inconcludente, salottiera e, da sempre, divisa sulle personalizzazioni.
La verità, è che nessuna nuova classe politica, geniale riforma o finanziaria capestre, ci potrà salvare dalla catastrofe economica, ambientale, sociale, umana e di valori che, come un’ombra nera, si sta addensando all’orizzonte ad oscurare il futuro dei nostri figli. A loro lasciamo mari senza pesci, cieli senza uccelli, inquietanti foreste senza vita - e fiumi in secca, falde contaminate, milioni di ettari di territorio da bonificare, deserti in cammino che divorano ogni cosa – e orrore, scempio urbanistico, dubbi, paure e ignoranza.
Il tempo stringe, e tutto volge al peggio! Per tanto, alla retorica e sterile indignazione deve seguire l’azione, perché la rabbia, si trasformi in vendetta e la schiavitù in libertà.
Questa guerra tra poveri che ci divide sul Nulla, deve giungere al termine! La stessa, consolida il potere criminale che ci opprime e corrobora il suo progetto, di omologazione.
Solo uniti, si vince - solo uniti si cambia - solo uniti si spera; oltre ogni bandiera, retaggio, personalismo e insulsa dipendenza.
La sola e vera manovra che può cambiare le sorti questo paese alla deriva, deve nascere dal profondo del cuore dei suoi cittadini e, dalla consapevolezza che, ogni conquista di civiltà e di libertà, contemplano l’azione e un prezzo.
Gianni Tirelli
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