L’UOMO PIU’ SOLO D’ITALIA
Con questo fenomeno da baraccone al governo
del paese, abbiamo oltrepassato il limite della decenza da almeno quindici
anni, per sconfinare poi, nel paradosso, nel grottesco e nella follia di
gruppo. Un’onta indelebile per gli italiani, che ha marchiato ha fuoco la
nostra credibilità internazionale e la storia dell’Italia. Un periodo buio,
caratterizzato dalla stupidità, dalla volgarità, dall’incompetenza e dalla
menzogna adottata a regola relazionale dove, gli italiani, si sono resi
responsabili e complici di un danno di immagine che ha minato la loro dignità
personale e messa in dubbio ogni loro capacità critica, attendibilità e amor
patrio.
Tutto questo è potuto accadere in virtù
della portata di fuoco diseducatrice, subdola e forviante, sferrata dalla
“Propaganda Mediaset” e giornali asserviti al potere del capo Nano ma, non a
tal punto, da giustificare la codardia, il qualunquismo e la conclamata
inettitudine etica, di una gran parte della popolazione italiota.
Ha poi dell’inverosimile il fatto che, in
tutti questi anni, non ce ne sia stato uno, e dico uno solo della corte
berlusconiana, che si sia mai indignato, per le volgarità, le menzogne, le
intimidazioni, le leggi, il torbido passato, le amicizie, il conflitto di
interessi, il vergognoso privato, di un capo di governo, la cui posizione,
impone un comportamento etico e una trasparenza esemplare. Nessuno, del coro
monocorde dei suoi ministri (nella doppia veste di avvocati), ha osato
infrangere il patto di non belligeranza, di cieca sudditanza, e di bieco
servilismo sottoscritto con il capo.
E’ davvero scandaloso, inquietante e
direi, significativo, il silenzio omertoso dei suoi scagnozzi, che avulsi dal
più remoto barlume di dignità e del limite, insistono e persistono nel loro
atteggiamento codardo e di totale cortigianeria.
Quando Silvio Berlusconi, presto, tirerà le
cuoia (in senso politico), si assisterà all’ultima Grande Farsa dove, i
traditori, si auto ricicleranno nella nuova veste di vittime.
Pensare solo un
attimo, che dopo Berlusconi, il paese possa tornare alla normalità, è una mera
e infantile illusione!!
Come disse Montanelli, “dopo Berlusconi dovranno
passare almeno 50 anni prima di pronunciare la parola “destra” e, io aggiungo,
democrazia.
La morale ci insegna che, non esiste potere
senza servi del potere, e libertà senza la giustizia.
Il filo conduttore che unisce gli esponenti
di questa maggioranza, è l’impostura, nel tempo, adottata a pratica relazionale
e strategia politica. Oggi, questa operazione di becera propaganda, tesa alla
mistificazione della verità e a contraffarne la realtà, ha esaurito
definitivamente la sua forza propulsiva di convincimento, capovolgendone
l’obiettivo.
Una spada di Damocle sulla testa, di questo governo laido che, a
breve, e con un colpo netto e deciso, metterà fine alla rivoltante commedia
tragicomica che, da oltre 15 anni, ha tenuto sotto scacco il nostro paese.
Una
fitta rete di novelli talent-scout, capeggiata da Emilio Fede e Lele Mora è, da
tempo, impegnata nel rastrellare giovani vacche da intrattenimento, per
soddisfare le perversioni e le malsane pulsioni del “nababbo nano”, a fronte e
in cambio di privilegi, visibilità, impunità, denaro e protezione.
La nave sta
affondando e, quanto prima, assisteremo (già se ne vedono gli effetti) ad una
scomposta, quanto infame fuga di massa, dal PDL.
L’eventualità non più remota,
di ritrovarsi soli e senza scialuppa di salvataggio nel pernicioso mare di un
servilismo ormai improduttivo, e che ha compromesso per sempre la loro dignità,
moralità e senso dello Stato, non solo è reale, ma imminente.
Sto aspettando,
con morbosa curiosità, di vedere le prossime mosse dei fedelissimi, La Russa,
Gasparri, Matteoli, Lupi e Cicchitto quando, l’ultimo mozzo, dall’alto
dell’albero maestro della bagnarola forzista, inviterà a gran voce al: “Si
salvi chi può”.
Una cosa è certa! Questa marmaglia (che per una sorta di
maleficio ha raggiunto il potere e, per anni, screditato e mortificato,
istituzioni e parlamento), sparirà per sempre dal panorama politico italiano e
dalla memoria dei cittadini. Di tutti gli elettori che, in questi anni, hanno
sostenuto, inverosimilmente, Silvio Berlusconi e cricca, non se ne avrà più
traccia. Lo stesso avvenne dopo la caduta del fascismo!
Questo dato ci dice, in
maniera eloquente, di quanto lungo e impervio sia, ancora, per il nostro paese,
il cammino verso quella consapevolezza civile che trasforma l’impegno politico
in una vera democrazia partecipata e in un autentico stato di diritto.
I danni causati al nostro paese, da Silvio
Berlusconi, sono la somma, di tre comportamenti significativi:
a) Relativi alla
sua veste di imprenditore, proprietario di tre reti televisive in virtù delle
quali si pianificano le ragioni e il futuro dei nostri figli, omologati da
beceri programmi di intrattenimento, la cui portata diseducatrice e
destabilizzante, è totale.
b) Al sincretismo diabolico fra il potere privato,
il potere politico e la criminalità organizzata.
c) Relativi a un modello
forviante, esempio negativo, riconducibile alla vita privata di un Primo
ministro, avulsa da ogni regola, valore morale, principio etico e
ragionevolezza.
La vera tragedia e vergogna, alla fine, non
è Berlusconi, del quale il mondo intero conosce vita, morte e miracoli, e non
si aspetta niente di buono ma, ciò che è veramente folle e raccapricciante, è
rappresentato da tutta quella corte di sudditi, servi e ruffiani che, da oltre
quindici anni, in barba ad ogni logica, deontologia e morale, lo sostengono,
con il vigore e la fedeltà di uno scudiero verso il suo il cavaliere.
Era dai
tempi di Mussolini che non si assisteva ad una tale tragica farsa benché la
circostanza si assomigli, molto di più di quanto non si pensi e non si voglia
far credere.
Delegittimare, come ultimo atto, la magistratura e riuscire
nell’intento, cancellandone l’autonomia, porterebbe questo paese sull’orlo
della guerra civile.
Io mi domando spesso, con inquietudine e sconcerto: “E’
mai possibile che fra le fila dei tanti adepti, non ce ne sia uno, e dico uno
solo, che si ribelli per dignità e buon senso, alle porcate invereconde del
loro capo, il primo Ministro? Qualcuno che, timidamente, alzando l’indice al
cielo, sussurri educatamente : “Io non sono d’accordo”, “Questa legge viola i
principi della Costituzione!”, “Rispettiamo la sentenze!”.
I veri e soli motivi
che spingono la “cricca” ad una tale scelta di campo, non sono relativi,
dunque, alla condivisione di ideali comuni, ma ai presunti e supposti vantaggi
garantiti da questa operazione di opportunismo, servilismo e di mistificazione
della verità. In questo modo, si sono resi complici, delle precarie e
miserevoli condizioni di un paese alla deriva, etica e culturale. Il popolo
italiano, dal canto suo, coniglio per definizione, persevera imperturbabile nel
coltivare la sua codardia congenita, disertando ogni impulso rivoluzionario e
di ribellione, rendendosi, a tutti gli effetti, unico e solo responsabile di
una condizione sociale che, da tempo, ha oltrepassato i confini del
sopportabile limite.
La destra, compatta la sua maggioranza,
rimpolpandola attraverso il mercimonio della dignità altrui. La politica,
svuotata da ogni sua vera funzione sociale, si muove nel torbido di interessi,
privilegi e impunità, trasfigurando in una cloaca infetta dove, il fetore e i
miasmi aciduli del putridume morale e spirituale, soffocano ogni più remoto
barlume di buon senso, dignità e decoro.
Si, siamo nella merda!! Una quantità
di merda così alta e spessa, che rischia di solidificarsi, immobilizzando
questo bistrattato paese per ancora lungo tempo.
Posso giurare sulla vita dei miei figli
che, nonostante il mio disincanto, non avrei mai pensato e, neppure per un
momento, immaginato, la remota possibilità che, escrementi umanoidi del genere
(reietti per definizione, relegati da sempre ai margini della società – nelle
fogne), avrebbero potuto, un giorno, impadronirsi dei vertici di potere del nostro
bel paese.
La colpa, è di questo popolo di imbecilli, sempre ripiegati sul loro
opportunismo privato e figli di una codardia connaturata, che predilige il
servilismo, le dipendenze e le promesse gridate, ad una analisi oggettiva dello
stato delle cose, nel nome del bene comune.
Non perdonerò mai gli italiani per
tanta leggerezza! Ma oramai la frittata è fatta! Solo una vera rivolta popolare
di massa è in grado di restituire a questa nazione le condizioni per una nuova
rinascita.
E’ tempo di processi sommari e di condanne esemplari, perché sia ad
esempio per tutti, che siano, politici, imprenditori o banchieri – che siano
strilloni televisivi o testimonial di merendine cancerogene – direttori di
giornale o amministratori delegati – preti o agenti di spettacolo. E’ arrivato
il momento di abbattere quel muro di vergogna, di menzogna e di perversione
morale che, da troppo tempo, oscura l’orizzonte dei nostri figli e ne
compromette ogni residua felicità.
Tutta quella montagna di torbidi interessi
in gioco, che ruotano intorno alla “politica” di Silvio Berlusconi e del suo
entourage, sono tali e tanti che, una sua eventuale caduta, metterebbe a
rischio la sopravvivenza di tutta quella parte marcia e potente del nostro
paese (dalla criminalità organizzata fino al più piccolo imprenditore senza
scrupoli) che, fino a oggi, è stata garantita, legittimata e protetta da ogni
interferenza.
Non dimentichiamo inoltre che, tutta la corte scodinzolante di
servi, ruffiani, parassiti e zoccole, è consapevole del fatto che, una volta
detronizzato il Grande Corruttore , per loro sarà la fine e, niente e nessuno
potrà mai riabilitarli e riscattarli da una condizione di disonore e di infamia
che da sempre ha caratterizzato la loro insulsa e miserabile esistenza.
Pertanto, i pretoriani dell’Imperatore, dovranno fare ritorno fra i miasmi e il
fetore di quel limbo gelatinoso che, nella cloaca massima romana, consacra la
sua originaria derivazione etimologica.
Il Cavaliere Berlusconi, avviluppato nel
bozzolo di un delirio di onnipotenza ha creduto, fino a ieri, l’Italia, come
una repubblica delle banane e, per tanto, assolutamente certo che, tutti,
cittadini e istituzioni, si sarebbero piegati e sottomessi alla sua volontà,
vanità e isterie. Ma da qualche tempo (se pur abbia dell’incredibile!!) sta
registrando che qualcosa non torna, e che la magistratura (nonostante i tempi
biblici, le varie leggi ad personam e un’orda di avvocati intraprendenti), va
avanti per la sua strada, perseguendo fedelmente, il concetto che ne sancisce
la sua esistenza e scopo: che “la legge è uguale per tutti”. Questa tardiva
presa di coscienza, che destabilizza ogni sua più remota elucubrazione,
ipotetico convincimento e previsione, lo sta scaraventando dentro la peggiore
delle solitudini, quella dell’anima, dalla quale, nessuna puttana a pagamento,
amico interessato o psicofarmaco, lo potrà mai fare resuscitare.
Un uomo triste e solo, che nella luce
soffusa della sua alcova, si appresta a calare il sipario sull’ultimo atto di
una commedia, tragica e grottesca, fra i glutei in affitto di una giovincella
depravata, nella spasmodica ricerca, di quell’orgasmo tradito che sancirà, per
sempre, la sua sconfitta umana e morale.
“Alcuni anni dopo, il Cavaliere Berlusconi
morì e, tutti, se ne dimenticarono, come a volere rimuovere il rimorso per
tanta effimera ingenuità. Ma, ancora oggi, in qualche locanda di periferia,
mescolando il vino al buon umore, riecheggiano nell’aria le fragorose risate di
quattro ubriachi, che con mordente spirito satirico, ricordano le
“berlusconate” dell’uomo più ricco e potente d’Italia”.
Un uomo solo!!
Gianni Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento