LIBIA: DOCUMENTI SVELANO STRETTI RAPPORTI DELLA CIA CON GHEDDAFI
12:32 03 SET 2011
(AGI) - Londra, 3 set. - Documenti segreti, recuperati a Tripoli dopo l'espugnazione della capitale della Libia da parte dei ribelli, hanno gettato una luce, quanto mai imbarazzante, sugli strettissimi rapporti di collaborazione intrattenuti nell'ultimo decennio dai servizi segreti occidentali, compresi la Cia statunitense e l'Mi6 britannico, con il regime di Muammar Gheddafi. E' quanto riferiscono oggi il quotidiano londinese 'The Independent' e l'americano 'The Wall Street Journal'. I due giornali affermano che il materiale, ritrovato nel quartier generale dell'Agenzia libica per la Sicurezza Esterna e negli uffici dell'ex ministro degli Esteri lealista Mussa Kussa, svela come la Cia
avesse coinvolto Gheddafi nella sua controversa pratica della 'extraordinary rendition': i rapimenti clandestini e le detenzioni illegali di presunti terroristi, consegnati poi a Paesi terzi a vocazione autoritaria, malgrado fosse quasi certa la sorte di segregazione, tortura ed esecuzione sommaria che vi attendeva i disgraziati. Molti sospetti furono consegnati alla Libia perche' vi fossero sottoposti a interrogatorio, anche attraverso sevizie. Agenti della Cia, per ordine dell'allora presidente George W. Bush, arrivarono addirittura al punto di suggerire agli aguzzini libici le domande da porre ai detenuti.
Nel 2004 la Central Intelligence Agency stabili' poi una "presenza permanente" a Tripoli: e' quanto emerge da un messaggio inviato a Kussa, allora capo dell'intelligence, dal vice direttore dell'epoca, Stephen Kappes, responsabile diretto del programma di 'extraordinary rendition'. I due erano tra loro in tale intimita' che la lettera si apre con "Caro Mussa" e si chiude con un assai confidenziale "Steve". I servizi americani e britannici si spinsero fino a fornire al regime libico informazioni riservatissime su diversi dissidenti riparati all'estero: per esempio, nel 2004 l'Mi6 si affretto' a passare allo spionaggio di Tripoli la notizia della scarcerazione in Gran Bretagna di un militante dell'opposizione in esilio, tornato quindi in qualche modo 'vulnerabile'. Kappes fu tra l'altro l'artefice nel 2003 della clamorosa rinuncia del Colonnello ai propri arsenali di distruzione di massa, a cominciare dalle armi nucleari: ma il discorso con cui Gheddafi lo annuncio' al mondo fu messo a punto con il determinante contributo di esperti britannici. In una comunicazione riservata a un dirigente dell'intelligence libica, infatti, un suo collega di Londra scrive di "allegare una versione rieditata del linguaggio tra noi concordato".
Molti documenti scoperti di recente sono infine dedicati alla storica visita nel Paese nord-africano che sette anni fa compi' Tony Blair, allora primo ministro del Regno Unito, teatro nel 1988 della strage di Lockerbie costata 191 morti: fu l'ufficio del premier laburista a chiedere che questi fosse accolto a Tripoli da Gheddafi in una tenda beduina, e non il contrario. Un anonimo agente dell'Mi6 scrisse a Kussa: "Al numero 10 di Downing Street sono ansiosi che il primo ministro incontri la Guida (unico titolo ufficialmente assunto da Gheddafi; ndr) nella sua tenda. Non so perche' gli inglesi siano cosi' affascinati dalle tende. Il fatto nudo e crudo e' che ai giornalisti piacera' moltissimo", scherzo' il mittente.
E infatti Blair fu immortalato dai flash sotto la tenda di prammatica, mentre scambiava con il Colonnello una vigorosa stretta di mano. Il tutto fu organizzato da Kussa, il quale ricevette da allora numerose missive che si aprivano con "Ossequi dall'Mi6". Gli arrivo' persino un biglietto d'auguri firmato da un alto dirigente del servizio di spionaggio britannico, il quale si siglo' "Il vostro amico". Forse e' per questo che, quando lo scorso marzo diserto', l'ex ministro degli Esteri di Gheddafi scappo' proprio in Gran Bretagna da dove, un mese dopo, gli fu consentito ripartire alla volta del Qatar malgrado le accuse di gravi violazioni dei diritti umani pendenti a suo carico. (AGI) .
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