(IlMinuto) – Cagliari, 15 settembre – “Noi vedevamo i soldati americani raccogliere i bozzoli nel Poligono dotati di maschere, guanti, tute. Li prendevamo in giro […], loro invece sapevano che i proiettili contenevano uranio impoverito. Lo sapevano”. E’ simile al racconto di tanti altri militari quello di Paolo Floris. Nel 1998 svolse il servizio di leva (“io neanche lo volevo fare il militare”) nel Poligono di Teulada e nel 2006 gli fu diagnosticato il linfoma di Hodgkin. “Dopo una serie di ricadute – spiega al Minuto – nel 2008 ho fatto la radioterapia e ora faccio una visita di controllo ogni sei mesi”. Floris ha richiesto al Poligono di Teulada tutte le informazioni sulle armi usate nell’area, in modo tale da poter inoltrare al Ministero della Difesa la richiesta di risarcimento. Ma dal Poligono non è giunta alcuna risposta. Secondo il medico che cura l’uomo il collegamento fra attività nel Poligono e tumore è evidente. I tempi sono quelli classici della malattia. Questa mattina anche Floris ha partecipato al sit in organizzato dal Comitato Gettiamo le basi e dall’Associazione familiari in piazza del Carmine a Cagliari. A due mesi dalla prima iniziativa di fronte all’Ufficio del Governo a Cagliari da Roma non è ancora giunta alcuna risposta alla richiesta di “verità e giustizia”. “Il Governo – spiega Mariella Cao – tace. In Sardegna si può continuare a inquinare a piacere e i militari che vengono a lavorare in Sardegna possono crepare tranquillamente”.
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