E’
DUNQUE QUESTA LA LIBERTA’?
“Quella
che oggi chiamate libertà, è la più forte di queste catene, benché i suoi
anelli vi abbaglino, scintillando al sole” - Gibran.
L’errore
imperdonabile e per questo fatale, dell’uomo generato dalla fumosa, tossica e
caotica rivoluzione industriale, sta nell’avere rimosso e sostituito gli
imperituri parametri etici, con altri, di natura psico/patologica e
opportunista.
Questa
prima opera di smantellamento e di rimozione arbitraria dell’impianto etico
originario, ha prodotto, in seguito, quello che, oggi, é un mondo di schiavitù
e che alle catene, ha sostituito le dipendenze e l’omologazione .
Via
via, poi, affinché il cammino intrapreso non fosse ostacolato da alcun che,
ogni tabù è stato superato, mortificato e reso ridicolo e, la morale, la
spiritualità e religiosità, svuotate del loro intento riedificatore e di
aggregazione solidale.
La
libertà è una conquista e ha sempre un prezzo. Diversamente è licenza,
contraffazione e mistificazione - una scelta opportunista motivata da una crisi
di valori, di identità e relativa ad una totale mancanza di volontà,
oggettività e autostima, sdoganata dal Sistema, per mero profitto ed effimero
potere.
Che
significato i nostri figli, domani, daranno al concetto di libertà quando gli
stessi padri sono privi dei reali parametri di riferimento, necessari e
indispensabili, al fine di addivenire a conclusioni di stampo etico, morale e
di vera civiltà?
Il
relativismo culturale che le nuove generazioni erediteranno, è la più grande
sciagura nella storia dell’umanità. Crederanno davvero che la chirurgia
estetica, il divorzio e l’aborto siano sinonimo di conquiste di libertà o, non
di meno, degli escamotages (oggi platealmente definiti diritti) che, risolvono
si, il problema dal punto di vista tecnico, ma ben lontani dal produrre gli
anticorpi necessari a contrastare la degenerazione e l’appiattimento della
coscienza individuale?
Non
è nel trionfo del “meno peggio”, che daremo un futuro alle generazioni a
venire.
Crederanno
davvero che l’inquinamento delle nostre acque e del territorio sia il risultato
del progresso? Che le bombe intelligenti, fatte esplodere sulla testa di
persone innocenti, sia la giusta, sola e unica condizione per preservare e
consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di organi, l’uso di droghe
sintetiche, gli abusi sistematici sui minori, la prostituzione dilagante, siano
semplicemente i normali e logici effetti collaterali (male fisiologico) di
quella medicina (la libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero
in preda all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi? Che la
propaganda populista e mediatica di prodotti inutili, inefficaci e dannosi,
rientri nelle logiche di una società libera e che il lordume morale di cui
trasudano i programmi televisivi, sia la connotazione (nel bene o nel male),
del diritto alla libertà di informazione?
La
verità è che siamo schiavi di tutto questo per avere abdicato alle nostre
debolezze e dipendenze, e barattato la dignità e il buon senso in cambio dell’illusione
e della seduzione dell’effimero che, come neve al sole, si sta sciogliendo
sotto la rovente luce della modernità e di una libertà martoriata e
mercificata.
“Può
accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a
mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro - In effetti, nella
vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il
gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e
dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano
trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per
conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo
stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In
casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui
godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri.
Se
un individuo (poi) abile ed ambizioso, riesce ad impadronirsi del potere, in un
simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso.
Basterà che si preoccupi per un po’ (o finga) di curare gli interessi materiali
e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto, che garantisca l'ordine
anzitutto! Una nazione che
chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine, è già schiava in fondo
al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi
l'uomo destinato ad asservirla.
Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei suoi affari
privati, i più piccoli partiti possono impadronirsi dei loro diritti. Non è
raro allora vedere sulla vasta scena del mondo, delle moltitudini rappresentate
da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che
agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio, di ogni
cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che
non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e
deboli possa cadere un grande popolo, e ogni riferimento è puramente casuale” -
Alexis de Tocqueville, da " La democrazia in America ", 1840
“La
libertà è arricchimento di nuove conquiste e non la rimozione di ciò che
troviamo scomodo” – J.T.
L’individuo autenticamente libero, é dotato di solida volontà,
consapevolezza e di un’indipendenza mentale eccezionale, che gli deriva da un
ossessivo bisogno di verità e di giustizia. Quell’onestà intellettuale e
capacità critica in grado di trasformare i propri ragionamenti o intuizioni, in
conclusioni realistiche. La libertà, è la risultante di un’operazione di
bonifica da pregiudizi, egoismi, personalismi e ideologie.
Oggi,
lo slogan della libertà, è l’ultimo rifugio del populismo e della demagogia di
politici malfattori, legati a doppio nodo con potere finanziario, economico e
criminale.
Sono
gli squallidi personaggi del sottobosco culturale, assurti al rango di “grandi
diseducatori”. Sono i commercianti della comunicazione, che hanno dispensato
alle società, ignoranza, qualunquismo e miseria morale.
“La
libertà è assenza di gravità; nuda, e sempre in buona salute” K.S.
L’uomo
relativo di ultima generazione, non sa nulla dei motivi e sulle ragioni della
libertà. È imprigionato in una sorta di schiavitù mentale e passiva, che lo ha
privato per sempre di ogni impulso liberatorio, di ribellione e rivoluzionario.
Per
l’individuo moderno, la libertà, si esprime nell’esasperata necessità di
rimuovere dentro e fuori di se, tutto ciò che, di scomodo o incomprensibile
(sia sul piano culturale che emotivo), tormenta la sua mente infantile. Per un
tale scopo, fa uso di tutti i mezzi e i modi possibili, surclassando ogni
limite etico e deontologico. È una vera e propria forma di paranoia lacerante,
aggravata da assillante frustrazione.
Ma
cos’è questa libertà, parola astratta, troppo usata e abusata, irrisa e
mercificata con la quale la democrazia si riempie sempre la bocca? Può esistere
libertà senza regole condivise, valori, senza principi etici, e l’ottemperanza di tutti alla legge?
Che
tipo di libertà è quella in cui, i deboli non ottengono giustizia, e ai
criminali del potere é concessa ogni attenuante, ogni scappatoia, ogni
patteggiamento?
E’
libertà l’aria che respiriamo nelle nostre città, e il concentrato di sostanze
tossiche e cancerogene disperse nelle acque dei nostri fiumi, laghi, mari e
falde?
E’
libertà questa patetica subdola cultura dell’apparire - l’appiattimento
omologante indotto dai programmi televisivi, sponsorizzati da piazzisti senza
scrupoli e dai servi dell’orrore?
E’
forse libertà, tutta quella pubblicità cialtrona e menzognera che si
scaraventa, senza bussare, dentro le nostre case, ad ogni ora del giorno e
della notte, condita e resa piccante da uno stuolo di baldracche in carriera,
suadenti sirene che ci invitano ad acquistare consumare merce di nessun conto, senza un reale motivo, bisogno e
necessità?
E’
libertà quell’infinità di prodotti ogm e di nessuna qualità, dopati, pompati e
contraffatti che troviamo sugli scaffali dei super mercati e che, giornalmente,
ingurgitiamo per sopravvivere al peggio?
Sono
libertà, la clonazione, la manipolazione, la selvaggia e riluttante
pornografia, il traffico di organi, la chirurgia estetica, la pedofilia in
rete, il vertiginoso tasso di prostituzione minorile, le morti del sabato sera,
l’alcolismo dilagante, la droga sintetica, la depressione imperante, gli stati
di panico e l’angoscia esistenziale dei nostri ragazzi?
E’
libertà, la carneficina di tutte quelle specie animale i vegetale che ogni
quarto d’ora scompaiono dal nostro pianeta, in forma direttamente proporzionale
al numero di scoperte scientifiche?
Come
può esistere libertà nella distruzione, nella mistificazione, nella
contraffazione, nella licenza e nella catastrofe ambientale?
E’
questa la libertà che erediterà Sofia, la mia piccola, e tutti i bambini del mondo?
E’
forse libertà, tutta quella lunga lista, di infinite e vergognose patologie,
figlie maledette di quel Sistema necrofilo, che ha riversato sull’epidermide
sociale le scorie tossiche ed insanguinate del suo processo produttivo ?
E’
libera quella Chiesa che assiste muta ad un tale scempio e fa affari di ogni
genere con il potere politico ed economico, appartata nei suoi comodi salotti,
intenta a rotolarsi fra i fetidi escrementi dell’ozio e del privilegio?
No,
non esiste schiavitù peggiore di questa libertà.
Come
potrà mai esistere libertà in questo inferno di diavoli? Come può, un popolo di
sordi e di ciechi, potere deputare vedenti sani, al governo delle nazioni?
L’Impero
Industriale Liberista e Pagano, aveva ben compreso che sfruttare e omologare le
masse con le procedure tipiche e caratteriali di un regime, sarebbe stato molto
più impegnativo e molto meno produttivo. Così, pensa e ripensa, un bel giorno
inventò la parolina magica: Libertà.
L’uomo
è libero - dichiara - ma, ogni sua libertà, dovrà essere pagata - se vorrà
avvelenarsi noi gli procureremo i veleni - importante è che paghi - Se vorrà
una casa, noi gli daremo una casa! E così una macchina, l’amante, il cellulare,
il computer e la soddisfazione di ogni follia, vizio e perversione inclusi - ma
il “prezzo” lo stabiliremo noi. Gli daremo la pornografia, il grande fratello,
il calcio minuto per minuto, la violenza, l’arroganza e l’interazione
mediatica, così da renderlo protagonista per quel porco, eroico e fatale
minuto, che sancirà la sua schiavitù per il resto della vita. Lo cloneremo, lo
manipoleremo, lo plasmeremo a suo piacere. Ogni suo effimero bisogno sarà
soddisfatto e così, ogni sua debolezza e dipendenza. Gli daremo la droga e se
si lamenterà, lo colpevolizzeremo. Ma più di ogni altra cosa gli daremo un Dio,
che, per brevità, abbiamo inteso chiamare, “televisore”.
La
cosa importante e basilare è che consumi, ingurgiti e paghi! Dove trovare il
denaro, con quali mezzi e modi, è affar suo!! Prostituzione, illegalità e
crimine? Ben vengano! L’Impero, non esprime giudizi sui comportamenti altrui; é
democratico, basta che non devono interferiscano con i suoi interessi!
E
così il trionfo, della TV! Quel mostruoso soprammobile che tutti ci unisce, che
tutti ci divide. Quella lurida scatola, falso Dio pagano, che parla a tutti
nello stesso momento, che ci vomita addosso, orrende tragedie, ma che poi, come
una mamma, ci avvolge sotto la sua calda ala e ci sussurra: ”Dormi amore mio,
non avere paura, ci sono io vicino a te”.
Ecco
il vero volto dell’Impero Liberista Pagano: più subdolo, più velenoso, più
miserabile di qualsiasi dittatura: quello dalle mille facce e infinite personalità - l’Impero della licenza
- la dittatura delle libertà.
E’
in questo modo che i faccendieri dell’imperialismo occidentale hanno costruito
il loro imperi e dato vita ai loro perversi progetti politici!
“In
un tale mondo, non c’é posto per la giustizia e la libertà poiché, entrambi,
possono solo germogliare al sole di quelle società, epurate da ogni potere”
J.T.
Al
grido, di “libertà, libertà”, uomini e donne di tutte le nazioni, si sono
battuti e sono morti; contro la schiavitù e per l’indipendenza, contro il
razzismo e per i naturali diritti umani, contro l’invasore, per
l’autodeterminazione dei popoli. E non erano potenti altolocati o
intraprendenti finanzieri, ma i rappresentanti degli strati più umili e
indifesi della società. Il loro sacrificio, ha sradicato e divelto, le ataviche
ingiustizie di un potere dominante dove, l’interesse particolare di corporazioni
e consorterie si era sovrapposto all’interesse comune. Tali conquiste
restituivano dignità all’uomo e assicuravano un futuro di civiltà alle nuove
generazioni. Chi ha memoria di tutto questo, oggi? Quale significato assume, la
parola libertà per i nostri giovani, sedotti e abbandonati dalla bestia
liberista? Hanno compreso, la differenza che esiste, tra libertà e licenza,
loro, le vittime inconsapevoli immolate sull’altare del consumismo imperante e
schiavi di una solitudine senza catene ?
Il
primo fondamento della libertà, è il potere decidere della propria vita e della
propria morte e, chi impedisce questo diritto, è un assassino. La libertà, deve
fare i conti con la dignità che le società moderne, alla luce dei fatti,
considerano un optional di alcun interesse pratico. Non può prescindere mai
dalla giustizia e viceversa; sono inseparabili e complementari, e condividono
un solo cuore e una sola anima.
Nelle
democrazie occidentali, lo slogan sempre più gettonato della libertà, è
l’ultimo rifugio del populismo e della demagogia di politici malfattori, legati
a doppio nodo con potere finanziario, economico e criminale. Sono gli squallidi
personaggi del sottobosco culturale, assurti al rango di “grandi diseducatori”.
Sono i commercianti della comunicazione, che hanno dispensato alle società,
ignoranza, qualunquismo e miseria morale.
“Noi
crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il
frutto del valore” - Pericle agli Ateniesi, 461 a.C.
Dobbiamo
recuperare le ragioni per un mondo giusto ritenendo, quelle che oggi sono
impropriamente definite conquiste di civiltà e libertà, una estrema forma di
sopravvivenza agli attacchi mortali di una società perversa e senza futuro.
Viviamo
in una società che ha corrotto e corroso ogni autentico valore, ribaltandone il
suo significato originario. Così la licenza è mutata in libertà, la menzogna in
verità, la contraffazione in realtà e la catastrofe ambientale, in un
necessario effetto collaterale (indesiderato), del processo di civiltà.
E’
dall’interno che dobbiamo intervenire per migliorare la società,
sensibilizzando ogni cellula del suo tessuto connettivo, e adducendo agli
individui, le loro oggettive responsabilità personali.
Solo
se sapremo rinunciare all’effimero, all’illusorio e alle sterili seduzioni
della modernità, potremo ritrovare la libertà perduta, e quella sana gioia e
salute che, un tempo, abbiamo barattato, in cambio di una modernità canaglia e
foriera di apocalittiche sventure.
La
libertà è una meta. Una sconfinata e ineludibile passione che scava nel più
profondo di noi stessi - ci lacera e ci travolge, ci innalza e ci inabissa, ci
libera e ci incatena per poi farci emergere, stremati, fra le limpide acque di
quel delta infinito che è la nostra la consapevolezza.
Gianni
Tirelli
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